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L'OSPITELa videosorveglianza è stata “inventata” solo per i centri dei rifiuti?

01.07.20 - 11:19
Giancarlo Jorio, ex municipale di Giubiasco
Giancarlo Jorio
La videosorveglianza è stata “inventata” solo per i centri dei rifiuti?
Giancarlo Jorio, ex municipale di Giubiasco

Sarà capitato anche ad altre persone che per un buon motivo hanno ritenuto di rivolgersi a chi ha primariamente il compito di far rispettare la legge, nel contesto della prossimità.

La voce che risponda alla chiamata è, a volte, gentile e sintetica: “La polizia non c’è” (nel senso, è in altro affaccendata). Si sa, lì risparmiano le unità, c’è magari una sola pattuglia in servizio in Città, contestualmente in quel momento impegnata nella meritata e garantita pausa caffè.

A prescindere dal buono e insindacabile motivo che induce una persona a chiamare la polizia, peraltro pagata dal contribuente per mantenere l’ordine pubblico e fare rispettare le leggi dello Stato, “quel passaggio è d’obbligo”, non potendo il cittadino farsi giustizia da se.

Pretendere che il comando del Corpo di polizia locale, che ben conosce le problematiche per le ripetute infrazione di leggi, talvolta che si ripetono più volte al giorno, metta un’agente su un cadregone come un bagnino al mare, è insostenibile. Ma vista l’ampia gamma di mezzi ausiliari di cui dispone la tecnologia, la videosorveglianza in certi casi è la soluzione appropriata. Non sarà mica stata “inventata” solo per i centri di raccolta dei rifiuti? Chi si comporta correttamente non ha niente da temere per la sua privacy, che è tutelata sufficientemente!

A fronte di una media di duecento segnalazioni annue d’infrazioni, quando s’infliggono due, tre o quattro multe, chiunque capisce che c’è qualcosa che non funziona, sia a livello di comando del Corpo di polizia, sia dei responsabili della politica remunerati per una prestazione professionale, ma che di professionale ha solo il nome.

Anche poiché se il cittadino, a buon diritto chiede di visionare un rapporto di polizia e questo gli è sottratto o peggio ancora è redatto in termini difformi dalla realtà, il fatto presta subito il fianco per ipotizzare abusi di autorità, favoreggiamenti, sviamenti della giustizia e altro ancora.

E l’arroganza esibita si consolida quando il Municipio della Città arriva al punto di farsi richiamare, per conto del Consiglio di Stato, dall’autorità di vigilanza sui comuni, che gli deve ricordare essere un dovere d’ufficio rispondere con tempestività alle giustificate richieste del cittadino!

Una cosa appare evidente a fronte di cotanta prepotenza: il difetto sta nel manico!

 

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