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FOOTBALL AMERICANOPalla ovale, camice e quella passione nata durante l'Università

26.10.17 - 10:45
Entrambi nel mondo della medicina. Entrambi nazionali di Football Americano. Due ticinesi - Andrea Fontana e Juan Viscardi - ci hanno raccontato la loro storia fatta di sudore e amore per questo sport
Foto: Sergio Brunetti-Stockpix.it
Palla ovale, camice e quella passione nata durante l'Università
Entrambi nel mondo della medicina. Entrambi nazionali di Football Americano. Due ticinesi - Andrea Fontana e Juan Viscardi - ci hanno raccontato la loro storia fatta di sudore e amore per questo sport
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LUGANO - Senti parlare di Football Americano e il pensiero (sognante) vola dall’altra parte dell’Atlantico. Alla NFL. Oltreoceano i giocatori sono delle vere e proprie superstar. Strapagati e paragonati a divi del cinema. Il Super Bowl, per i profani la finale del campionato, ferma l’intera nazione ed è semplicemente l’evento sportivo (e non solo) più importante dell’anno. Il giro d’affari attorno alla manifestazione, tra pubblicità e diritti televisivi, supera comodamente i 600 milioni di dollari. Soldi. Fama. Professionismo. Ritornando al di qua dell’Oceano la musica cambia. Il Football Americano in Svizzera, benché sia una disciplina in crescita, non gode della popolarità e della visibilità di altri sport di squadra (calcio e hockey su tutti). Il professionismo riguarda pochi eletti (praticamente solo gli stranieri). Sintomatico è il caso di due giocatori ticinesi, Andrea Fontana e Juan Viscardi. Entrambi nazionali svizzeri. Entrambi nel mondo della medicina. Il primo, massiccio defensive end di 190 cm per 107 kg, milita nei Seaman Milano e ha 30 anni. Nella vita ha studiato farmacia e ora è tornato sui banchi universitari per diplomarsi in medicina. Il secondo, agile wide receiver di 188 cm per 85 kg, gioca nei Lugano Rebels (Serie C) e di anni ne ha appena compiuti 29. Lavora al Civico come medico assistente in chirurgia. La loro è una bella storia di passione, sacrificio e amore per questo sport. Una disciplina che in Svizzera è giocata solo a livello amatoriale. Ma che per i due - gli unici ticinesi in attività ad aver militato in serie A - rappresenta una passione enorme. Una passione nata a fianco degli studi in medicina e farmacia e che vale di più di dollari e fama. Li abbiamo intervistati.

Come è nata la vostra passione per questo sport? Da quanti anni giocate? Perché proprio questo sport e non i classici (alle nostre latitudini) calcio o hockey?

Andrea Fontana: «In realtà la mia passione è nata dopo l’uscita del film “Ogni maledetta domenica” con Al Pacino. A 18 anni sono partito da Mendrisio per andare a studiare al Poli di Zurigo e a 20 anni ho iniziato a giocare. Da allora, era il 2008, non ho più smesso. Nelle ultime due stagioni ho giocato a Milano, ma ora studiando e lavorando a Losanna, mi sto allenando con la squadra di Ginevra».

Juan Viscardi: «È uno sport particolare. Lo si vede molto nei film americani. Mi piace molto perché abbina strategia e attività fisica. Lo spirito di squadra e l’agonismo sono altri aspetti che amo del football americano. Ho iniziato a giocare anche io quando sono andato a studiare all’Università di Basilea. Due anni fa, tornato in Ticino dopo gli studi, ho deciso di accettare l’offerta dei Lugano Rebels. Attualmente sono uno dei due capitani dell'attacco».

Vi è già capitato di dover soccorrere un altro giocatore nel corso di una partita?

Andrea Fontana: «Mi è capitato di vedere infortuni seri. Quelli più terribili e impressionanti sono quelli che riguardano rotture ossee. L’istinto di andare a dare una mano c’è sempre. D’altronde medicina e football sono i miei interessi principali, ma, visto che a ogni partita è obbligatoria la presenza di un medico a bordo campo, non sono mai dovuto intervenire in prima persona».

Juan Viscardi: «Mi è già successo. Un mio compagno si era rotto l’avambraccio in un contrasto di gioco. Lo abbiamo stabilizzato sul campo e poi l’abbiamo portato all’Ospedale Civico. Non l’ho però operato io (ride)».

È difficile conciliare la professione di medico e gli impegni (allenamenti, partite) sportivi?

Andrea Fontana: «È tutta una questione di volontà e organizzazione. Per me il football americano è un modo per staccare la testa dal lavoro quotidiano. È una valvola di sfogo. Praticare uno sport, poi,  ti insegna tanto sia come disciplina che per l’impegno. Quindi no. Non è difficile. Basta volerlo».

Juan Viscardi: «Si è molto difficile. Ci vuole impegno e costanza anche perché si gioca solo 4 mesi all’anno. Il campionato è corto e intenso e negli altri otto mesi bisogna concentrarsi sul fisico. Solitamente nel corso della stagione si effettua un allenamento in palestra e tre sul campo. Mentre nell’offseason le sessioni in palestra passano a tre, mentre quelle allo stadio sono due».

