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SERIE A«Allenarsi contro Chiellini? Come entrare in una gabbia di un gorilla»

17.09.17 - 08:00
Alvaro Morata, ora al Chelsea, si è espresso a proposito della sua carriera
«Allenarsi contro Chiellini? Come entrare in una gabbia di un gorilla»
Alvaro Morata, ora al Chelsea, si è espresso a proposito della sua carriera
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LONDRA (GB) - «Non mi preoccupano le difese inglesi, nella Juventus mi allenavo contro Chiellini e Bonucci ogni giorno. Giocare contro Chiellini è come entrare nella gabbia di un gorilla per prendergli il cibo, arriva una botta, un'altra botta e un'altra ancora». Parlando al Daily News Alvaro Morata ricorda i tempi in bianconero.

Un'esperienza decisiva nella sua carriera sia perchè l'ha forgiato al calcio ruvido (più di quello spagnolo) sia perchè lì ha conosciuto Conte che oggi l'ha fortemente voluto al Chelsea. «Zidane voleva che io rimanessi al Real e io ero felice a Madrid ma non piaceva rimanere in panchina. Arriva un momento in cui è necessario giocare, io sono ambizioso e per andare ai Mondiali mi serviva essere titolare».

Avrebbe potuto farlo al Milan: «Ho avuto parecchie offerte questa estate, non solo da Chelsea e Manchester United ma anche da altri paesi ma la conversazione decisiva è stata con Conte. Lui voleva fortemente che andassi da lui. Non sapevo che il Chelsea era interessato a me, pensavo che cercassero un giocatore differente, un Lukaku, non so. Con Conte mi sentivo in debito, mi aveva preso lui alla Juve e quando andò via io desideravo giocare con lui. Siamo stati solo due mesi insieme ma era come se lo conoscessi da sempre e quando mi ha richiamato non ci ho pensato due volte».

Nella sua carriera ha avuto tutti top-coach: «La settimana scorsa vidi la foto della riunione degli allenatori alla Fifa, la osservai e pensai: ho giocato con Zinedine Zidane, Carlo Ancelotti, Jose Mourinho nel Real Madrid; poi con Max Allegri alla Juventus e ora sto con Conte, che mi aveva preso proprio per la Juve. Mi mancano solo Guardiola e Klopp». 

Da lui il Chelsea si aspetta i gol: «Inutile fingere, il miglior attaccante è sempre quello che segna di più. Ricordo alla Juve rimasi 100 giorni senza fare gol, allora decisi di cambiare macchina, tagliarmi i capelli e fare qualsiasi cosa pur di cambiare rotta. Lo spogliatoio anche mi aiutò molto...».

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