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LUGANOIl programma della seconda serata di Poestate

28.05.19 - 06:00
Letteratura, performance, teatro e poesia per un ricco venerdì
Rémy Steinegger
È ricchissimo il programma della seconda serata di Poestate, il 31 maggio.
È ricchissimo il programma della seconda serata di Poestate, il 31 maggio.
Il programma della seconda serata di Poestate
Letteratura, performance, teatro e poesia per un ricco venerdì

LUGANO - Venerdì 31 maggio è in programma la seconda serata di Poestate: un programma ricco e serratissimo, che terrà incollato lo spettatore alla sedia nel Patio di Palazzo Civico. Si parte come sempre dalle 18. Ecco l'elenco degli interventi previsti: 

Gilberto Isella nel corpo a corpo con la lingua dell’invenzione - Vincenzo Guarracino e Gilberto Isella.

Vincenzo Guarracino, poeta, critico letterario e d’arte, traduttore, è nato a Ceraso (SA) nel 1948 e vive a Como. Ha pubblicato: in poesia, le raccolte "Gli gnomi del verso" (1979), "Dieci inverni" (1989), "Grilli e spilli" (1998), "Una visione elementare" (2005); "Nel nome del Padre" (2008); "Baladas" (2007); "Ballate di attese e di nulla" (2010); in prosa, ha pubblicato "L’Angelo e il Tempo. Appunti sui dipinti della chiesa di Ceraso" (1987). Per la saggistica, ha pubblicato "Guida alla lettura di Verga" (1986), "Guida alla lettura di Leopardi" (1987 e 1998) ed edizioni critiche di opere di entrambi: di Giovanni Verga ("I Malavoglia", 1989, "Mastro-don Gesualdo", 1990, "Novelle", 1991, le novelle milanesi "Per le vie", 2008); di Giacomo Leopardi ("Diario del primo amore e altre prose autobiografiche", 1998) e l’edizione dell’autografo comasco dell’"Appressamento della morte", 1993 e 1998. Ha inoltre curato il carteggio Leopardi-Ranieri ("Addio, anima mia", 2003 e in nuova edizione 2016), il romanzo di Antonio Ranieri, "Ginevra o l’orfana della Nunziata" (2006). Nel 2010 ha pubblicato una biografia di Antonio Ranieri, "Un nome venerato e caro. La vera storia di Antonio Ranieri oltre il mito del sodalizio con Leopardi". Ha curato traduzioni dei Lirici greci (1991; nuova edizione 2009), dei Poeti latini (1993), dei Carmi di Catullo (1986 e 2005), dei Versi aurei di Pitagora (1988 e 2005), dei versi latini di A.Rimbaud, "Tu vates eris" (1988), dei "Canti Spirituali" di Ildegarda di Bingen (1996), del "Poema sulla Natura" di Parmenide (2006), de "La favola di Amore e Psiche" di Apuleio (2016) e dei Poeti Cristiani Latini dei primi secoli (Mimep-Docete, Passano con Bornago, Mi, 2017). È inoltre autore di una monografia sul regista e drammaturgo Bernardo Malacrida ("Il teatro tra passione e missione", 2008) e su "Antonio Spallino. Uomo, amministratore, sportivo, intellettuale" (Casagrande, Lugano-Milano 2013). 

Marco Vitale. La poesia degli anni - Gilberto Isella e Marco Vitale.

Gilberto Isella (Lugano 1943), è stato insegnante di italiano presso il Liceo Cantonale di Lugano. Poeta e critico letterario, ha scritto una trentina di libri, tra raccolte poetiche, plaquettes
con artisti e opere in prosa. La prima pubblicazione risale al 1989 ("Le vigilie incustodite"), l’ultima al 2019 ("Paesaggi e strappi"). Il suo percorso creativo comprende diversi filoni. Accanto a opere impregnate di pensiero filosofico, dove prevalgono gli interrogativi sul nostro essere al mondo, troviamo libri caratterizzati da tonalità ludiche e spesso grottesche. Al centro della recente raccolta "Arepo" c’è il complesso rapporto tra parola e immagine. Elementi costanti, nel lavoro di Isella, sono la sperimentazione linguistica e la ricerca di nuove forme espressive.

