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Scamarcio e Rohrwacher aprono il Festival

CANTONEScamarcio e Rohrwacher aprono il Festival

07.08.19 - 21:30
“Magari” di Ginevra Elkann inaugurerà stasera Locarno72. Nel pomeriggio, la regista e i protagonisti del film - Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher - hanno incontrato la stampa
keystone-sda.ch/STF (URS FLUEELER)
Scamarcio e Rohrwacher aprono il Festival
“Magari” di Ginevra Elkann inaugurerà stasera Locarno72. Nel pomeriggio, la regista e i protagonisti del film - Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher - hanno incontrato la stampa

LOCARNO - In proiezione alle 21.30 in Piazza Grande, “Magari”, il primo lungometraggio di Ginevra Elkann, dà il via alla 72esima edizione del Locarno Festival, la prima con la direzione artistica di Lili Hinstin. 

Figli di genitori divorziati, Alma (Oro De Commarque), Jean (Ettore Giustiniani) e Sebastiano (Milo Roussel) da Parigi giungono a Roma per fare visita al padre Carlo (Scamarcio). Durante una vacanza al mare, d’inverno, anche con la compagna di Carlo, Benedetta (Rohrwacher), le tensioni emergono. Ma la piccola Alma, in particolare, custodisce costantemente dentro di sé un sogno, quello di vedere riunita la sua famiglia. 

Ginevra Elkann - nipote di Gianni Agnelli, nonché sorella di John e Lapo - ha costruito alla perfezione una pellicola tenera e intensa (la cui uscita nelle sale è prevista il prossimo mese di marzo), servendosi di quella multiforme innocenza dei bambini.

«Il progetto nasce da un sentimento autobiografico, che nel film è quello di Alma: il suo “magari” - un termine che raccoglie felicità e malinconia - era il mio di quando ero bambina», spiega Elkann. «I miei genitori si sono separati quando ero molto piccola: e avevo un sogno, quello che un giorno, “magari”, mio padre e mia madre potessero ritornare insieme». «Nel corso del tempo, poi, ho scoperto che tanti altri bambini provano quel medesimo movimento emotivo. E da lì, con Chiara Barzini, con la quale ho scritto il film, mi è sembrato interessante raccontarlo». Di conseguenza, la costruzione dei personaggi è avvenuta osservando «le vite di tanti padri, di tanti figli, di tante famiglie», malgrado la massiccia componente autobiografica.

Una pellicola dentro cui, in corso d’opera, Ginevra Elkann ha portato anche i suoi familiari, attraverso piccoli cameo del marito e dei suoi tre figli, così come del fratello John. Lapo, però, non si è visto: «No, nel film lui non c’è», afferma la regista sorridendo.

Riccardo Scamarcio, dal canto suo, si è cucito addosso perfettamente il ruolo di padre. Lui che di figli, nella vita vera, ancora non ne ha: «Quando Ginevra mi ha chiesto di interpretare Carlo - spiega l’attore - le ho subito fatto notare la più grande difficoltà che avremmo avuto: interagire per un mese e mezzo con tre ragazzini alle prime armi. Tre ragazzini e un cane, per di più, con il rischio che saremmo potuti sembrare tutti cani (ride). Per cui le ho chiesto in quale modo intendesse lavorare... Devo dire che ci siamo capiti subito, individuando la strada giusta da perseguire ed evitando, per un film del genere, di entrare in una ripresa monolitica: alla fine è il gioco che ci ha guidato tutti».

«Ciò che mi piace di “Magari” - prosegue l’attore, prima di lasciare la parola ad Alba Rohrwacher - è che si cercato di mettere in scena quello che i personaggi non si dicono: l’incapacità di comunicare, che è molto difficile da portare al cinema. E Ginevra, secondo me, c’è riuscita». 

«Sono d’accordo con Riccardo - aggiunge l’attrice - Era importante guardare dove questi personaggi non si esprimevano e, soprattutto, osservare le dinamiche che a poco a poco si creavano...».

Una pellicola, “Magari”, che guarda all’idea di famiglia: un concetto oggi come oggi fortunatamente più ampio, anche rispetto agli anni Novanta, periodo in cui è ambientato il film: «La famiglia - conclude Ginevra Elkann - è dove c’è l’amore. È l’amore che è fondamentale».

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COMMENTI
 

marco17 4 anni fa su tio
Visto il cognome della regista per forza che ci voleva un cane tra gli interpreti. Avrebbe potuto arricchire il bestiario mettendoci anche il fratello.
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