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L'OSPITEAggregazione Ponte Capriasca – Origlio: che fretta

02.10.13 - 10:17
di "NO all'aggregazione di Ponte Capriasca-Origlio"
Foto Ti Press
Aggregazione Ponte Capriasca – Origlio: che fretta
di "NO all'aggregazione di Ponte Capriasca-Origlio"

Il 24 novembre 2013 i cittadini di Ponte Capriasca e di Origlio saranno chiamati a esprimersi sull’aggregazione dei due comuni. La questione cattura evidentemente l’attenzione della popolazione e genera movimenti curiosi. Si moltiplicano le argomentazioni a difesa dell’aggregazione quasi si stesse aspettando il goal in zona Cesarini, altrimenti si perde la partita. Perché tanta fretta?

I fatti degli ultimi anni, sino a oggi, hanno portato al mantenimento dello status quo per dare il tempo di capire ed elaborare una soluzione aggregativa consistente, obiettivo delle forze politiche, che possa camminare con numeri interessanti. Un’aggregazione esige sforzi e impegni finanziari, pianificatori e gestionali importanti: il risultato deve essere di grande interesse per la popolazione e per l’ente pubblico; deve portare cambiamenti, opportunità e progetti che possano rendere la nuova entità più autonoma e darle potere contrattuale e forza progettuale solidi.

L’aggregazione di Ponte Capriasca e Origlio non persegue questi obiettivi. Il nuovo comune che si affaccerà sulla pieve non avrà cambiato il rapporto con se stesso e con il resto del territorio e non avrà la possibilità né la forza per promuovere nulla di più di quanto non stia facendo ora.

Ponte Capriasca e Origlio sono proprietari della scuola elementare consortile, gestita da un consorzio che si avvia verso la fine, data la sua struttura che non soddisfa più i regolamenti sui consorzi, in futuro sarà un comune proprietario della scuola e l’altro paga l’affitto.

 

Questa è l’unica collaborazione esistente fra i due comuni.

 

Tutto il resto della gestione è indipendente e funzionale. L’estensione territoriale dei due comuni non è indifferente: la razionalizzazione di uffici e servizi, susseguente all’aggregazione proposta, avrà come unico risultato l’allontanamento territoriale degli stessi senza che ci possano essere soluzioni di trasporto finanziariamente credibili. In una realtà più grande questo problema diventa una necessità risolvibile.

 

Dovessimo fare, questo passo ci si troverà fra qualche anno a dover rifare questo esercizio onerosissimo per una vera soluzione.

Il Consiglio di Stato ticinese mira a proporre aggregazioni sostanziose; l’obiettivo è poter sviluppare i temi del nostro cantone ad un tavolo con forze poco dispersive.

Per questo motivo a Ponte Capriasca si è creato un comitato per il “No all’aggregazione” che, congiuntamente ai contrari di Origlio, si propone di opporsi a questa fretta aggregativa inspiegabile.

Il comitato si compone di: Diego Brenni, Graziana Rigamonti-Villa e Pierluigi Reguzzoni (già municipali e consiglieri comunali), Claudio Piccaluga, William Peretti, Augusto Marchi, Hans Hagedorn e Fabrizio Tola, (consiglieri comunali), Franco Pescia, Christian Barudoni e Sabine Miggitsch. La provenienza partitica dei citati si estende a tutte le liste comunali.

 

I motivi che supportano questa presa di posizione del “no” si possono sprecare si pensi che da alcuni decenni diversi progetti aggregativi sul territorio del nostro cantone sono operativi, nati da esigenze diverse e in alcuni casi imposti, ma tutti con l’unico obiettivo di migliorare la posizione dei nuovi comuni nei confronti del Consiglio di Stato ticinese. Gli impegni delle autorità politiche locali si sono anche moltiplicati con l’obiettivo di affiancare un coinvolgimento della popolazione all’aggregazione stessa.

Non tutti i nuovi comuni hanno terminato la loro riorganizzazione della gestione. Questi lavori chiedono dei grandi sforzi a tutti cominciando dagli impiegati, ai membri dei Municipi ed anche ai cittadini medesimi chiamati a un maggiore onere fiscale. In molte aggregazioni avvenute il Consiglio di Stato ha elargito milioni di franchi permettendo la riuscita di quei progetti.

La proposta di aggregazione di Ponte Capriasca e Origlio è scaturita da una raccolta di firme che ha uno scopo non condiviso: infatti le autorità politiche si erano già espresse in questo senso in modo molto chiaro.

Non va dimenticato che non ci sarà nessun supporto finanziario da parte dell’autorità cantonale per quest’aggregazione: tutti i costi derivanti dovranno essere sopportati dal nuovo comune di Ponte Origlio. Si avrà un inevitabile aumento della pressione fiscale per diversi anni.

Se consideriamo la tempistica, ci accorgiamo inoltre della sua inopportunità, perché a breve sarà presentato il piano cantonale delle aggregazioni, che naturalmente coinvolge i nostri due attuali comuni.

 

Cosa vogliamo fare? Probabilmente il “fa e disfà l’è tütt laurà” (il fare e disfare è comunque lavorare) dovrebbe farci riflettere, non fosse altro che per conservare le risorse di cui oggi disponiamo, senza giocarcele in questa operazione, alle quali poter far capo in un progetto robusto che convinca e abbia un lungo futuro.

 

 

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