Marco Vitale (Napoli 1958) vive a Milano dove al lavoro al Politecnico unisce la traduzione letteraria e le collaborazioni editoriali. La sua opera poetica è raccolta nel volume "Gli anni" (Nino Aragno Editore 2018) e comprende i seguenti libri: "Monte Cavo", Edizione del Giano 1993, "L’invocazione del cammello", Amadeus 1998, "Il sonno del maggiore", Il Bulino 2003 (poi in Bona Vox, Jaca Book 2010), "Canone semplice", Jaca Book 2007, "Diversorium", Il Labirinto 2016. Numerose le sue edizioni di poesia a ti ratura limitata in collaborazione con artisti come André Beuchat, Elisabetta Diamanti, Carlo Lorenzetti, Loredana Müller, Gianluca Murasecchi, Giulia Napoleone, Enrico Pulsoni. Per i tipi di Josef Weiss (Mendrisio 2011) ha pubblicato il racconto "Port’Alba". Due suoi racconti sono usciti in edizione d’arte promossa da Alessandro Soldini con incisioni di Gianluigi Bellucci ("La prima neve", Zatter & Zueca 2018). Ha pubblicato la monografia "Parigi nell’occhio di Maigret", Unicopli 2000 (nuova edizione 2013) e cura, per la stessa casa editrice, la collana “Le città letterarie”. Tra le sue traduzioni le "Lettere portoghesi", Bur 1995, "Gaspard de la Nuit" di Aloysius Bertrand, Bur 2001, "Stanze della notte e del desiderio" di Jean-Yves Masson, Jaca Book 2008, "Miseria della Cabilia" di Albert Camus, Nino Aragno Editore 2011, "Vita e opinioni filosofiche di un gatto" di Hyppolite Taine, di prossima uscita per le edizioni d’arte Il ragazzo innocuo. Collabora a “Cenobio”, a “Poesia” e al sito letterario “Insula Europea”.

La lettura dei geroglifici - Sferico e Sara Sovrani.

Sferico, artista, traccia una scrittura visiva aperta a più vie di lettura, intreccio di piani che sbalzano il normale svolgersi della sintassi, l’uso del materiale letterale si avvale di eccezioni e sensi traslati, per questo “geroglifico”. Se il surreale è uno stato naturale nel sogno, Sferico lo fonde al quotidiano, in un’ottica di economia mistica urgente. Domande esistenziali di prima necessità. Frasi mobili si fondono all’immobilità dell’eterno in un paesaggio inesplorato. Scoprire i sentieri di percorrenza sarà lo scopo della performance a due.

Sara Sovrani, nata in campagna, tra orizzonti infiniti e giornate quiete, e trasferitasi in giovane età nel Comasco, porta questo anelito anche nella sua ricerca artistica e stile di vita. Alternandosi tra lavoro sociale e artistico Sara intraprende gli studi all’Accademia di belle arti di Bologna e il corso di Pedagogia Steineriana, in seguito studia restauro a Vicenza dove lavora nell’ambito della scultura. Trasferitasi a Lugano comincia la docenza come maestra di asilo alla scuola Steiner dove sente di poter coniugare arte e lavoro sociale.

