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L'OSPITELegge sulla Co2: un "green washing" inutile e antisociale

26.05.21 - 14:58
Angelica Forni, membro di comitato della Gioventù comunista
foto Forni
Legge sulla Co2: un "green washing" inutile e antisociale
Angelica Forni, membro di comitato della Gioventù comunista

BELLINZONA - Legge sulla CO2: un green-washing inutile e antisociale 


Il prossimo 13 giugno saremo chiamati a votare sulla riforma della legge sul CO2. Le manifestazioni climatiche degli ultimi anni come anche la maggiore sensibilità dell’opinione pubblica alle questioni ambientali fanno sì che i governi, come anche quello svizzero, incomincino a chinarsi sulla questione e ad elaborare una strategia per la transizione ecologica.

Si apre dunque un dibattito su quale sia il carattere da dare alla transizione ecologica. In tal senso credo che la nuova legge sulla CO2 non costituisca un primo passo nella giusta direzione: le misure proposte sono anti-sociali in quanto l’incremento delle tasse proposto non va a centrare il giusto bersaglio. L’aumento delle tasse sui combustibili fossili va infatti a colpire gli abitanti delle regioni periferiche con redditi modesti, che attualmente non dispongono di reali alternative in materia di trasporti, per non parlare dell’impatto sui locatari e sulle piccole imprese. Questa riforma non va a colpire i principali responsabili dell’inquinamento e delle emissioni di CO2 ma unicamente i consumatori e le piccole imprese. Ricordo a questo proposito che il 70% delle emissioni globali di CO2 sono prodotte da solo 100 aziende: eppure a questi gruppi multinazionali, svariati dei quali hanno sede in Svizzera, non viene chiesto nessun impegno particolare! Le tasse e gli incentivi proposti dalla legge mirano a cambiare le abitudini dei consumatori tuttavia incideranno tanto negativamente sulla popolazione quanto poco sui cambiamenti climatici. La legge andrà a consolidare il modello di ecologia di mercato che non ha impedito i crescenti disastri ambientali registrati negli ultimi decenni, senza apportare alcun importante cambiamento nel sistema di produzione e di consumo.

Credo che la transizione ecologica necessiti invece di un cambiamento di paradigma del sistema di produzione: occorre passare dall’anarchia del mercato ad una pianificazione razionale e democratica gestita dallo Stato. La riforma della legge sulla CO2 è invece liberista e sostenuta dal grande capitale che non viene toccato dalla legge e che per massimizzare i profitti potrà continuare a sfruttare l’ambiente e i lavoratori. Queste riforme non sono che un greenwashing funzionale al sistema.

La transizione ecologica dovrebbe invece avvenire in modo democratico ed equo. Lo Stato dovrebbe guidare la «svolta verde», ricostruire una rete di regie federali nei settori strategici come i trasporti, l’energia e le comunicazioni. Le aziende statali dovrebbero quindi garantire una riconversione ecologica e sociale delle attività economiche inquinanti e rendere gratuiti i trasporti pubblici per tutta la popolazione. Lo Stato dovrebbe inoltre implementare un reale controllo pubblico sulla piazza finanziaria, che attualmente è il principale responsabile delle emissioni di CO2 in Svizzera. Inoltre andrebbe adottata una politica alimentare che consenta lo sviluppo dell’agricoltura locale, secondo il principio della “sovranità alimentare”. La questione ambientale è un problema collettivo strettamente legato al sistema economico e ai modi di produzione e necessita quindi di una soluzione collettiva, pubblica, che rimetta in discussione tale sistema.

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