All'Usi un corso per indagare il tema sotto il profilo etico-filosofico: il computer si emoziona? Ha desideri? Responsabilità morali?
MANNO - Lo scorso anno, in Svizzera era novità assoluta. Ticino a fare da apripista, nell'offrire quello che resta il primo master di intelligenza artificiale, proposto dalla facoltà di scienze informatiche dell’Usi in collaborazione con l'istituto Dalle Molle. Studenti da ogni parte del mondo: in secondo luogo l'Italia, certo, ma anche l'America, l'Ucraina, il Portogallo, l'India, la Cina.
L'interesse cresce, assieme alle preiscrizioni - Un anno dopo, è già tempo di mettersi a riflettere. Il percorso di studi resta, non poteva essere altrimenti, con le sue preiscrizioni in evidente crescita; ma si approfondisce e si apre alla filosofia, per indagare il tema sotto il profilo etico.
La tecnica non basta - «Il nostro non è mai stato un interesse puramente tecnico – spiega Luca Gambardella, direttore dell'istituto Dalle Molle per l'intelligenza artificiale – Oltre a spiegare "che cosa fa" e "come", abbiamo sempre cercato di porre delle domande su quali fossero i confini da non varcare a cuor leggero. Fino a che punto delegare? La macchina, sempre più "bodyless", fa semplicemente al posto nostro o è una sorta di consigliere artificiale che ci lascia la decisione ultima? Dove stiamo andando?».
Ma il computer è buono, cattivo o niente? - Domande che il nuovo corso in partenza nella primavera 2019, erogato all'interno del master di filosofia, prova a declinare più nello specifico sul pensiero "umano" di una macchina. «Può un computer ragionare come un uomo, provare emozioni e desideri, essere buono oppure cattivo, prendersi la responsabilità morale delle proprie azioni, scoprirsi consapevole si se stesso?». A questi quesiti, che sono anzitutto dubbi, si proverà a rispondere, cavalcando un argomento di attualità e di moda destinato a dominare il business prossimo e futuro.
Non facciamoci sorprendere - Chatbot, previsioni finanziare, traduzioni, guida autonoma o anche riconoscimento dei tumori: le applicazioni dell'AI sono infinite. Il rischio di lasciarsi cogliere di sorpresa elevato, se non ci si ferma a riflettere subito e capire. Serve fermarsi? E dove?