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L'OSPITEIl successo delle società passa anche dalla differenza di genere

11.03.22 - 20:40
Roberta Passardi, Granconsigliera PLR
Roberta Passardi
Il successo delle società passa anche dalla differenza di genere
Roberta Passardi, Granconsigliera PLR

BELLINZONA - Settimana prossima il Gran Consiglio dovrà pronunciarsi sui rapporti di maggioranza e di minoranza relativi alla mozione presentata da Raoul Ghisletta e cofirmatari, inerente un’adeguata ripartizione fra uomini e donne nei CdA (consigli di amministrazione) degli enti e delle società controllate dallo Stato (tanto per intenderci: Aet - azienda elettrica ticinese, BancaStato, EOC - Ente Ospedaliero Cantonale, ATT - TicinoTurismo).

Sgomberiamo il campo da possibili malintesi. L'iniziativa è abbastanza "flessibile", tanto da non prevedere né un obbligo rigido nella rappresentazione nei CdA di uomini e donne, né essere una cosiddetta iniziativa per le quote rose.

Infatti lo spirito della mozione, che a mio parere è molto interessante, non è quello di destinare una quota minoritaria di rappresentanza nei CdA di società pubblici al gentil sesso, bensì di auspicare una visione più consona ai nostri tempi di come la "cosa pubblica" deve essere gestita, ovvero con il principio di massima (appunto di massima perché non è rigidamente vincolante) che prevede che negli enti e nelle società di proprietà dello Stato (e solo in quelle, la proposta non ha nessuna possibilità di essere estesa alle società private, che in quanto tali è il loro azionariato che decide come nominare il proprio CdA), sia opportuno e prassi, avere un adeguata rappresentanza di donne e uomini. Questo vuol dire che in linea di principio non dovrebbero esserci consigli d'amministrazione di enti e società pubbliche con solo uomini, ma altresì non potrebbero essere composti da sole donne.

È un cambiamento di paradigma. Vuol dire che in Ticino nel 2022 non si propone di attuare una riforma che "tuteli" uno dei due generi (uomini o donne), ma che crei proprio il principio che la presenza sia di uomini sia di donne in questi consessi societari è un arricchimento e una valorizzazione per la società o l'ente, quanto per tutta la nostra realtà cantonale.

Attitudini, forma mentis, sensibilità diverse fra donne e uomini sono un arricchimento al funzionamento dei CdA delle società dello Stato e a prova di ciò è che le più performanti multinazionali nel mondo già da qualche anno hanno fatto proprio questo nuovo paradigma, traendone importanti giovamenti sia in ambito di cultura aziendale e corporate identity, sia in ambito di incremento dell'efficienza e dei profitti.

Sono l'interazione, le differenze e l'unione di approcci e sensibilità femminili e maschili che permette meglio di affrontare le sfide economiche e aziendali anche degli enti e delle società pubbliche. E per fortuna, il nostro cantone ci offre un nutrito numero di donne e uomini che possono, grazie ai propri meriti conseguiti nella loro professione ambire a far parte di CdA delle controllate pubbliche.

Non si tratta di difendere o promuovere con artifizi ingegnosi e sterili la presenza delle donne nei CdA, per esempio, di BancaStato o EOC ma di permettere agli enti e alle società di proprietà del Canton Ticino (dunque della popolazione) di potersi "giovare" della presenza sia di uomini che di donne nei vertici di queste società, in modo tale da poterle rendere sempre più performanti per gli obiettivi che devono perseguire.

Oggi in realtà economiche un po' più dinamiche del Ticino, come Zurigo quanto la Silicon Valley aziende sia start up che multinazionali affermate, hanno fatto della diversità ed eterogeneità del proprio gruppo dirigente, una leva strategica di sviluppo della propria società, non per "tutelare" i diritti delle donne, ma proprio perché la differenza e "contaminazione" di genere fra donne e uomini è un valore strategico del capitale intangibile e immateriale delle società.

I pronostici che la proposta passerà non sono favorevoli ma a perdere non saranno le donne, ma le società ed enti pubblici, dunque alla fine il nostro Cantone, che piuttosto di osservare con attenzione le nuove modalità di management e di governance delle società, è ancora arroccato agli anni '70 del secolo scorso in una sterile contrapposizione fra femminismo di sinistra e posizioni di perdere il proprio potere. Ma forse sarebbe opportuno capire che siamo nel 2022 e l'economia del mondo occidentale può crescere solo con l'innovazione che è figlia della differenza, non dell'omologazione e monolitismo.

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