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L'OSPITE«Di Renzetti s'è già parlato abbastanza. I cinesi del Milan sono gli unici che non pagano»

22.03.17 - 09:25
Arno Rossini ha guardato in casa rossonera: «Rimanesse Berlusconi il club non sarebbe competitivo. Questo potrebbe però fare il gioco di Donnarumma, che potrà così crescere senza pressioni»
Keystone
«Di Renzetti s'è già parlato abbastanza. I cinesi del Milan sono gli unici che non pagano»
Arno Rossini ha guardato in casa rossonera: «Rimanesse Berlusconi il club non sarebbe competitivo. Questo potrebbe però fare il gioco di Donnarumma, che potrà così crescere senza pressioni»
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MILANO (Italia) - Tramezzani resta o va? Il Lugano sopravviverà all'ennesimo polverone sollevato da Renzetti o, privato della fiducia e della tranquillità necessarie, s'avviterà su sé stesso e perderà il vantaggio messo insieme sulle ultime della graduatoria? Forse, a questo punto, è meglio stendere un velo sulla questione e lasciar tranquilli i bianconeri nel loro mini ritiro ligure...

«Vero - è intervenuto Arno Rossini - le dichiarazioni di Renzetti si commentano da sole e fanno ben capire quale aria tiri a Lugano. Meglio, per una volta, parlare di altro».

Di Milan, magari. Oggi, forse domani, potrebbe infatti essere il giorno del tanto atteso closing. Se davverò ci sarà...
«Tutta la questione sembra una farsa. I cinesi, ovunque siano andati, hanno sempre chiuso in fretta i loro affari, pagando bene. Guardate l'Inter, giusto per non andare troppo lontano: quanto ci ha messo il Suning per entrare in società e cominciare a investire? Pochissimo...».

I media italiani hanno avanzato parecchie ipotesi sulla faccenda. C'è chi ci ha visto anche qualcosa di poco chiaro, chi ci ha visto un tentativo di Berlusconi di far rientrare in Italia i suoi capitali.
«Tutto può essere. È certo che questa situazione è poco piacevole per il mondo rossonero».

Berlusconi ha già fatto sapere che, se l'affare non si chiuderà, rimarrà al suo posto garantendo solidità al club.
«Benissimo. Peccato però che le sue possibilità non siano infinite. Mi spiego. Può continuare a "reggere" la società? Senza problemi. Può garantirle investimenti importanti, con i quali tornare al top nel mondo? No».

Quindi?
«Quindi se l'affare con i cinesi non si chiuderà il Milan continuerà a muoversi sulla falsariga degli ultimi anni».

Ovvero investimenti mirati e squadra sempre più giovane e italiana.
«Esatto. E questo non è per forza un male. Le controindicazioni sono l'incertezza dei prossimi mesi, quando molti contratti andranno in scadenza, e l'impossibilità di pensare di essere competitivi a breve».

Se il progetto è chiaro...
«Certo, ma tu qualcosa devi pur "venderlo" ai tifosi. Non ti puoi spacciare per "grande Milan" e poi non correre per certi obiettivi. Non a lungo almeno. Non puoi proporre ferro come fosse oro».

Un club mediocre non potrebbe annoverare tra le sue fila un certo Donnarumma... 
«Il portiere è fenomenale. Giovanissimo ma fenomenale. Perderlo sarebbe drammatico, a livello di immagine e di qualità tecniche».

Mino Raiola, il procuratore dell'estremo difensore, ha ammesso che per rinnovare vuol vedere un progetto vincente.
«Raiola sa quel che fa. Certo sarebbe strano vedere Donnarumma lasciare una società comunque importante per un'altra. Accadesse, fossi in lui non rimarrei in Italia».

"Gigio" ha 18 anni. Gli conviene mollare tutto per andare magari al Real o allo United? Lì non avrebbe la certezza di giocare sempre.
«Per assurdo un Milan non stellare, nel quale la pressione non è altissima, sarebbe perfetto per Donnarumma. Il portiere potrebbe infatti continuare a stare in campo, fare esperienza, completare il suo processo di crescita... Poi tra due o tre anni, a seconda di come evolverà la situazione societaria, decidere con più calma dove andare...».

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