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TI.MAMMECome accorgersi se tuo figlio è vittima di un bullo

13.02.19 - 11:00
I possibili sintomi dell’esistenza di un problema che va affrontato insieme
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Come accorgersi se tuo figlio è vittima di un bullo
I possibili sintomi dell’esistenza di un problema che va affrontato insieme

Immaginare il proprio figlio vittima di un bullo non è affatto piacevole per una mamma. Eppure il sospetto può sorgere se lui all’improvviso non vuole più andare a scuola, se inizia a frequentare poco gli amici oppure se subisce un inatteso calo del rendimento scolastico. Questi, infatti, sono alcuni dei segnali che indicano un problema legato alle vessazioni subite da un bullo.

Ma come fare per esserne certa? Scoprire se tuo figlio è vittima di un bullo non è facile, non esiste un unico “sintomo” che può aiutarti a individuare il problema. Un segnale può essere dato dal fatto che un bambino che ha sempre frequentato con piacere la scuola non voglia più andarci, magari accampando scuse o malori al mattino: per lui è più facile dire di avere mal di testa o mal di pancia, piuttosto che parlare del problema.

Inoltre chi è vittima di bullismo tende a diminuire il proprio interesse nei confronti dei coetanei, finendo per isolarsi e per rintanarsi in un certo mutismo: chi subisce delle vessazioni da un bullo, infatti, ha timore e vergogna nel condividere il suo stato di disagio, temendo che il rivolgersi ad un adulto, anche se si tratta della mamma o del papà, possa rappresentare come una conferma della sua debolezza.

Infine ci sono “sintomi” pratici: se noti che dal tuo portafogli spariscono con una certa regolarità dei soldi forse è perché il bullo pretende del denaro da tuo figlio. O, ancora, un calo del rendimento scolastico, causato da una diminuzione dell’interesse verso un problema - i voti - percepito come di scarso rilievo rispetto alle vessazioni del bullo.

Cosa fare in questi casi? La prima mossa è dialogare con tuo figlio, senza però mettergli pressione, altrimenti il rischio è che lui si chiuda ancora di più in sé stesso. Bisogna essere pazienti e disponibili, fargli capire che tu sei sempre lì per lui. Col tempo, finirà per confidarsi. Accompagnarlo e andarlo a prendere a scuola, mostrarsi presente, è un altro modo di aiutarlo. E una volta avuta la certezza degli atti di bullismo, è necessario parlare con il direttore della scuola e insegnanti per stabilire una strategia comune che deve volgere non alla criminalizzazione del bullo, ma alla risoluzione del problema, anche con l’aiuto di uno psicologo. 

Esiste inoltre la prevenzione, e non soltanto nei confronti dei bulli stessi. Si può, fin da subito, abituare nostro figlio a parlare, a condividere i propri sentimenti non solo quando succede qualcosa di brutto o particolare, ma anche quando si vivono belle esperienze, o anche solo la quotidianità. In questo modo sarà più semplice capire quando qualcosa non andrà per il verso giusto. 

L'importante è non chiudere gli occhi, pensare che tuo figlio non possa essere vittima di bullismo. 

Il Cantone e le scuole ticinesi fanno molto per combattere il bullismo. Ne parleremo in un prossimo articolo. 

 

Il vostro  T.M.T. (ti.mamme team) 

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