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CANTONEIl giorno dopo la "marea verde"

21.10.19 - 11:27
Il trionfo ottenuto da Verdi e Verdi liberali occupa ampio spazio sulle prime pagine dei quotidiani svizzeri
Keystone (archivio)
Il giorno dopo la "marea verde"
Il trionfo ottenuto da Verdi e Verdi liberali occupa ampio spazio sulle prime pagine dei quotidiani svizzeri

BERNA - Il giorno dopo le elezioni federali i commenti della stampa sottolineano il trionfo ottenuto da Verdi e Verdi liberali, un sisma di rare proporzioni per il solitamente statico panorama politico elvetico. Uno scossone tale che, combinato a un establishment col fiatone, porta qualcuno a interrogarsi sulla composizione futura del Consiglio federale. Parallelamente però, ai vincitori viene chiesta concretezza e capacità di adattamento.

"Neue Zürcher Zeitung" - Come previsto, il dibattito sul clima ha fatto schizzare verso l'alto le quotazioni dei partiti ecologisti, mentre il PLR ha limitato i danni e pure l'UDC tira un sospiro di sollievo, dato che nonostante tutto ha ancora quasi dieci punti percentuali di vantaggio rispetto alla concorrenza. In casa liberale radicale, la recente svolta in materia di politica climatica ha probabilmente evitato un flop ben peggiore. È comunque innegabile che il campo borghese - pur considerando la resistenza opposta dal PPD - nel suo complesso abbia perso terreno, mentre tutte le sfumature di verde hanno avuto successo. I risultati usciti ieri dalle urne chiaramente modificano le condizioni quadro per i prossimi quattro anni. Politica europea a parte, le formazioni borghesi hanno ora più che mai bisogno di compattezza.

"Tages-Anzeiger" - Tenendo conto che siamo in Svizzera, terra non nota per gli scossoni politici, il risultato delle federali è stato travolgente: sia Verdi - record assoluto di poltrone guadagnate in un colpo solo - sia Verdi liberali hanno più che raddoppiato i loro seggi. Al Nazionale, i Verdi, grazie ai loro 28 mandati, hanno quasi la stessa forza del PLR. Senza scordare i 16 in mano ai Verdi liberali. Uniti, i due partiti di estrazione ambientalista sono quindi secondi solo all'UDC nella Camera del popolo. Ora però, gli ecologisti devono anche dimostrare di essere in grado di condurre una politica di maggioranza. Finora, le loro iniziative popolari, come quelle sull'abbandono del nucleare e per derrate alimentari prodotte in modo equo, sono state infatti ritenute troppo estreme da parlamento ed elettori. Alle Camere, sono le coalizioni variabili e non i blocchi rigidi a fare la differenza.

"Blick" - Ci si aspettava un'onda verde, è arrivata una marea. Ormai il verde è diventato uno stile di vita. Ma oltre a questo colore presente nei loro nomi, non c'è altro a unire Verdi e Verdi liberali, che altrimenti sono distanti tanto quanto lo sono PS e PLR. Gli elettori dei due partiti ecologisti hanno una visione del mondo diversa, ma una richiesta comune: i cambiamenti climatici vanno presi sul serio e pertanto vanno adottati provvedimenti. Da decenni la Svizzera è sinonimo di stabilità incrollabile, con oscillazioni minime tra le varie forze. Forse ora stiamo per diventare un Paese normale, dove ha enorme successo chi cavalca il tema del momento.

"Berner Zeitung" - I partiti ecologisti hanno vinto queste elezioni. L'affermazione verde è storica e probabilmente è dovuta alla mobilitazione dei giovani elettori. Il messaggio del popolo è chiaro: il cambiamento climatico non può più essere ignorato. Se i trionfatori daranno seguito agli slogan della loro campagna, sono in arrivo misure per limitare consumi e mobilità in tutto il Paese. Sono necessarie soluzioni alla questione climatica sostenibili anche per chi abita in campagna, per il commercio e l'industria.

