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L'OSPITECani da protezione delle greggi, tutelare le pecore o mettere in pericolo le persone?

14.08.20 - 11:18
Denis Vanbianchi - Blenio
TiPress - foto d'archivio
Cani da protezione delle greggi, tutelare le pecore o mettere in pericolo le persone?
Denis Vanbianchi - Blenio

Da alcuni anni la problematica dei grandi predatori sta mettendo in subbuglio il mondo agricolo, i protettori di animali e la gente comune. Per proteggere le greggi dalla fame del lupo, alcuni agricoltori si sono trovati costretti a far capo a dei cani da guardia/protezione (solitamente dei pastori maremmani).

In questi ultimi anni questo tipo di cani, per nulla amichevoli, a volte neppure custoditi come si dovrebbe, che girano liberamente di giorno (quando normalmente le predazioni dei lupi avvengono di notte), si sono fatti notare nella nostra regione (e non solo) per aver spaventato a più riprese degli escursionisti. Alcuni di essi sono stati addirittura morsi e hanno dovuto interrompere la loro passeggiata. Io stesso mi sono trovato di fronte a due di questi cani e posso assicurarvi che non è stato per nulla un incontro piacevole. Alcuni anni fa, nella zona di Rafüsc, all’imbocco della Greina, è dovuta intervenire la REGA per soccorrere una signora ferita e molto spaventata, mentre di recente sono stati segnalati parecchi casi di persone spaventate (o peggio attaccate) nella zona del sentiero degli stambecchi. 

Una domanda sorge allora spontanea: possibile che per proteggere le greggi dai lupi si debba mettere in pericolo le persone?     

Da una parte capisco gli agricoltori che devono proteggere le loro greggi, dall’altra fatico a capire perché ci si ostini a voler proteggere il lupo; forse basterebbe poter sopprimere i casi problematici. 

Da qualche anno la presenza dei cani da protezione viene segnalata da cartelli che illustrano alcune regole da seguire. Personalmente li ritengo però poco efficaci: si consiglia di non correre in loro presenza o nelle loro vicinanze, ma come spiegare ad un bambino che non deve correre? Si consiglia di camminare lentamente, ma se ci si trova, come successo a me, nella situazione per cui uno di questi cani ti corre incontro, istintivamente cerchiamo a nostra volta di correre/scappare. È inoltre consigliato non avere altri cani con sé, perciò gli escursionisti che vogliono approfittare delle montagne con il proprio amico a quattro zampe devono rinunciare a intraprendere alcuni itinerari solo perché si trovano a dover attraversare un pascolo con delle greggi custodite? Così pure gli amanti della MTB e le famiglie? Oltre tutto va anche detto che questi cartelli danno sì indicazioni e consigli ma, anche se seguiti alla lettera, non assicurano un incontro piacevole con questi cani.

A seguito di queste considerazioni vorrei lanciare un appello alle autorità competenti affinché questo tema venga affrontato con determinazione e non sottovalutato come fatto finora. Ritengo infatti sia indispensabile adottare delle misure concrete a tutela degli escursionisti, i quali sono un’importante fonte di indotto per il turismo delle regioni di montagna.

Con questo articolo non è mia intenzione lanciare una campagna di odio contro il lupo oppure mettere in cattiva luce gli agricoltori, vorrei unicamente dare rilievo all’importanza dell’incolumità delle persone che decidono di trascorrere del tempo tra le nostre stupende montagne. 

Un primo passo nella giusta direzione sarà a mio avviso quello di votare SI alla revisione della legge sulla caccia il prossimo 27 settembre, qualunque sarà però l’esito di quest’ultima, ritengo importante che sia sviluppato un piano d’azione nei confronti dei cani da protezione, i quali non dovrebbero poter circolare così liberamente. Le nostre belle montagne dovrebbero infatti rimanere un luogo ideale per praticare l’escursionismo in serenità e non con la paura di essere rincorsi o peggio ancora aggrediti.

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