Cerca e trova immobili

L'OSPITECaccia: una legge squilibrata

16.09.20 - 08:41
Greta Gysin, consigliera nazionale (Gruppo dei Verdi)
Keystone
Caccia: una legge squilibrata
Greta Gysin, consigliera nazionale (Gruppo dei Verdi)

BERNA - Giornalmente a livello mondiale spariscono 150 specie. In Svizzera la metà degli habitat e un terzo delle specie sono a rischio. Il declino della biodiversità è una crisi tanto silenziosa quanto grave, ma non desta le preoccupazioni che merita. Al contrario: la politica continua a sfornare leggi che mettono ancora più sotto pressione la diversità biologica. Come la nuova Legge sulla caccia, un pasticcio legislativo che indebolisce la protezione di animali protetti, non migliora quella di specie minacciate e perde l’occasione per vietare la problematica caccia al trofeo.

Se dovesse passare la nuova legge, specie protette come lo stambecco e il lupo potranno venir uccise preventivamente, prima quindi che abbiano causato danno alcuno, anche nelle zone di protezione della fauna selvatica. Il Consiglio federale avrebbe poi la facoltà di ampliare la lista degli animali protetti “regolabili” (quindi abbattibili) semplicemente modificando l’ordinanza. Né Parlamento, né tantomeno i cittadini, avrebbero la possibilità di esprimersi nel merito. Nell’ordinanza ora in consultazione il cigno reale è già finito sulla lista degli animali abbattibili e, viste le pressioni, gli interessi particolari e le intenzioni dichiarate nel messaggio iniziale del Consiglio federale, è solo questione di tempo perché anche la lince, il castoro o la lontra facciano la stessa fine.

Se il Consiglio federale avrà la libertà di estendere la lista degli animali protetti abbattibili, è ai cantoni che spetterà decidere quanto regolare ogni singola specie. La Confederazione perde così la preziosa funzione di coordinamento e controllo in un ambito – quello della protezione delle specie – che per sua natura non dovrebbe conoscere confini. Sapranno i cantoni resistere alle forti pressioni emotive e gestire gli abbattimenti sulla scorta di criteri scientifici? Alcuni sì. Per altri, in cui consiglieri di Stato incoraggiano pubblicamente il bracconaggio o sostengono ufficialmente l’idea di zone libere da grandi predatori, mi sia concesso il beneficio del dubbio.

La Legge sulla caccia attualmente in vigore è un tipico compromesso svizzero tra caccia, regolazione e protezione. La nuova legge, indebolendo la protezione, rompe questo delicato equilibrio e mette sotto pressione la diversità biologica in un’epoca in cui bisognerebbe fare l’esatto opposto. Un NO permetterà di tornare alla casella di partenza: il Parlamento ha lavorato male, e deve correggere il tiro.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE