Il numero uno del Sion accetterebbe di sedersi allo stesso tavolo con l'ex allenatore della Nazionale svizzera per una rappacificazione, ma l'iniziativa deve partire da Fringer
MARTIGNY - Durante questa settimana "L'Aargauer Zeitung" ha incontrato il presidente del Sion Christian Constantin.
Il numero uno vallesano - inibito dagli stadi e multato per aver aggredito l'opinionista di Teleclub ed ex allenatore della Nazionale svizzera Rolf Fringer, lo scorso 21 settembre - non si scusa ancora per il suo gesto, ma spiega che sul momento era estremamente arrabbiato. «Mio figlio (ndr, Barthélemy) ed io, lavoriamo giorno e notte per il Sion. Abbiamo entrambi il nostro orgoglio e vogliamo difendere il nostro onore. Per difendere la mia famiglia sono disposto a tutto. Ma ancora una volta, ciò che ho fatto è stato inappropriato».
Niente di nuovo, Constantin ha confermato le parole dette in precedenza dal suo avvocato Alexandre Zen-Ruffinen e i due vogliono sedersi allo stesso tavolo con Fringer. Il presidente del Sion ha parlato di un "affare" fra due uomini di 60 anni che hanno commesso degli errori e insiste ancora una volta sul fatto che la SFL non è competente per gestire questa situazione. «Perché Rolf ed io non possiamo regolare questo affare fra di noi? Perché non ci sediamo a un tavolo per trovare una soluzione alle nostre controversie? Possiamo ovviamente continuare davanti ai tribunali, ma non è il vero scopo».
Una cosa è sicura: per il presidente del Sion dovrà però essere Fringer a fare il primo passo... «Sarebbe la cosa più ragionevole. In un conflitto è necessario che a un certo punto una delle due parti in gioco faccia il primo passo verso l'altro e dovrà essere Rolf a farlo. È stato lui a scatenare tutto».