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L'OSPITEElettori bypassati e conflitti d’interesse a Lugano

17.02.13 - 21:36
Raoul Ghisletta, candidato PS al Municipio di Lugano
TiPress (archivio)
Elettori bypassati e conflitti d’interesse a Lugano
Raoul Ghisletta, candidato PS al Municipio di Lugano

Le elezioni municipali a Lugano non sono condizionate solamente dalla partecipazione del presidente del Canton Ticino, che si paracaduta spavaldamente sulle rive del Ceresio per fare il Sindaco. Oltre a questo elemento anomalo (perlomeno alle nostre latitudini) vi sono i giochi di potere in casa della Lega per i posti in Governo: qui si litiga attorno al tavolo di sasso per sapere chi occuperà il seggio a Bellinzona lasciato libero da Borradori. Con un bello schiaffo agli elettori i subentranti Lorenzo Quadri e Giuliano Bignasca hanno espresso un gran rifiuto a sostituire Borradori. Perché allora si sono messi in lista due anni fa per il Governo cantonale, se non erano disposti ad accettare la carica? Siamo ai livelli della tanto deprecata politica dei partiti italiani, che fanno e disfano a insaputa dei loro elettori. La partitocrazia leghista sembra però aver fatto male i conti, perché il terzo subentrante Michele Barra, se non sarà stoppato da Giuliano Bignasca, potrebbe accettare la carica lasciata libera da Borradori, vanificando il gioco dei cadreghini di Via Monte Boglia, che vuole inserire in Governo una persona non presente sulla lista leghista del 2011 (Michele Foletti).

Questi svergognati giochi di potere non sono sicuramente possibili negli altri Cantoni, dove esiste il sistema maggioritario per la scelta dei membri del Governo. In caso di dimissione di un membro del Governo durante la legislatura si procede ad un’elezione popolare parziale per sostituirlo. Nel nostro Cantone, dove il sistema proporzionale di voto determina il numero di seggi spettanti alle liste di partito, bisognerebbe perlomeno prevedere nella legge elettorale cantonale che la carica di subentrante in Governo sia di principio obbligatoria e che in caso non vi sia alcun subentrante nella lista del consigliere di Stato dimissionario si proceda ad un’elezione popolare parziale. Questo permetterebbe di evitare i giochi del tavolo di sasso dei vertici dei partiti, che prendono per il naso i loro elettori ed operano scambi di favori molto pericolosi per la democrazia.

In ogni caso la composizione del Municipio di Lugano e del Governo del Canton Ticino rischia di essere sempre più caratterizzata da persone che si scambiano cadreghini e che si trovano in posizione di conflitto d’interesse. In futuro occorrerà affinare le regole per cercare di limitare questi gravi pericoli che planano sulla nostra democrazia. Oltre alla sopracitata modifica della legge elettorale cantonale, occorre prevedere nel regolamento comunale che il ruolo del sindaco di Lugano sia rivestito a tempo pieno, come proposto dalla mia mozione 3719. Mi stupisce il fatto che sinora nessun candidato al Municipio, fatto eccezione per quelli del PS, abbia riconosciuto i problemi legati allo svolgimento del ruolo di sindaco a tempo parziale da parte di Giorgio Giudici e alla sua professione di architetto particolarmente attivo nel ramo immobiliare e non solo (vedi articolo sul sito La Poiana). Problemi che un domani potrebbero benissimo porsi anche per chi opera in qualità di avvocato, come Giovanna Masoni Brenni. Inoltre bisognerà trovare delle regole per impedire la presenza di municipali e rappresentanti partitici nelle società anonime partecipate “a rischio”, come la Casinò Lugano SA, in particolare di quelli che non dispongono delle necessarie competenze tecniche per gestire società complesse.

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