Angelo Renzetti ha risposto all’attacco del suo ex tecnico che, dalle spiagge siciliane, è tornato a parlare del Lugano e delle difficoltà incontrate durante la scorsa stagione
LUGANO - «Non ho lasciato Lugano perché ero già d’accordo con un’altra società, sono andato via perché c’era una totale mancanza di professionalità a tutti i livelli e non volevo soffrire un altro anno». Con queste parole Zdenek Zeman ha spiegato il suo addio al club bianconero e il rapporto avuto con la società ticinese: lo strappo tra le due parti, nonostante l’ammirazione nei suoi confronti da parte del presidente Renzetti mai nascosta, è stato davvero importante.
«Mancanza di riconoscenza da parte sua? Non credo: secondo me è pentito di essere andato via. Ha deciso di abbandonare Lugano pur non avendo nessun’altra opzione, ma credo che in seguito abbia ricevuto qualche offerta che si è rivelata farlocca», ha risposto proprio Angelo Renzetti.
La carriera di Zeman è lunghissima anche se il suo palmares non si può certo definire immenso e ricco. Anche per questo il presidente del Lugano prova a glissare: «Se voglio mantenere il mio ruolo devo seguire il famoso detto “non ti curar di loro, ma guarda e passa” anche se ovviamente non è bello quando qualcuno sputa nel piatto in cui ha mangiato. Per me questo non rispecchia l’idea di professionalità così come quando dopo la partita di Coppa col Köniz è scappato senza parlare con la stampa. Zeman ha deciso di andar via perché aveva paura… aveva paura di retrocedere e di dover lottare per la salvezza», ha continuato.
Il pensiero di Renzetti, che ora è concentrato sul presente e sul mercato da attuare per rinforzare la sua squadra, è molto chiaro: «Zeman appartiene al passato, non bisognerebbe neanche parlare di lui. Alla fine anche i suoi modi di fare non sono stati all’altezza della sua carriera: prima ha criticato duramente i giocatori mettendo in evidenza la mancanza di qualità, ora è la volta di queste sue parole nei confronti miei e della società… Ripeto, Zeman appartiene al passato».