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SUPER LEAGUE«Allenatore del Lugano? Sarebbe bello chiudere il cerchio un giorno»

11.10.17 - 07:00
Ludovic Magnin sta svolgendo l'ultimo corso UEFA per diventare coach a tutti i livelli e gli è rimasto il Ticino nel cuore: «Giocare in bianconero è stata la scelta più importante della mia carriera»
«Allenatore del Lugano? Sarebbe bello chiudere il cerchio un giorno»
Ludovic Magnin sta svolgendo l'ultimo corso UEFA per diventare coach a tutti i livelli e gli è rimasto il Ticino nel cuore: «Giocare in bianconero è stata la scelta più importante della mia carriera»
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BASILEA - Ludovic Magnin, ex difensore del Lugano, sta attualmente svolgendo l'ultimo corso UEFA per diventare allenatore a tutti i livelli.

Il 38enne esercita la professione di coach da cinque anni – dal momento in cui ha appeso le scarpette al chiodo – e attualmente allena la Under 21 dello Zurigo con buoni risultati. «Devo dire che questo mestiere mi intriga», ha esordito proprio Magnin. «Quando ho smesso di giocare mi sono reso conto che diventare allenatore sarebbe potuta essere la mia strada, anche perché il calcio è la mia vita e la mia passione. È inoltre gratificante vedere i giovani che mettono in pratica i miei consigli e le mie idee».

Magnin ha iniziato a muovere i primi passi come calciatore nell'Yverdon, mentre a soli 21 anni si è trasferito a Lugano. Dopo l'esperienza in bianconero ha poi disputato sette stagioni in Bundesliga fra Werder Brema e Stoccarda – vincendo con entrambe le squadre il titolo – prima di chiudere la sua carriera a Zurigo. «La fortuna che ho avuto è che in tutte le squadre in cui ho militato ho sempre trovato un ottimo ambiente, ma la scelta di venire in Ticino è stata la più importante, sia per la mia carriera che per la mia vita. Ricordo che mister Morinini era venuto diverse volte a parlare con me, mostrando una grande fiducia nei miei confronti. Questo aspetto, unito al fatto che all'epoca il Lugano aveva molti giocatori svizzero francesi in rosa, mi ha convinto ad accettare la corte dei bianconeri. In Ticino non sono soltanto cresciuto come giocatore, bensì sono diventato un uomo a tutti gli effetti».

Nella sua carriera Magnin ha militato anche per una decina d'anni in Nazionale, totalizzando 3 reti in 63 partite, disputando due Europei (2004 e 2008) e un Mondiale (2006). Ma quali sono le differenze fra la “sua” Nazionale e quella attuale? «Da quando sono allenatore ho imparato che non si possono fare paragoni. Ai miei tempi sia il gioco del calcio che gli avversari erano diversi. Posso però affermare che la Nazionale di Petkovic è molto forte a livello tecnico, è abile a far girare la palla ed è un piacere vederla giocare. Noi eravamo invece molto bravi soprattutto nella fase difensiva, ben organizzati tatticamente e ogni match era una battaglia».

Che effetto ti fa vedere il Lugano ritornato ad alti livelli? «Sono molto felice, anche perché questa società rimarrà sempre nel mio cuore. Mi auguro di rivedere ben presto i bianconeri giocarsi il titolo. Io allenatore del Lugano? Sono solo agli inizi della mia carriera di coach e ho chiaramente bisogno di tempo per accumulare esperienza. Se però un giorno dovesse presentarsi la possibilità sarei ben felice di poter chiudere il cerchio».

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