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TI.MAMMEPubertà: che fine fanno i bambini?

30.04.21 - 08:00
Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza può essere problematico: come gestire i cambiamenti?
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Pubertà: che fine fanno i bambini?
Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza può essere problematico: come gestire i cambiamenti?

Si chiama kisspeptina ed è la proteina che, un bel giorno, il cervello comincia a produrre aprendo le danze di quel periodo scientificamente conosciuto come pubertà, e mitologicamente indicato come l’età dei bambini quasi adulti. Il periodo è quello che inizia tra i 9 e i 13 anni ed avvia una serie di cambiamenti che finiscono per impressionare i protagonisti e, soprattutto, le mamme che mettono a nanna il loro bambino adorato ed a colazione si ritrovano un individuo sconosciuto con la voce diversa e l’umore incostante. Può sembrare un’esagerazione, ma i cambiamenti ci sono, talmente repentini ed evidenti da non dare il tempo di comprenderli né a chi li vive, né a chi li subisce. E la situazione può essere abbastanza destabilizzante soprattutto per bambine e bambini che iniziano il loro cammino verso l’adolescenza ritrovandosi al centro di uno scombussolamento ormonale che sancisce una fase piuttosto turbolenta delle loro vite. Alla fine quelle creaturine abituate a chiedere a mamma e papà «come fare cosa e perché», si ritroveranno al cospetto di emozioni e sentimenti del tutto nuovi, in balia di sbalzi d’umore infernali (per sé e per gli altri!). 

Intimamente tutti gli ex bambini si chiedono cosa stia accadendo e perché si sentano così disorientati, non trovando una risposta facile, soprattutto perché frenati all’idea di chiedere aiuto a qualcuno, di confidarsi in cerca di un sostegno emotivo. Eh già, perché con la pubertà arriva anche quel senso di autonoma, ma pasticciata onnipotenza che fa sentire capaci di ogni cosa, senza sapere da dove cominciare. E non c’è da scherzarci perché è tutta colpa del cervello emotivo che matura prima di quello cognitivo e, così, il primo esagera tutto e l’altro non è ancora capace di indicare cosa sia meglio fare o evitare. Cosa fare? Ci sono due cose che non devono mancare durante la pubertà: il sostegno psicologico e lo sport, perché è vero che questo periodo passa, ma con i giusti aiuti, passa meglio. Se i cuccioli umani cominciano a preferire gli amici a mamma e papà, va bene, perché magari tra coetanei è più facile confidarsi e farsi le stesse domande senza sentirsi osservati o, peggio, giudicati. Però ci vogliono le risposte ed allora bisogna che gli adulti di riferimento – nonni, zii, insegnanti, allenatori - si dimostrino una risorsa di dialogo, lanciando discreti segnali di disponibilità a chiarire dubbi e dare informazioni. 

Perché la pubertà segna anche l’inizio di quella trasformazione fisica, influenzata da nuovi ormoni, che porta con sé anche la maturazione sessuale da spiegare correttamente ed il cambiamento fisico che potrebbe generare insicurezze a causa di stereotipi di bellezza che possono causare problemi di salute. Si pensi all’idea di tanti muscoli per gli uomini e pochi chili per le donne: obiettivi che possono comportare anche scelte frettolose e, soprattutto, dannose. Per questo la maturità di un adulto torna utile per fare chiarezza. Un’altra cosa che non dovrebbe mancare, soprattutto durante la pubertà, è lo sport che è un concentrato di regole, divertimento e valori facile da gestire. Lo sport insegna a fare squadra, a rispettare le regole, ad essere leali e ad accettare le sconfitte. Acquisire questo tipo di mentalità spiana la strada anche in altri ambiti che comprendono il rendimento scolastico e la socializzazione. Insomma la mitologia ci insegna che non c’è creatura spaventosa che non possa essere gestita e la scienza ci ricorda che la pubertà è un periodo di transizione: insieme ci aiutano a capire che anche questa fase della crescita può essere serena con gli aiuti migliori.

TMT (ti.mamme team)

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