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L'OSPITELa strumentalizzazione dei paladini del moralismo

26.11.20 - 13:30
Ti Press
La strumentalizzazione dei paladini del moralismo

DIEGO BARATTI, PRESIDENTE GIOVANI UDC - La campagna per o contro l’iniziativa «Per imprese responsabili» è diventata una lotta tra buoni e cattivi. I primi sono i paladini dei diritti umani e della tutela dell’ambiente mentre i secondi sono i difensori dei soliti avidi interessati esclusivamente al profitto. Ma vi siete mai interrogati in merito agli strumenti utilizzati in questa campagna dagli iniziativisti? Durante la campagna di votazione di settembre (iniziativa per la limitazione), l’UDC è stata accusata da questi paladini del moralismo per aver strumentalizzato una bambina nell’ormai famoso video. Ma vi siete mai chiesti se il loro slogan, la foto della bambina difronte alla miniera o gli esempi utilizzati ora dagli iniziativisi siano reali? Ecco qualche esempio lampante che ridimensiona di molto quanto loro sostengono, cambiando decisamente le carte in tavola! Prendiamo il caso della miniera di Glencore in Peru accusata di inquinare con metalli pesanti l’acqua e l’aria causando gravi sofferenze ai bambini locali. Questa miniera ha più di 100 anni ed è stata gestita nel corso della sua storia da diverse imprese. Glencore ne è diventata proprietaria solo nel 2017 e da allora sta lavorando con la locale Volcan per sviluppare misure ambientali e sanitarie che vengono implementate come parte di un piano di gestione sociale e ambientale completo. Glencore non ha quindi alcuna colpa per l’inquinamento causato dalla miniera. Spostiamoci ora in India dove gli iniziativisti accusano Syngenta di avvelenare e uccidere i contadini locali con un pesticida, il Polo, vietato in Svizzera. Peccato però che questo pesticida non sia proibito né in Svizzere né a livello internazionale. Inoltre, in India, le autorità locali hanno confermato che non vi è alcun legame tra l’avvelenamento avvenuto e i prodotti di Syngenta. E ora passiamo al caffè. Nespresso è stata accusata di consentire il lavoro minorile nelle sue piantagioni di caffè. Dopo un'indagine sul posto, sono stati scoperti 3 casi (pari all’1% delle irregolarità). Durante l'inchiesta, Nespresso ha bloccato tutti gli acquisti di caffè dalle 300 piantagioni interessate e ha in seguito escluso le 3 piantagioni colpevoli di abusi dal programma fino a quando questi non sono stati corretti. L’indagine ha permesso anche di scoprite una problematica finora sconosciuta. In Guatemala il raccolto viene effettuato dai migranti che si recano sul posto di lavoro con i loro figli, che non possono lasciare a casa da soli. Non è quindi sorprendente incontrare dei bambini nelle piantagioni di caffè. Per questo motivo, Nespresso allestirà un asilo nido per tenere lontani questi bambini dai lavori pericolosi e impedire loro di lavorare con i genitori. Questi esempi mostrano chiaramente che gli iniziativisti, pur perseguendo dei nobili obiettivi, non stanno probabilmente giocando in maniera pulita le proprie carte. Utilizzare fatti e slogan palesemente falsi e strumentalizzando disgrazie avvenute, mancano di rispetto prima di tutto alle popolazioni che dicono di voler proteggere. Un comportamento quantomeno discutibile da parte di chi, solo pochi mesi fa, accusava l’UDC di strumentalizzare una bambina e che oggi cerca di far passare i contrari all’iniziativa per i cattivi della situazione. Non facciamoci ingannare con promesse irraggiungibili e casi montati ad hoc. Gli strumenti proposti si spingono troppo in là, nuocciono ai paesi in via di sviluppo e danneggiano la piazza economica svizzera. Per questo bisogna votare un chiaro NO all’iniziativa «Per imprese responsabili»!

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