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L'OSPITEElezione del sindaco di Gordola: un’alleanza spuria

12.05.21 - 10:09
Raffaele Scolari
Raffaele Scolari
Elezione del sindaco di Gordola: un’alleanza spuria
Raffaele Scolari

Ho sottoscritto con molto piacere e convinzione la candidatura di Damiano Vignuta per l’elezione del sindaco – questo a prescindere dal mio orientamento ideologico che, come chi mi conosce sa, non è di marca PLR. Le ragioni del mio sostegno sono essenzialmente due.

Primo, il sindaco uscente è al di là di ogni dubbio il meglio qualificato, sia per formazione sia per esperienza, per svolgere il ruolo di sindaco. Il verdetto popolare, che lo ha visto ottenere il maggior numero di voti e che ha premiato il suo partito con la maggioranza relativa (che prima non aveva), non ha ovviamente un valore assoluto, nondimeno segnala che il modo di operare del sindaco uscente nella passata legislatura è stato, a mio avviso giustamente, apprezzato.

Secondo, dato il nostro sistema politico, nei comuni l’alternanza al governo si esprime primariamente nella figura del sindaco. Nella storia di Gordola, Vignuta è solo il secondo sindaco non PPD, ed è auspicabile che possa continuare ad esserlo – perché in democrazia l’alternanza è pressoché sempre salutare, e nella fattispecie perché impedisce che la principale rappresentanza comunale venga considerata come appannaggio di un partito.

Desta parecchio stupore l’alleanza spuria fra destra-destra, destra populista, sinistra e centro popolare democratico, con ogni evidenza imbastita al solo scopo di impedire la rielezione di Vignuta. Dubito fortemente che essa possa essere espressione di una qualche convergenza politica o programmatica, se non appunto nell’obiettivo invero poco nobile di “far fuori” un politico che è stato premiato dagli elettori. Fra i proponenti del candidato PPD vi sono esponenti della Lega, dell’UDC e del Partito socialista, e fra questi quattro municipali rieletti. Soprattutto quest’ultima circostanza denota una mancanza di fair play, per non dire un’attitudine dal profilo deontologico quantomeno discutibile. Dovesse spuntarla Vignuta, come pensano questi signori di ricostruire quel rapporto di collegialità che la Legge esige dai membri di un esecutivo?

Non voglio però essere frainteso: che un partito, anche di minoranza, ambisca alla poltrona di sindaco è senz’altro legittimo; ma allora lo deve fare per conto proprio, con una proposta che poi altri partiti potranno appoggiare sulla scorta di argomenti e con obiettivi politici chiari e dichiarati, non con un’operazione da retrobottega volta a ostracizzare agli occhi dell’elettorato un concorrente sgradito.

Confido nella virtuosità del processo democratico e nella capacità di buona parte dell’elettorato (anche di quello dell’area rosso-verde, che peraltro rispetto al 2012 ha perso un quinto dei consensi, di contro al trend positivo in quasi tutto in cantone) di fare la scelta giusta e quindi di premiare la competenza e l’impegno genuino per la cosa pubblica.

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