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PORZAQuando concordanza e collegialità vengono calpestate

13.04.21 - 18:57
Gruppi PLR e PPD del Comune di Porza
Ti Press
Quando concordanza e collegialità vengono calpestate
Gruppi PLR e PPD del Comune di Porza

PORZA - La cronaca politica di Porza ha vissuto uno spettacolo poco dignitoso in occasione dell’ultimo Consiglio comunale. Il Municipale esponente del movimento di minoranza Insieme per Porza (IPP) ha dichiarato pubblicamente con grande enfasi la sua opinione personale riferita ad una mozione, lanciata dal suo partito, respinta dalla stragrande maggioranza del Consiglio comunale. Le sezioni del Partito liberale radicale e del Partito popolare democratico esprimono la loro più profonda deplorazione per il comportamento del Municipale, unitamente a quello di sua moglie, capogruppo IPP in Consiglio comunale. Dopo avere usato toni del tutto inappropriati e diffamatori sull’operato del Municipio, quest’ultima ha tacciato di “paraculismo” i Consiglieri comunali che hanno votato contro la mozione. Senza entrare nel merito di quest’ultimo epiteto, che sarà oggetto d’esame in separata sede, desideriamo soffermarci sul concetto di “collegialità”, clamorosamente infranto dal Municipale in causa.

L’assunzione di una carica pubblica comporta il rispetto di alcune norme. Secondo la legge un membro dell’Esecutivo non può dire pubblicamente quello che vuole su una decisione presa dal Municipio in cui egli siede. La Legge organica comunale (LOC) stabilisce che il Municipio esplica funzioni esecutive «dirigendo collegialmente gli affari comunali». Per questo è previsto che le sedute del potere esecutivo siano segrete: non lo fossero, le divergenze, i diverbi e persino i litigi tra i municipali sarebbero di pubblico dominio, ciò che svuoterebbe di sostanza la regola della collegialità.

La LOC, in particolare, precisa che il Sindaco e i Municipali possono partecipare alle discussioni in Consiglio comunale «solo a nome del Municipio e a sostegno delle proposte municipali» (art. 55 cpv. 3). Un Municipale messo in minoranza non può, in altre parole, portare il suo dissenso davanti al Legislativo né, quindi, davanti al pubblico che eventualmente assiste alla seduta. Deve essere collegiale, cioè sostenere anch’egli la decisione presa a maggioranza dai suoi colleghi. Questa impostazione, che può anche apparire eccessivamente restrittiva, è quasi connaturata al sistema di concordanza che vige nel nostro Paese: il metodo di elezione proporzionale dà infatti spazio anche negli Esecutivi a tutte le principali forze politiche, anche a quelle minoritarie, partendo dal presupposto che associare tutti (o quasi) alle responsabilità esecutive sia meglio che attribuire queste stesse responsabilità ora all’una ora all’altra forza politica, in alternanza tra di loro in base alla volontà e alle scelte dei cittadini.

Si ama spesso ricordare che il Comune è l’istituzione più vicina al cittadino e alla società civile. A maggior ragione, chi lo rappresenta e chi lo amministra su mandato popolare, dovrebbe dare il buon esempio in fatto di rispetto delle regole, che sono poi le regole basilari della civiltà.

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