Sferico: l’irrequietudine e il dubitare del sé gioca a favore di una lunga ricerca che vede l’artista impegnato nello scavo di una scrittura stilizzata e stretta, verso un simbolismo pragmatico. Sferico nasce in un villaggio in collina lontano dal mare, dove ha modo di sognare e interiorizzare i primi passi dell’esistenza, con una precoce sperimentazione artistica. Eclettico, idealista, con un’adolescenza segnata dalla dedizione all’arte, ancora quindicenne scolpisce la statua “Famiglia” e dipinge il quadro filosofico “...da Dio” firmandosi Sferico. Trascorre le vacanze lavorando negli scavi archeologici in Egitto e Israele, tenendo un diario di bordo, le pagine messe in salvo daranno origine al libro “Sketchblock” (edizioni easybook). Intraprende gli studi di architettura, saranno sei anni frenetici dove passa le notti a dipingere e scolpire. Conclusi gli studi d’architettura in diverse accademie, a Düsseldorf, a Milano e a Venezia, irrequieto, come lo definisce Fernanda Pivano, parte per avventurosi viaggi in autostop alla volta di musei e monumenti per capire la storia nella sua materia viva. Ha inizio una vera e propria odissea di avventure e sventure tipica di quell’età, ritratti nei romanzi “Luna di carne”, “Giorni di Sabbia”, “Adrenalina”. Approda a Parigi, dura gavetta e prime esposizioni collettive al Grand Palais, e personali nelle gallerie francesi come Galerie Vendôme, Galerie du Palais Royal, Galerie Christian Arnoux, Arver Space. In seguito, selezionato per il Museo d’Arte Contemporanea di Mosca, Tretjakov e per la Biennale di Scultura Contemporanea della città di Parigi. Esce il primo volume su “Lo Sferismo” presentato dal premio Nobel Sir John Eccles (Tranchida Editore). Prestigiosi eventi di scultura sono patrocinati dal Emiro Nahayan Mabarak Al Nahayan, ministro dell’educazione e della ricerca scientifica, sono allestiti negli Emirati Arabi. Tra i libri scritti da Sferico “Battuta di Caccia” record di copie vendute “Sketchblock” e “Geroglifici del tempo ultimo” scritto in Vietnam e tradotto in inglese, iniziando collaborazioni con settimanali e giornali, in uscita il volume “Sferismo & la Pittura Filosofica” italiano-inglese, e un nuovo libro di scrittura geroglisfica in uscita a fine anno. La città di Opatia, in Croazia, ha collocato nella piazza principale l’opera “Famiglia” in marmo statuario. Sferico si divide tra i cantieri di marmo del Vietnam, dove realizza sculture grandi in marmo e basalto, fonderie francesi e italiane, e la realizzazione del nuovo progetto di sculture in scala monumentale con materiali leggeri dell’ultima generazio ne, continuando a scrivere d’avventura nei suoi viaggi.

Il presente: l'attesa e il rimpianto - Chantal Fantuzzi, Daniela Patranascu e Francesco De Maria.

Due scrittrici, due poetesse. Diverse per origine, per età, per ispirazione, per stile. L’una amante di un passato antico più di due secoli, l’altra rivolta con slancio al futuro, verso un “mondo
migliore”. Due personalità complesse e avvincenti, con vene poetiche piene di mistero. Il presente: l’attesa e il rimpianto. La performance ha un titolo che dev’essere spiegato. C’è una
contrapposizione di personalità, di temi e di vissuti.

Martine Chantal Fantuzzi, ventitré anni, aureata con Lode in Lettere Classiche con Tesi in Filologia Latina, laureanda alla Magistrale con tesi in Filologia Greca, scrive per Ticinolive.ch. Autrice di tre tragedie in versi, la prima delle quali, "La Sposa dei Ghiacci", pubblicata sulla rivista internazionale accademica Purloined Letters. An International Journal of Quotation Studies (n.15, 2017) è stata presentata a Poestate 2017. La seconda, "Margherita Farnese", è attualmente in fase di pubblicazione e la terza, "La Tessitrice", è inedita. Vincitrice del Primo Premio Poesia per il Premio Piazza Alfieri 2018 al Centro Studi Alfieriani di Asti con "Quel sonettaccio primogenito!", commedia in un solo atto, alla maniera di Vittorio Alfieri, in versi ottanta totali. «È Vittorio Alfieri da Asti che voglio omaggiare: straordinario tragediografo, scrittore, poeta, commediografo. Ecclettico e sublime come un cielo al tramonto, ei fu capace di render rediviva la tragedia classica in versi e di restituirla al suo presente».

Daniela Patrascanu è conosciuta come pittrice ma, oltre a essersi espressa anche nel teatro, televisione e moda, pochi sanno che immortala le sue emozioni scrivendo dall’età di 15 anni. Alcune delle sue poesie sono state pubblicate su giornali, riviste e antologie, declamate in radio e TV e due sono state premiate a Firenze e Melbourne. Il primo volume di poesie pubblicato nel 2018 si intitola “ Un mondo migliore” e raccoglie liriche scritte tra il 2001 e il 2018. Daniela spazia tra l’amore puro della mamma per suo figlio, l’amore e l’eros della donna per il suo amato, la filosofia e la spiritualità di una persona matura e saggia, integrando percezioni e desideri, sogni e realizzazioni e indicando quello che si dovrebbe fare e come si dovrebbe essere tutti per ottenere un mondo migliore.

