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L'OSPITEBellinzona: un datore di lavoro

15.02.21 - 12:47
Silvia Gada, consigliere comunale del comune di Bellinzona e membro della Commissione della gestione
TiPress - foto d'archivio
Bellinzona: un datore di lavoro
Silvia Gada, consigliere comunale del comune di Bellinzona e membro della Commissione della gestione

Nella primavera del 2020 il Municipio ha sospeso il Direttore del settore delle opere pubbliche (SOP) e aperto un’inchiesta disciplinare per determinare le responsabilità in merito a importanti sorpassi di spesa in relazione a tre opere: il Policentro di Pianezzo, l’Oratorio di Giubiasco e lo Stadio di Bellinzona. A inchiesta terminata il Municipio, come datore di lavoro, ha preso atto del fatto che il Direttore porta una parte della responsabilità diretta di quanto accaduto. Che fare?

Nell’ambito dell’amministrazione pubblica la risposta è data nel Regolamento organico dei dipendenti (ROD) della Città di Bellinzona, adottato dal Consiglio comunale il 18 dicembre 2017 e approvato dal Dipartimento delle istituzioni, Sezione Enti locali il 22 giugno 2018.
L’art. 36 detta le regole in merito a quali provvedimenti disciplinari, in seguito ad un’inchiesta, possono essere adottati. Ne risulta che la violazione di doveri d’ufficio da parte dei collaboratori, sono punite dal Municipio con provvedimenti disciplinari minori come un ammonimento o una multa fino a fr. 500.-. Il Regolamento prevede sanzioni a carattere temporaneo come la sospensione, per un tempo determinato, dall’impiego e del salario. Se la gravità della violazione è tale da compromettere la posizione del dipendente e richiede una decisione di carattere definitivo allora il Municipio ha solo due possibilità: il trasferimento ad altra funzione o la destituzione.

La responsabilità del Municipio verso tutte le collaboratrici e i collaboratori e in questo caso verso il Direttore del SOP, quindi, è di agire unicamente nella sua veste di datore di lavoro sulla base del regolamento comunale e non altro. Il Municipio, come datore di lavoro, tra vari elementi, ha tenuto conto del profilo professionale del dipendente e del fatto che ha delle competenze specifiche ancora utili al Comune. Ha inoltre considerato i lunghi anni di servizio prestati senza che si fosse registrata alcuna mancanza. L’esito dell’inchiesta ha rilevato gravi mancanze gestionali, tuttavia non tali – se ne deduce – da giustificare una destituzione. Il trasferimento, coerente con queste valutazioni, assegna al collaboratore un ruolo non dirigenziale in altra parte dell’amministrazione, in un ambito che andava riorganizzato anche alla luce degli audit sul funzionamento del settore, con il relativo adeguamento dello stipendio e con tutte le relative conseguenze. Le violazioni dei doveri di servizio hanno portato alla sanzione più pesante prevista dal ROD, escludendo il licenziamento. Il trasferimento ad altra funzione esclude infine la necessità di un pubblico concorso, trattandosi, appunto, di una misura disciplinare.

Ogni datore di lavoro è chiamato a valutare i propri collaboratori e talvolta prendere simili difficili decisioni.
Ogni dipendente ha diritto di essere valutato in base alle norme vigenti, con proporzionalità e correttezza.
Ogni politico, di qualsiasi partito, ha l’obbligo di tenerne conto prima di esprimersi, magari a sproposito.

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