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In caso di stop delle trattative, il club rossonero potrebbe dover ridare alla cordata cinese parte dei soldi già versati. Sino-Europe si appellerebbe alla “forza maggiore”
MILANO (Italia) - Tre giorni dopo l’ufficializzazione del mancato closing, sia il presente che il futuro del Milan stanno assumendo contorni sempre meno chiari.
Venerdì 10 marzo scadrà il termine per la terza caparra da 100 milioni che Sino-Europe dovrebbe versare nelle casse di Fininvest: tale pagamento consentirebbe una nuova proroga dello stesso closing, di circa un mese.
Ovviamente, però, non è da escludere neanche l’ipotesi che tutto salti definitivamente. I cinesi hanno già dimostrato di avere difficoltà nel reperire i soldi per poter chiudere l’operazione. Se non dovessero versare i 100 milioni entro venerdì, Berlusconi potrebbe decidere di dare un taglio definitivo alla trattativa.
In questo caso, come riporta la “Gazzetta dello Sport”, potrebbe prendere vita una battaglia legale per i 200 milioni già versati da SES a Fininvest. I cinesi lo hanno fatto già capire: se tutto dovesse saltare, faranno di tutto per recuperare almeno una parte dei soldi, puntando sulla “forza maggiore”.
I cinesi, quindi, sosterranno che l’affare non andrebbe in porto per le difficoltà imposte dal governo cinese nelle transazioni con l’estero, e non per le proprie inadempienze.
In che modo? Puntando sulla cosiddetta 'forza maggiore' come argomento da esporre in tribunale. Ovvero dimostrando che, se l'affare non andrà in porto, sarà dovuto alle difficoltà imposte dal governo cinese nelle transazioni con l'estero, e non alla propria inadempienza.
Berlusconi ha provato a tranquillizzare tutti («I cinesi sono seri, hanno chiesto una proroga ma non ci vedo nulla di preoccupante»), ma qualche dubbio resta...