Francesco De Maria Nato a Lugano nel quartiere del Bertaccio; luganese da una vita ma patrizio di Leventina. Ha studiato al Patrio liceo e mai potrà dimenticare i professori Romano Amerio e Ambrogio “Gino” Longhi, che aprirono la sua mente giovanile. Dopo aver intrapreso studi di filosofia (mai veramente amati e mai conclusi) e ha conseguito il dottorato in Scienze matematiche all’Università statale di Milano. Dopo quattro anni di assistentato in atenei svizzeri ha insegnato a Lugano 1 per trent’anni, amando il suo lavoro. Da sempre appassionato giocatore di scacchi e di bridge, i “re” dei giochi intelligenti, si è ritrovato (quasi per caso) a organizzare un grande torneo internazionale di scacchi, il celebre “Open” luganese, e lo ha fatto dal 1980 al 1989, accogliendo al Palazzo dei Congressi ogni anno più di 400 giocatori e famosi campioni come Karpov, Spassky e Korchnoi. Dal 2011 gestisce il portale online Ticinolive che si occupa di politica, attualità cantonale e internazionale, arte e cultura, eventi, con un ampio corredo di interviste a personalità di ogni genere. Non ha mai fatto politica attiva però conosce bene gli onorevoli e ha spesso commentato le vicende politiche. È ben nota la sua invincibile avversione per il “politicamente corretto”. Ama le lingue antiche, la letteratura e la storia, in particolare la storia medioevale e le avventure delle grandi dinastie.

Mercati generali - Mauro Valsangiacomo, Daniele Bernardi e Massimo Daviddi.

"Mercati generali e altre poesie" di Leonardo Marcacci Rossi. Alla chiara fonte editore Solo pochi intimi, ad oggi, conoscono la poesia di Leonardo Marcacci Rossi (Brissago, 1955-1995). Autore originale, pressoché autodidatta, Leo – come, ancora, lo chiamano gli amici – è vissuto tra il Ticino, Roma e Parigi. Nel corso della sua breve e intensissima vita ha lavorato a due raccolte di versi: la prima, "Cicale e petardi", apparve parzialmente su «Bloc notes» nel 1980; la seconda, "Mercati generali", era stata invece consegna ta a un amico nel 1995. A distanza di molti anni, la casa editrice Alla chiara fonte dedica oggi, con grande piacere, un volume che riunisce integralmente le due sillogi e una selezione di brani sciolti. L’infuocata scrittura di Leonardo Marcacci Rossi – una scrittura, in parte, influenzata da Amelia Rosselli, ma non per questo priva di un’identità autonoma – rappresenta, da un lato, gli esiti di un’avventura esistenziale vissuta appieno, dall’altro quanto resta di un’epoca unica, oggi, lontanissima.

Daniele Bernardi, attore e autore, si forma soprattutto all’interno del Teatro delle Radici, sotto la guida di Cristina Castrillo. Oltre ad aver lavorato con vari registi, ha ideato spettacoli dedicati all’opera di V. Majakovskij, S. Esenin, B. Dylan e M. Foucault. Dal 2015 aderisce al progetto artistico della compagnia Opera retablO, di Ledwina Costantini. È insegnante di teatro in varie strutture, con una particolare attenzione all’esclu sione sociale. Inoltre, collabora regolarmente con la RSI-Rete Due e i periodici «Cenobio», «Azione», «Ticinosette». Ha curato la raccolta di scritti giornalistici di Antonio Porta "Abbiamo da tirar la vita" (Edizioni Cenobio, 2013) e la raccolta "Mercati generali e altre poesie" di Leonardo Marcacci Rossi (Alla chiara fonte, 2018). Nel 2016 l’editore Casagrande ha pubblicato la sua raccolta poetica "Gabbie per belve".

Massimo Daviddi. Nato a Firenze nel 1954, ha trascorso parte della sua vita a Milano e Luino: da diversi anni risiede a Mendrisio, Cantone Ticino. Ha lavorato nel campo della formazione
degli adulti e nella progettazione e coordinamento di esperienze ed eventi culturali. La prima raccolta di poesia è, “Zoo Persone”, edizioni Ulivo, Balerna 2000. Con “L’oblio sotto la pianta”, edizioni Casagrande, Bellinzona 2005, è finalista al premio Viareggio Rèpaci e al premio Orta San Giulio, 2006. Testi inediti sono pubblicati nell’Almanacco dello Specchio, Mondadori, Milano 2007. Con “Il silenzio degli operai”, edizioni “La Vita Felice”, Milano 2012, gli viene assegnato il premio Federale di letteratura. Nel 2014 è finalista al premio, ‘Ultima Frontiera’, Volterra. È stato invitato al Festival della letteratura di Soletta; al Festival internazionale della poesia di San Benedetto del Tronto e a quello di Genova. Ha tenuto letture a Milano, Roma, Heidelberg, Ascona, Ginevra. Il suo ultimo lavoro è "Madre Assenza", edizioni ‘La Vita Felice’, Milano 2017. Scrive per il quotidiano ‘la Regione’, pagine Cultura e Società. Alla Chiara Fonte Editore pubblica piccoli libri di poesia fin dal 2001.

