Una prestazione maiuscola ha permesso al renano di battere 7-6(3), 1-6, 6-3, 6-4 lo spagnolo e di qualificarsi per la finale di Wimbledon. Domenica la sfida a Djokovic
LONDRA (GBR) - L'ennesima sfida spaziale tra Dioscuri del tennis è stata vinta da Roger Federer, che battendo 7-6(3), 1-6, 6-3, 6-4 Rafa Nadal si è qualificato per la finale del torneo di Wimbledon.
Seguito senza troppa attenzione il match di Nole Djokovic, favoritissimo (e padronissimo) contro Bautista-Agut, gli appassionati di racchetta e pallina si sono fermati per 3h05' per osservare con attenzione la seconda semifinale dello Slam londinese. Tanta era infatti la curiosità che accompagnava un incrocio che – almeno alla vigilia – non sembrava poter avere un dominatore.
Il Maestro rossocrociato farà valere la sua legge sull'erba? Il carro armato maiorchino continuerà a triturare chi si trova di fronte?
A godere, al termine di una partita intensa, sono stati i tifosi di un Roger pimpante e in forma, attento e in “palla” fin dai primissimi scambi. Conscio del fatto che finire in svantaggio con lo spagnolo sarebbe equivalso a una sconfitta quasi certa, il basilese ha spinto subito sull'acceleratore. Con profitto. Nel primo set ha infatti tenuto agevolmente il servizio riuscendo, al termine di un tie-break “comodo”, a piazzare il primo allungo. Tutto facile? Non proprio. Qualche dubbio sulla tenuta di Federer è infatti venuto nel secondo parziale, dominato da Nadal. I tentennamenti sono però durati davvero poco. Cinico nel terzo e nel quarto set, vinti con un break (a zero) piazzato, il renano ha infatti lentamente spento le velleità dell'iberico, costringendolo a una dolorosa eliminazione (dopo aver salvato quattro match point).
Presi i meritati applausi, Federer ha velocemente imboccato il tunnel verso lo spogliatoio. In fondo sa di aver fatto tanto e allo stesso tempo poco: il dipinto sul quale sta lavorando diventerà infatti un capolavoro, diventerà il nono titolo a Wimbledon, solo se domenica, contro Djokovic, riuscirà a stendere le pennellate giuste.