Ci sono tanti professionisti nella rappresentativa svizzera?

Andrea Fontana: «No, nessuno. Solo gli stranieri hanno uno stipendio. In Svizzera il football è ancora vissuto in maniera amatoriale. Manca un po’ il sostegno finanziario e questo penalizza anche le infrastrutture. Ma con la passione si possono superare tutti gli ostacoli».

Juan Viscardi: «Solamente gli americani sono stipendiati. Alcuni giocatori appena usciti dal College e che non riescono ad entrare in NFL raggiungono i campionati del Vecchio Continente. I giocatori europei stipendiati si contano sulle dita di una mano. Mentre gli svizzeri non prendono nulla».

Da quanto tempo siete nazionali?

Andrea Fontana: «Sono 6 anni quasi consecutivi che gioco per la Nazionale. Ho saltato solamente una partita per infortunio. Ho giocato due europei del Gruppo B (uno in Svizzera e uno in Italia). In totale ho vestito la maglia rossocrociata per una quindicina di partite tra amichevoli ed europei. Nel nostro sport si effettuano pochi match in un anno, anche perché per recuperare ci vuole tempo. È molto difficile giocarne due in pochi giorni».

Juan Viscardi: «Sono in nazionale dal 2014. Ho giocato una decina di partite tra le qualifiche agli europei e le amichevoli».

Come sta andando la Nazionale rossocrociata? Quali obiettivi ha per il futuro?

Andrea Fontana: «Chris Winter, in carica da tre anni, è un allenatore ambizioso. Il suo obiettivo è essere tra le top europee. Attualmente siamo nel girone B. Vincerlo e essere promossi nel gruppo A è possibile. Ma poi non sarà facile mantenere il posto. Recentemente molte nazioni “nuove” (come la Polonia affrontata in amichevole a settembre) si stanno affacciando al palcoscenico del football europeo. Mancano un po’ le risorse per poter competere ad altissimo livello (Germania, Francia, eccetera). Noi cresciamo più lentamente».

Juan Viscardi: «Siamo una delle migliori squadre del Girone B. L’obiettivo principale è quello di mantenersi ad alti livelli in vista degli europei del 2020 e cercare la promozione. La nostra avversaria più quotata sarà l’Italia. Per noi ticinesi rappresenta un derby. Ogni inizio anno li affrontiamo nel “Trofeo delle Alpi” e nel 2016 li abbiamo battuti».

Commozioni cerebrali, il football americano è demonizzato per la sua durezza. Cosa ne pensa un medico?

Andrea Fontana: «È uno sport duro e di contatto. Ma anche l’hockey lo è. Si tratta di uno sport che richiede molta preparazione fisica. L’infortunio - come una commozione cerebrale - può capitare. Fa parte del gioco. La durezza è proprio uno degli aspetti che più mi affascina di questo sport».

Juan Viscardi: «Gli studi ci sono. Ma sono fatti solo sui professionisti che giocano da tantissimi anni ad alti livelli e solamente in alcuni ruoli. La statistica sui giocatori “normali” non mostra un’incidenza maggiore di infortuni rispetto agli altri sport come calcio o hockey».

La partita della vita?

Andrea Fontana: «Direi la finale di campionato di quest’anno con il Milano. Giocavamo contro l’altra squadra della città. Un derby in cui partivamo sfavoriti, visto che loro non perdevano da oltre 20 partite. Ma siamo riusciti a imporci soprattutto a livello mentale. Ci abbiamo messo determinazione e abbiamo alzato il trofeo».

Juan Viscardi: «Risale al 2014. Giocavo nei Basilea Gladiators. In finale di Coppa Svizzera affrontavamo i pluri-campioni dei Calanda Broncos. Li battemmo per 47-35. Un’altra partita memorabile fu quella giocata contro gli Swarco Raiders in coppa Europa ad Innsbruck davanti a 5'000 persone. Benché perdemmo fu un’emozione incredibile giocare davanti a un pubblico così caldo e in un clima stupendo».

Se dovessi affidare il lancio decisivo ad un quarterback, chi sceglieresti?

Andrea Fontana: «Se dovessi affidare la palla decisiva a un quarterback, sceglierei sicuramente Aaron Rodgers dei Green Bay Packers».

Juan Viscardi: «Tom Brady. La rimonta che ha condotto i suoi New England Patriots a vincere l’ultimo Super Bowl è da leggenda. Quella partita l’ho guardata con la squadra dei Rebels in un bar di Lugano».

La prossima stagione dei Lugano Rebels inizierà a fine marzo. Gli allenamenti sono già iniziati. Tutti gli interessati a questo sport possono trovare tutte le informazioni sul sito www.luganorebels.ch per “far parte della ribellione”.

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COMMENTI
 

comp61 6 anni fa su tio
bravi, lo sport é sport, ma mi sa che procura molti infortuni........

Frankeat 6 anni fa su tio
Mi ricordo quando qualche decennio fa (anni '80? '90) c'era la squadra dei Lugano Seaguls.
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