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L'OSPITESpazio pubblico a Bellinzona

24.02.21 - 06:00
Jasmine Ben Ali, Candidata al Municipio e al Consiglio comunale di Bellinzona per la Lega dei Ticinesi
Jasmine Ben Ali
Spazio pubblico a Bellinzona
Jasmine Ben Ali, Candidata al Municipio e al Consiglio comunale di Bellinzona per la Lega dei Ticinesi

In questo periodo pandemico abbiamo visto che attrezzature da palestra poste all’aperto, parchi giochi con attività creative e sportive, ma anche semplici panchine o muretti, sono entrati “nella cartina” dei bellinzonesi: finalmente! Che sia ora di pranzo, aperitivo o sera inoltrata, il confinamento ha fatto tornare alle persone la voglia di uscire, che sia per una semplice passeggiata sottocasa, per un “giro del quartiere” o per una più impegnativa corsetta fino al Sasso Corbaro. Questa circostanza ci fa capire come l’attenzione verso lo spazio pubblico deve essere messa come priorità della nostra bella città.  

Credo sinceramente che la progettazione architettonica coinvolga l'umanità molto più di quanto le persone comprendano. L'architettura è la disciplina che ha come scopo l'organizzazione dello spazio a qualsiasi scala, ma principalmente quella in cui vive l'essere umano. Un’arte altamente sociale, in grado di creare emozioni forti che possono influenzare la vita delle persone. Sogno un arredo urbano per Bellinzona che faccia onore alla sua storia di fruitori di queste strade e piazze, abitate e vissute da secoli. Dobbiamo dare un’attenzione particolare al giusto equilibrio tra il tempo passato all’aperto e quello al chiuso.  

Sembra che negli ultimi anni abbia preso piede un'edilizia che poco si collega alla qualità architettonica che ha sempre contraddistinto il nostro cantone. Dobbiamo evitare che questo accada prendendoci cura dell’evoluzione del territorio, considerando quindi anche i dettagli che in realtà fanno la differenza. Siamo noi i fruitori, siamo noi i committenti e gli utenti. Siamo anche i veri padroni dello spazio pubblico. Prendersi cura del proprio spazio vitale, cominciare a riconoscere questi luoghi chiamati piazze, strade, parchi, ampie aiole, slarghi, parcheggi e fermate del postale, non solo come lo spazio di nessuno, ma come il proprio.  

Credo che nella nostra società tutto il rispetto necessario per una convivenza serena e pacifica sia parte del bagaglio di valori ben radicato nella popolazione.  

Come detto in precedenza, in queste settimane è inevitabile notare come siano aumentate le persone che trascorrono il loro tempo all’aria aperta: questa è quindi l’occasione giusta per parlare di arredo urbano. L'arredo urbano è uno specifico ambito progettuale in continua evoluzione, che va a pari passo con le esigenze della società che lo abita e che provvede ad attrezzare gli spazi pubblici con arredi fissi o mobili funzionali, e che se ben riuscito dona un’immagine caratteristica e peculiare su tutto il territorio della città.   

 Non si parla solo del semplice cestino, lampione, panchina o sampietrino che riveste la piazza; si parla di “attrezzatura” all’utilizzo della città. Ne abbiamo già diversi esempi, come il progetto di rifacimento del lungo Golena, attualmente in corso d’opera, o anche il bagno pubblico, che è ancora oggi da considerarsi parte dell’arredo cittadino. Credo che ci sia ancora molto da fare in questo senso per Bellinzona: molto spesso mi capita di vedere scorci di luoghi pieni di gente e poveri d’arredo urbano e ciò obbliga le persone ad ammassarsi ad esempio sulle poche panchine che ci sono in vista. Questo è davvero un peccato perché poco rilassante e gradevole. I cittadini purtroppo non possono godere appieno degli ambienti all’aperto perché sono ancora poco ospitali e confortevoli.  

Sono convinta che questa debba essere una delle priorità della nostra Capitale, con uno sguardo più lungimirante e maggiormente attento alla coesione del territorio e dei servizi proposti. Mobilità, sviluppo territoriale, turismo e attività di svago devono trovare luogo nella città anche attraverso il suo arredo urbano, come un “fil rouge” che collega tutto il territorio cittadino e lo unisce anche nella sua immagine. Tutto questo favorendo il riuso e l’ammodernamento delle molte costruzioni già esistenti e ridimensionando il numero delle nuove costruzioni. 

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