Le parole della poesia - Giancarlo Stoccoro.

Le parole della poesia abitano il corpo, non stanno mai troppo a lungo sulla pagina; scendono in strada fulminee. Bighellonando un po’, sembrano passare di soglia in soglia e già si trovano oltre confine. Fanno orecchie da mercante e hanno occhi fragili che temono la luce. Prediligono il crepuscolo quando, silenziose e furtive come gatti, catturano le immagini. Mettendole a fuoco, si sgranano, per tornare a farsi carne nella ruga di un volto sconosciuto. Così a me capita da quando ero piccolo. Ricordo la sorpresa, le parole che cambiano traccia. Giocavo a macchinine lungo il muretto nel giardino innevato di fresco. Un’immagine nitida, precisa, l’abbraccio di mio padre, scomparso da poco all’inizio dell’inverno più rigido della mia vita. Non è più spesso il ricordo, non si taglia a fette come la nebbia, piuttosto squarcia la forma di un luogo ancora provvisorio. I tempi della scuola, le cose da sapere bene prima di parlare, lasciano esangui le parole e riempiono di silenzio le stanze di casa. E la poesia resta per anni rintanata nel bosco, intenta a forgiare strumenti di incondizionata resa. La prima frase è sempre la più difficile, dicono alcuni, e questo è vero nelle interrogazioni e nei temi ma, nel verso che si professa libero, è quasi sempre l’ultima parola a non farsi trovare. Si avvicina alla sosta del cuore, pianta la sua tenda in ogni dove, incurante del tempo e di quello che c’è. La poesia non chiede ospitalità, la offre da sé. Anche quando sembra arrivare da lontano, smarrita e confusa, scalza e affamata, è lei che nutre e lava, mette le toppe al mondo, cuce le ferite e risana. (Giancarlo Stoccoro, "Il negozio degli affetti", Gattomerlino/Superstripes, Roma 2014).

Giancarlo Stoccoro (Milano 1963) è psichiatra e psicoterapeuta. Studioso di Georg Groddeck, ha curato e introdotto l’edizione italiana della biografia (“Georg Groddeck Una Vita”, di W. Martynkewicz, Il Saggiatore Milano, 2005) e altri saggi (“Pierino Porcospino e l’analista selvaggio”, con scritti inediti di Groddeck e di I. Bachmann e il contributo di autori vari, ADV Lugano, 2016; “Poeti e prosatori alla corte dell’ES”, con il contributo di D. Bisutti, F. Buffoni, M. De Angelis, A. Defilippi, M. G. Calandrone, L. Liberale, F. Loi, F. Mancinelli, U. Piersanti, F. Pusterla, G. Rosadini, F. Serràgnoli, M. Silvera, G. Tesio, AnimaMundi Otranto, 2017). Suo è il primo libro libro che esplora il cinema associato al Social Dreaming ("Occhi del sogno", Fioriti Roma 2012). Ha vinto diversi premi di poesia e pubblicato numerose sillogi (tra queste: “Consulente del buio”, pref. di Giovanni Tesio, L’Erudita, 2017 e “La dimora dello sguardo”, Fara editore 2018, “Prove di arrendevolezza, Oèdipus 2019). È di prossima pubblicazione “La disciplina degli alberi” (Premio Arcipelago Itaca per l’inedito 2018) con la prefazione di Paolo Steffan. Cura i blog ladimoradellosguardo.it e ciaksisogna.it

Deserto di parole - Michele Vannini.

Care lettrici e cari lettori, vi presento questo scritto come il mio primo libro. L’idea di scrivere e di riunire sotto un unico libro queste poesie è nata dal desiderio di creare un confronto tra la Musica - di cui sono appassionato - e la Parola. La scelta della poesia é data dalla mia considerazione personale che essa riesca ad esprimere al meglio il sé della persona, e quindi le proprie emozioni ed esperienze, infatti la definisco come “espressione liberatoria della mente”; è per questo motivo che mi piace spesso creare dei legami anche con elementi quali la libertà e la natura, che io vedo e considero tra i beni più preziosi che ognuno, dentro di sé, possiede. Ho intitolato questo libro “Deserto di Parole” ispirandomi a quello dell’ultima poesia, la quale vuole congedare ogni parola, lasciando come risultato un deserto. Un ringraziamento speciale lo devo a mio fratello Gabriele, il quale mi ha gentilmente concesso alcuni dei suoi dipinti che ho abbinato alle rispettive poesie.

