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Il mister boemo ha un solo credo calcistico e questo, ultimamente, non sta dando risultati. Lasciare da parte lo spettacolo e pensare alla concretezza non potrebbe essere una soluzione?
LUGANO - La tranquillità è andata a farsi benedire, cammin facendo, da febbraio in avanti. Niente è compromesso, sia ben chiaro; il Lugano pare però essere entrato in una spirale negativa che potrebbe condurlo alla retrocessione. Proprietari di una classifica bruttissima e reduci da risultati (e prestazioni) assai scadenti, i bianconeri hanno un solo modo per tentare di invertire la rotta: rimettersi a lottare. Certo non vinceranno tutte le partite, certo non si riscopriranno improvvisamente bellissimi e concreti. Almeno però, con sudore e abnegazione, potranno cominciare a strappare qualche punto pesante alle squadre di medio-bassa classifica. Probabilmente non al Basilea, che questa sera (ore 18.30) scenderà fino a Cornaredo per recuperare il match rinviato (per neve) a inizio marzo.
Credere che Piccinocchi e compagni possano fermare i renani è infatti complicato. Soprattutto se si ripensa a quanto accaduto nelle ultime uscite, quando Sion prima e Young Boys poi hanno triturato le loro certezze. Prima che i punti, in ogni caso, oggi la truppa di mister Zeman andrà in cerca della propria identità perduta. Andrà in cerca di qualche certezza e di qualcosa, magari anche solo un episodio, al quale aggrapparsi, dal quale ripartire per lasciarsi alle spalle il periodo nero.
Contro un'avversaria che non schiererà certo la sua formazione migliore, i padroni di casa dovranno - e questo è un obbligo - serrare i ranghi e dimostrarsi solidi in difesa (o nella fase difensiva). Bene cercare di offendere, ma una squadra che deve salvarsi deve pensare prima di tutto a non prenderle. Da lì, dalle fondamenta, si può provare a costruire qualcosa di positivo. Il mister si dimostri duttile: come fanno i fuoriclasse, metta il suo talento al servizio della squadra.
