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L'OSPITEPolo: le ipocrisie degli oppositori

12.10.21 - 17:00
Un contributo di Paolo Toscanelli, consigliere comunale PLR a Lugano
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Polo: le ipocrisie degli oppositori
Un contributo di Paolo Toscanelli, consigliere comunale PLR a Lugano

Quando si parla di Polo sportivo e degli eventi sono pochissime, anche tra gli oppositori, le persone che dicano di essere contrarie allo sport e alle infrastrutture dedicate a chi pratica le diverse discipline. Come spesso accade però tra il dire e il fare c’è di mezzo l’incoerenza. In effetti tutte le scuse sono buone per affossare il progetto. All’inizio erano le torri, poi il centro svuotato (?) dalla partenza di un centinaio di impiegati, sostituiti peraltro da famiglie e singoli che abiterebbero lì per sette giorni su sette. Seguirono strali sulle palazzine di appartamenti (anche a pigione moderata) che disturbano i sonni di qualche proprietario immobiliare. Il tutto sempre condito da allarmismi di carattere finanziario che non guastano mai.

Quanto stiano veramente a cuore ai referendisti le finanze e il moltiplicatore della città di Lugano è dimostrato da un episodio che vale più di mille dichiarazioni. Al momento dell’annuncio che il Cantone avrebbe portato a 18 milioni il contributo per Arena e Palazzetto dello sport, ritenuti di interesse sovra regionale, si è levata una sola voce contraria, quella del Movimento per il socialismo. Come è stato ripetuto sino alla noia i contributi di Confederazione, Cantone e Comuni faranno diminuire il costo della parte sportiva del progetto, quindi andranno tolti dai 167 milioni di tetto massimo sui quali la città comincerà a pagare il leasing una volta avute le chiavi in mano (2025). Solo allora si conoscerà l’ammontare della spesa e, alla luce dell’andamento dei conti cittadini, si potrà stabilire un eventuale aumento del moltiplicatore. L’ostruzionismo dell’MPS danneggerà quindi in ogni caso il contribuente luganese ed è un peccato che gli ambienti borghesi alleati dei referendisti non se ne siano distanziati.

La scusa scelta per osteggiare il contributo cantonale ma anche l’intero progetto è che si farebbe un favore ai privati. Ora, a parte che gli interventi pubblici vanno (per legge) solo agli impianti sportivi e nulla hanno a che vedere con il resto, sarà bene spendere qualche parola anche sul partenariato pubblico-privato. In mille salse il Municipio ha spiegato che la città, già indebitata per altri progetti, non è nelle condizioni di poter finanziare da sola un’opera così importante. È stato chiaro sin dall’inizio che ci si sarebbe dovuti appoggiare a investitori privati in grado di sviluppare, realizzare e finanziare le strutture pubbliche e di costruire uffici e appartamenti versando al Comune un diritto di superficie di un’ottantina di milioni. Il concorso architettonico bandito a suo tempo prevedeva tutti questi contenuti e la ricerca pubblica di investitori proponeva patti chiari. Nessun intento speculativo quindi tant’è vero che si presentarono solo due gruppi, uno dei quali abbandonò il progetto di partenariato pubblico-privato perché non lo riteneva sufficientemente redditizio.

Questi sono fatti attorno ai quali si possono costruire tutte le teorie cospiratorie del caso ma che restano tali. Lugano da questa operazione ci guadagna sotto tutti i punti di vista. Risponde in tempi brevi - dopo i decenni passati a discutere - alle esigenze delle società sportive e dei 25'000 praticanti, in gran parte giovani. Porta avanti un progetto sostenibile, con ampi spazi verdi e che favorirà la mobilità lenta. Trasferisce in un quartiere diventato ormai centrale (attorno a Cornaredo vive quasi la metà degli abitanti della città) molti uffici dell’amministrazione, permettendo nel contempo la costruzione in centro città di nuovi appartamenti. Realizza in zona “al Maglio” un centro sportivo nel verde, molto apprezzato dai settori giovanili di FC Lugano e
Rapid Lugano, oltre che da altri potenziali fruitori. Tiene al contempo sotto controllo le finanze in modo da poter effettuare i previsti investimenti di circa 60 milioni all’anno nei vari quartieri in
ambito scolastico, stradale, sociale e altro. Cosa che non sarebbe possibile se si dovesse finanziare in proprio il Polo sportivo.

Prima di depositare la scheda nell’urna il 28 novembre i cittadini dovranno rispondere a una domanda preliminare: volete proiettare Lugano nel futuro o ricacciarla nel passato?

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