Michele Vannini è un giovane poeta di 19 anni nato a Lugano. Sta concludendo il liceo all’Istituto Elvetico con l’indirizzo di scienze umane. Studia pianoforte al Conservatorio della Svizzera Italiana. Michele Vannini ha già in suo attivo una raccolta di poesie inedite che faranno parte di un suo primo libro in prossima uscita.

Parole come pietre - Gerri Mottis.

Poesie su un mondo che trasmuta. Attraverso “Parole come pietre”, Mottis scandaglia la cruda quotidianità di catrame e mattone, disgregazione e indifferenza, consegnando alla carta (come scolpendola su una roccia) una realtà multiforme che si fa non solo amarezza per un presente trasmutato, ma anche viva emozione, desiderio, speranza.

Gerry Mottis, 1975, di Lostallo GR, risiede oggi a Camorino. Ha ottenuto il Master in Letteratura Italiana a Friburgo nel 2001. È insegnante di italiano e storia alle scuole medie di Roveredo GR. Scrittore dal 2000, ha pubblicato otto opere tra cui il romanzo storico “Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo” (Capelli 2017).

Dancing Queen - Luca Dattrino.

Racconti brevi, taglienti ma delicati, autoironici. Una narrativa fluida, scorrevole. Storie minime, originali, alcune di riconoscibile quotidianità, altre che sfociano nell’assurdo, nei ricordi o in un
presente di dolce nostalgia. Ma tutte con un prezzo da pagare. L’autore non si risparmia, mettendosi a nudo con trasparenza e dando vita ad una raccolta di 27 racconti dinamica e piacevole. In “Strip”, l’idea di non lasciar morire un aspirante suicida è semplicemente geniale. (Andrea Bianchetti, poeta e scrittore). «Spegnendo Rimmel, auto e luce del garage e finalmente salendo gli scalini verso casa, Lucio capì di non essere solo. Con Graziella e Stefano, ora, aveva quel che in fondo sapeva già di avere senza però esserne sicuro. Era il suo presente, il grimaldello per il suo futuro. La certezza di tutto. Un ordine, un ideale. Una bandiera. Graziella e Stefano erano il suo piccolo esercito. Piccolo ma invincibile: una donna, sopra in bagno a struccarsi, perplessa ma un po’ più serena per quanto era accaduto prima... e un ragazzino ancora ignaro di quanto facesse schifo la vita dei grandi, in attesa di quel «’notte, piccolo, a domani» che era sempre stata una sua certezza. Come la pizza del giovedì». (da “Rimmel”) “Dancing Queen” è stato presentato al salone di Torino il 10, 11 e 12 maggio.

Luca Dattrino ha vissuto a Morgins, Ginevra, Brighton, Milano e Legnano, prima di far ritorno in Ticino. Per quasi vent’anni ha svolto la professione di giornalista, scrivendo per tre quotidiani
e un settimanale, occupando mansioni di caporedattore. Dal 2005 è attivo come docente nelle scuole professionali (area della Cultura generale). Ha pubblicato “Pastorizzati” , con il giornalista Spartaco De Bernardi (1997, Salvioni arti grafiche edizioni), “Nel nome dei rifiuti” (2003, Consumedia), “Mettersi in proprio” (2004 e 2010, Consumedia), “Disoccupazione” (2005, Consumedia), “Lo spirito della valle” (2011, Salvioni arti grafiche edizioni) e “Nostalgia e dintorni”, (2015, collana I racconti, ANA-edizioni). Oggi vive e lavora a Bellinzona (Svizzera).

Scrivere con il corpo - Cristina Castrillo.

Partendo da una particolare maniera di scrivere i testi teatrali del Teatro delle Radici, Cristina ci parlerà non solo dell’utilizzo di un modo d’intendere la scrittura rivolta al teatro, ma dell’enigmatica fusione di un corpo alle parole. In ultima istanza sulla presenza di una scrittura fisica che non necessariamente precisa di parole per esprimersi.