"Basler Zeitung" - Lo spostamento a livello di forze politiche è notevole in una nazione la cui stabilità è unica sulla scena internazionale. Fa pensare a quanto sta avvenendo in Germania, dove i Verdi da tempo sono in progressione, erodendo l'elettorato dei socialdemocratici. Sarebbe scorretto e semplicistico bollare il risultato unicamente come "scelta per il clima". La destra ha affrontato la questione in modo diverso, ma alla fin della fiera la punizione è arrivata ovunque e unanime sia per l'UDC, che ha preso in giro gli "isterismi" degli ecologisti, sia per il PLR, che ha cercato di rimediare all'ultimo palesando, per volere della sua leadership, la propria volontà di avere un occhio di riguardo per l'ambiente. Entrambi i partiti hanno ricevuto uno schiaffo per il loro lavoro durante l'ultima legislatura.

"Le Temps" - Prima pagina dedicata a un'eloquente vignetta firmata dal celebre disegnatore Chappatte, ritraente una pala eolica che strappa dalle mani di un sostenitore dell'UDC, raffigurato in abiti tradizionali, la bandiera rossocrociata. Una buona dose di ecologia viene infusa nel Parlamento, ben oltre le attese. Gli ecologisti, sia di sinistra sia di destra, si impongono come mai prima all'interno di istituzioni conosciute per la loro stabilità e conquistano bastioni che sulla carta potevano a malapena sognare. Che ci piaccia o no, la formula magica come la conoscevamo esce sconvolta dalle urne. Il Consiglio federale prima o poi dovrà tingersi di verde.

"Tribune de Genève" - In Svizzera, lo Stato più stabile dell'Universo, la progressione del 6% registrata dai Verdi - per non parlare della performance dei "cugini" del PVL - si può quasi considerare un cambio di regime. Ma il difficile arriva ora per gli ecologisti, chiamati a provare ai cittadini che, al di là dei bei discorsi fatti tra un volo EasyJet e l'altro, si possono concretamente cambiare aspetti della vita delle persone.

"24 heures" - I Verdi non potranno accontentarsi di surfare l'onda Greta Thunberg o quella dell'apocalisse climatica. In questo senso, la buona performance dei Verdi liberali è una notizia positiva. Per un Paese come il nostro, la transazione energetica deve essere anche di stampo economico.

"La Liberté" - Il futuro ci dirà se gli stessi che hanno votato ecologista accetteranno tasse sulla benzina e sui biglietti aerei. Per quel che concerne il Consiglio federale, i Verdi non sono ancora maturi. È vero che sono il quarto partito in termini di preferenze degli elettori, ma il PPD li sopravanza alla voce poltrone nelle due Camere. Inoltre, nessun posto vacante si profila in governo e per condurre a un'elezione nell'esecutivo, l'avanzata dei Verdi dovrà essere coerente con i loro slogan: durevole.

"Corriere del Ticino" - I numeri dicono che la poltrona di Ignazio Cassis in governo spetta a un consigliere federale verde. L'onda ecologista che ieri ha investito gli altri partiti rischia così di trasformarsi in uno tsunami per il canton Ticino e per il PLR. Per Greta Gysin c'è stata anche la solare rivincita interna sui personaggi che fino all'altro ieri avevano fatto il bello e il brutto tempo nel partito, vale a dire Sergio Savoia e Franco Denti. L'UDC Marco Chiesa ha ottenuto un successo personale incredibile, in controtendenza rispetto al resto del Paese. Tra i perdenti di ieri oltre alla Lega c'è la congiunzione al centro, sebbene il PPD abbia conservato il seggio per il rotto della cuffia.

"La Regione" - L'avanzata degli ecologisti accende la miccia del dibattito attorno all'attuale formula magica in Consiglio federale. L'esito della partita dipenderà da come voteranno le forze di centro: più precisamente il PPD, in alcuni cantoni alleato del PLR di Ignazio Cassis, e i Verdi liberali. Il risultato eccellente di Greta Gysin dimostra che anche a sud delle Alpi c'è voglia di una nuova politica ambientale, che ha fatto breccia grazie a volti più credibili rispetto a prima (Savoia) e grazie a politici in grado di tessere alleanze. Guardando agli sconfitti, altro insegnamento è che si premia l'originale e non le copie dell'ultima ora (svolta verde del PLR di Petra Gössi).

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COMMENTI
 

Monello 4 anni fa su tio
...solo un onda poi ci sarä il riflusso !!attendiamo ..il tempo è galant uomo !!

SSG 4 anni fa su tio
Risposta a Monello
già visto nel 1987....
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