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L'OSPITEIcaro-Lugano e quei voli tropo alti: «Serve equilibrio. Bene soprattutto per Sadiku»

15.03.17 - 10:01
Arno Rossini ha bacchettato la società bianconera: «Troppi discorsi distraggono lo spogliatoio. Il club deve crescere tanto. Bel gioco? Merito anche di Manzo, solo che lui non aveva Armando»
TI-Press
Icaro-Lugano e quei voli tropo alti: «Serve equilibrio. Bene soprattutto per Sadiku»
Arno Rossini ha bacchettato la società bianconera: «Troppi discorsi distraggono lo spogliatoio. Il club deve crescere tanto. Bel gioco? Merito anche di Manzo, solo che lui non aveva Armando»
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LUGANO - Ha preso la rincorsa contro il Grasshopper, poi tra Vaduz, San Gallo e Losanna è letteralmente decollato. Ha preso quota, ha staccato qualche rivale ma quando doveva stabilizzarsi - come Icaro - ha invece pensato di poter volare più in alto. Troppo in alto. E il tonfo seguente è stato dolorosissimo.

Appena guarda troppo in sù, appena comincia a pensare a un obiettivo diverso dalla salvezza - era già capitato con Manzo - questo Lugano si perde. Si monta la testa. Si distrae. Scegliete voi la scusa che meglio vi piace. Il risultato in ogni caso non cambia: avversari non irresistibili lo sculacciano. E via con musi lunghi e processi.

La verità, forse, è semplicemente che quella bianconera è una squadra ottima ma priva della necessaria esperienza. Quando la pressione aumenta, che si lotti per non scendere piuttosto che per salire, gli equilibri saltano, le teste non reggono e i capitomboli si accumulano. Deve quindi essere questo, ovvero far crescere in personalità e sicurezza una rosa già qualitativamente importante, il vero obiettivo di mister Tramezzani?

«Di certo - è intervenuto Arno Rossini - l'allenatore deve cercare di creare quell'equilibrio che ancora non c'è all'interno dello spogliatoio. Ma non è solo lui a dover spingere in questo senso: l'equilibrio dovrebbe essere un tema ricorrente a tutti i livelli societari».

La classica frase: dal presidente all'ultimo dei magazzinieri?
«A mio modo di vedere a Lugano manca un uomo forte, un professionista - chiamatelo direttore sportivo o come volete - in grado di gestire e controllare i rapporti tra dirigenza e squadra. E poi la comunicazione...».

Cosa servirebbe?
«Vi faccio un esempio. Ho ascoltato con attenzione le dichiarazioni degli ultimi giorni. Il presidente ha raccontato che, salvezza a parte, l'obiettivo societario è quello di continuare a valorizzare i giocatori così da riuscire poi a cederli facendo un buon profitto (e coprire parte del budget futuro). L'allenatore ha invece ammesso che nessuno dei suoi è pronto al salto di qualità. Tutto giusto. Tutto bene. Se però due tra i rappresentanti del club spingono in direzioni opposte, potete capire la confusione che va a generarsi in un gruppo che già si è dimostrato incostante a livello di prestazioni. A Thun, dopo le belle prove delle scorse settimane, ha fatto malissimo».

Quello di domenica, in fondo, potrebbe essere stato un episodio. Il Lugano sta giocando bene.
«Il Lugano sta facendo bene ma, dobbiamo essere onesti, i risultati sono fin qui stati così positivi grazie soprattutto a Sadiku. Armando ha segnato cinque gol in sei match: è stato determinante. Anche il Lugano di Manzo giocava bene... ma poi, dopo il calo di Alioski, faticava a segnare. Bisogna riconoscere i meriti di tutti».

Il mister non ti ha convinto?
«Tramezzani ha appena cominciato questo lavoro. Si sta impegnando, sta lavorando sodo e ha portato risultati positivi. Non avesse avuto però Armando non penso che la squadra avrebbe ottenuto tanti punti. Il tecnico deve crescere, insieme con i giocatori e la dirigenza».

La salvezza però, a questo punto, non pare in discussione.
«Il punto è un altro. Io credo che, prima di concedersi delle distrazioni, una società che lotta per non retrocedere debba raggiungere la "quota tranquillità". Diciamo, in questo campionato, 35-36 punti. Una volta messo insieme quel bottino si possono poi fare tutti i discorsi possibili sul valore dei giocatori e su obiettivi più "alti". Premesso ciò, anche se le serie negative, guardate il GC, possono sempre capitare, penso che davvero i bianconeri si siano fortunatamente staccati dalla coda della graduatoria. Però se si punta al futuro, a consolidare quanto costruito negli ultimi anni, la mancanza di equilibrio non va bene. Servono solidità e pragmatismo: un Sadiku che ti toglie le castagne dal fuoco non ce l'hai tutte le stagioni...».

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