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L'OSPITEAppalti pubblici speculativi e comunque al minor offerente: non sorprendiamoci se ci saranno abusi e dumping salariale

02.06.09 - 11:16
SSIC TI
Ti-Press Gabriele Putzu
Appalti pubblici speculativi e comunque al minor offerente: non sorprendiamoci se ci saranno abusi e dumping salariale
SSIC TI

Nella sua seduta odierna, l’Ufficio presidenziale della SSIC Sezione Ticino ha preso atto con preoccupazione di un certo snaturamento delle procedure d’appalto, segnatamente per quanto attiene gli abusi nei subappalti e la pressione sui salari, non conforme ai contratti collettivi di lavoro.
La SSIC TI ha fondate ragioni per ritenere che anche in Svizzera gli enti pubblici e parapubblici stiano progressivamente adottando criteri di delibera sistematicamente al minor offerente, disinteressandosi totalmente di altri criteri che, secondo la legge, dovrebbero comunque concorrere a definire il miglior offerente, che si sa è più affidabile del minor offerente. Sta accadendo da noi quanto denunciato qualche mese fa in Italia: con appalti pubblici speculativi verso il basso, sono esplosi gli abusi, gli incidenti sui cantieri, oltre ad un dumping salariale inguardabile.
Gli ultimi esempi segnalati in Ticino dimostrano che l’insana tendenza potrebbe divenire realtà anche da noi. È forse necessario precisare che ogni cosa ha un prezzo e che anche le offerte dei concorrenti dovrebbero rispettare i principi deontologici e di riferimento al giusto prezzo, ciò che non è purtroppo sempre il caso. È altrettanto giusto avere riguardo e oculatezza nell’utilizzo dei soldi pubblici. Però ci sono dei limiti di saggezza e di ragionevolezza che non andrebbero sacrificati a favore del minor costo. Le FFS, AlpTransit e l’USTRA, che nella Svizzera italiana nei prossimi anni appalteranno milioni e milioni di lavori danno segnali che preoccupano la SSIC TI. L’ultimo esempio in ordine di tempo riguarda il concorso della “Gestione materiale” relativo alla Circonvallazione di Roveredo. L’ente appaltante è l’Ufficio federale delle strade di Berna. Ebbene, questo committente pubblico ha reso attenti i concorrenti che “… per questo bando l’incidenza del prezzo corrisponde al 90% ”. È come dire che vince chi offre il prezzo più basso, senza alcun riguardo per la qualità, l’aspetto ambientale e per i programmi di lavoro compatibili con un adeguato impiego del personale. Se questa tendenza non verrà prontamente corretta, non è difficile prevedere un preoccupante peggioramento generale, con rimarchevoli difficoltà anche per le ditte ticinesi dei diversi rami professionali. La SSIC TI si augura infine che il Consiglio di Stato non si lasci abbagliare da questa nuova mania speculativa, che se da un lato può rappresentare un minor costo di preventivo iniziale politicamente sostenibile, dall’altro lato innesca subito dopo una serie di controindicazioni che potrebbero vanificare il presunto vantaggio economico iniziale. Si spera insomma nella volontà precisa dell’ente pubblico di ricerca del prezzo giusto che, lo rimarchiamo nuovamente, garantirebbe il rispetto delle regole contrattuali, ciò che vuol anche significare lavoro, occupazione, formazione, fiscalità e versamenti alle istituzioni sociali (AVS, AD, IPG, ecc.).
 

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