Maruska Ortelli, Consigliera Comunale a Lugano, Lega dei Ticinesi
LUGANO - Abbiamo appreso tutti dai giornali che una trentina di persone, molte delle quali senza mascherina, e tutte senza permesso, ha protestato ieri sera a Lugano, in piazza Molino Nuovo, contro le misure per frenare la diffusione del coronavirus.
Chiaramente si trattava dei noti molinari. Un problema che una città come Lugano dovrà debellare al più presto: non pagano affitto, luce, acqua... nulla. Come al solito si sono comportati da vandali, come ieri, quando hanno imbrattato beni pubblici pagati dal contribuente.
I manifestanti, se così vogliamo chiamarli, hanno infatti esposto striscioni e scritto slogan con bombolette spray sulla fontana appena messa a nuovo dai servizi urbani comunali. «In strada e nelle carceri assassinati, nei lager ammucchiati: facile per i borghesi stare a casa tranquilli e viziati», si legge su uno striscione.
Ma protestare per cercare un lavoro no? Un volantino invece recitava: «Misure repressive imposte con il pretesto dell’emergenza sanitaria». Qui vuol dire che proprio non si riesce a capire la situazione sanitaria delicata che si sta vivendo nel nostro Cantone. Non contenti, inoltre, hanno preso a testate una giornalista, per poi recarsi tranquillamente verso la pensilina Botta dove hanno bloccato il traffico e imbrattato diversi palazzi storici del centro.
Chi pagherà ora i danni? Il contribuente chiaro, magari quello che fa fatica ad arrivare a fine mese, per colpa di chi egoisticamente pensa solo a se stesso. Questo non è il modo per esprimere un dissenso, sacrosanto in una democrazia solida come quella che abbiamo in Svizzera, non posso dunque fare altro che condannare questi atti e chiedere alle autorità di utilizzare il pugno duro questa volta.
Situazioni del genere non devono più accadere! Lugano non ha bisogno di queste persone: è ora di dire basta! La gente è stufa di questi pseudo anarchici, lo si evince anche dai numerosi commenti lasciati dagli internauti sui vari social.
Un ultimo pensiero: la mia solidarietà va alla giornalista, che stava facendo solo il suo lavoro, augurandole una pronta guarigione.