Cristina Castrillo: oltre cinque decenni dedicati professionalmente al teatro; dalla nascita (negli anni ’70 in Argentina) del Libre Teatro Libre, una delle più note compagnie latino-americane fino alla fondazione (nel 1980 in Svizzera) del Teatro delle Radici. La multiforme esperienza di questo percorso (come attrice, pedagoga, scrittrice e regista), le ha permesso di collaudare, prima su se stessa e poi con numerosi attori, gli aspetti fondamentali del suo approccio al teatro. Ha creato una trentina di spettacoli e tenuto rappresentazioni e laboratori per attori in 39 paesi che vanno dall’Europa all’America latina, dall’Asia all’Africa, dal Medio oriente all’Australia. Fonda e dirige il Laboratorio Internazionale per la formazione e la ricerca teatrale (1990), appuntamento che annualmente convoca attori di diverse provenienze e culture. Ha pubblicato “Attore-Autore”, “I Sentieri dell’Acqua”, “Trilogia dell’assenza” e “Voci peregrine” contenenti quasi tutti i testi degli spettacoli creati. La sua ultima pubblicazione è “Tracce – la mappa di un mestiere”, che contiene gran parte del suo percorso teatrale e metodologico. Nel 2014 ha ricevuto il Premio per il Teatro, assegnato dall’Ufficio Federale della Cultura.

LocarnOFF - Roberto Raineri-Seith.

“LocarnoOFF”, ovvero l’underground musicale, artistico e culturale locarnese degli anni 80 e 90. Un amarcord a cura di Roberto Raineri-Seith, in forma di work in progress, sulla scena musicale, artistica e culturale underground locarnese degli anni Ottanta - primi anni Novanta. A carattere soprattutto foto/grafico, pubblicato inizialmente online in forma di blog e in seguito idealmente anche come volume, è rivolto unicamente ai progetti ed eventi in massima parte autoprodotti o realizzati fuori dal contesto istituzionale (gallerie, musei ed enti legati alla cultura ufficiale) nel periodo compreso tra i primi anni 80 e i primissimi anni 90. Il taglio dichiaratamente autocelebrativo della narrazione va inteso come omaggio, più che alle minor celebrities locali
protagoniste della stessa, soprattutto a quella che anche nella piccola e provinciale Svizzera italiana fu un’epoca straordinaria per creatività, spirito di innovazione e di rottura oltre che di ostilità totale ad ogni forma di compromesso esistenziale. Con “off” e “underground” si intende poi unicamente la scena legata ad espressioni innovative e di rottura rispetto al mainstream dell’epoca e genericamente ispirata dal movimento post-punk, new / no-wave e “industrial-electronics” che nel Locarnese ebbe una certa importanza. Per quanto attiene alla limitazione geografica al Locarnese essa è tale solo nella fase iniziale del progetto, che sarà in seguito esteso a tutta la Svizzera italiana e in particolare a Lugano, dove fine 70 - primi 80 fu attiva una scena new wave molto interessante grazie soprattutto a Pier Poretti, Edo Bertoglio e ciò che ruotava attorno al magazine T-Ribalta.

Roberto Raineri-Seith vive ad Ascona e San Pantaleo, Sardegna. Fotodesigner SBF, dal 2003 al 2011 è stato presidente dell’associazione dei fotografi di studio e pubblicitari svizzeri di cui è ora membro onorario. Dal 2008 al 2011 è inoltre stato membro della commissione di qualità responsabile per la formazione svizzera di Fotodesigner dipl. fed. e della direzione del “Büro für Fotografiegeschichte Bern”. “1° Premio della fotografia 1994” della Società Ticinese di Belle Arti. È rappresentato dalle gallerie ArteF, Zurigo, e Cons Arc, Chiasso. Dai primi anni 80 è inoltre compositore di musica elettronica e field recording artist con i progetti controlvoltage.org e askla.ch. Parallelamente, come giornalista freelance ha collaborato con diversi quotidiani e periodici della Svizzera italiana e pubblicato i volumi “Il luogo che non c’e’” (Casagrande, 1997) e “Ticino graffiti” (Pedrazzini, 1992). Dal 1990 al 1994 è inoltre stato responsabile per la comunicazione di un’importante azienda del settore privato. www.raineri-seith.com.

Cultura di stato e cultura indipendente tra autoreferenzialità e apertura - dibattito pubblico (vedi articolo allegato).

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