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L'OSPITE«Totti ambiguo, Spalletti fantastico. Che Luciano pianti la bandiera sul Colosseo e parta»

10.05.17 - 09:00
Chi ha ragione tra "France'" e Luciano? Arno Rossini si è schierato dalla parte del tecnico, assunto per portare risultati e non per fare da balia a un campione sulla via del tramonto
Keystone
«Totti ambiguo, Spalletti fantastico. Che Luciano pianti la bandiera sul Colosseo e parta»
Chi ha ragione tra "France'" e Luciano? Arno Rossini si è schierato dalla parte del tecnico, assunto per portare risultati e non per fare da balia a un campione sulla via del tramonto
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ROMA (Italia) - La Roma vince spesso, è seconda in classifica, negli ultimi anni ha lanciato talenti di livello mondiale... eppure i tifosi non sono soddisfatti. Le critiche a mister Spalletti sono infatti continue, costanti, ficcanti. Oggetto del contendere, nelle ultime settimane, è stato il trattamento riservato dal tecnico di Certaldo a Francesco Totti.

"Come, non lo ha fatto giocare neppure a San Siro?".

"Perché lo tratta come un giocatore normale?".

"In questi ultimi giorni da calciatore non potrebbe stare sempre in campo?".

Sono queste alcune delle (tante) domande che il popolo giallorosso ha rivolto - spesso con toni tutt'altro che educati - all'allenatore toscano. Ma alla fine, il buon Lucianone, a che deve pensare? A fare da balia a "France'" o a rendere vincente la Roma?

«A parer mio, a Roma Spalletti sta facendo un lavoro fantastico - è intervenuto Arno Rossini - In una piazza complicata e alla guida di una squadra forte ma non imbattibile, sta ottenendo il massimo».

Andiamo con ordine. Il secondo posto in campionato è un buon risultato?
«Se lo centrerà, e sono convinto che dopo il successo a Milano ne ha davvero la possibilità, è un ottimo risultato. Ti garantisce i milioni della Champions League, senza passare dai temutissimi preliminari. Parliamoci chiaro: in Italia domina la Juve, le altre devono fare la corsa a chiudere per prime... dietro i bianconeri. Questo è il traguardo massimo. Il discorso è simile alla nostra Super League: vince il Basilea e le altre corrono per la piazza d'onore».

A livello di risultati, dunque, ci siamo. E con Totti, Spalletti sta comportandosi "bene"?
«Il toscano è stato chiamato per fare l'allenatore. E per garantire determinati risultati al club. Nel suo ruolo non può permettersi di avere preferenze: deve gestire il gruppo, non pensare al singolo calciatore».

Nonostante si stia parlando di un campionissimo?
«L'allenatore è in una posizione scomoda, ma non può farsi condizionare da quel che chiede la piazza. Deve pensare a fare il suo lavoro. Anche perché, siamo sinceri, siete sicuri che i tifosi giallorossi sarebbero contenti se Totti giocasse e la Roma non facesse risultati?».

No, certo. Ma allora come si esce da questa situazione?
«In quella città il pallone è vissuto in maniera particolare. C'è grandissima pressione sui protagonisti di Roma e Lazio. Non ci si può far nulla: chi accetta di lavorare in quei club deve mettere in conto questa atmosfera».

È per questo, per l'enorme passione del loro popolo, che giallorossi e biancazzurri vincono meno rispetto alla Juventus o alle milanesi?
«Anche. Certo. Non è semplicissimo muoversi ogni giorno in quelle condizioni. Un mister, perché stiamo parlando di quella figura, dovrebbe potersi concentrare al 100% sulla squadra. Lì non è così, secondo me si arriva all'80%. In conferenza stampa, per esempio, Spalletti non risponde a domande sulla tattica: gli chiedono sempre di Totti...».

In tutto ciò, però, Francesco è vittima come l'allenatore.
«Non sono d'accordo. In tutti questi mesi quante volte lo avete sentito spezzare una lancia in favore del tecnico? Quante volte lo avete sentito dire "i risultati della squadra sono più importanti di tutto, delle mie presenze in campo"? Mai. È stato ambiguo, si sta facendo cullare dall'amore dei tifosi e nel frattempo sta rendendo sempre più complicata la posizione del mister».

E l'anno prossimo di Spalletti dovrebbe essere addirittura il capo. Se farà il direttore tecnico...
«Un dialogo sarebbe impossibile. Da ex giocatore - e con gli ex campioni è sempre complicatissimo trattare - non riuscirebbe a sostenere chi per anni gli ha dato ordini e indicazioni. Io penso che il rapporto non ci sarà».

L'allenatore partirà?
«Glielo auguro. Che pianti la sua bandiera sul Colosseo e che parta. So che dall'Inter lo hanno contattato. Per lui potrebbe essere una bella sfida».

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