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L'OSPITELugano: una locomotiva ferma alla stazione

05.02.20 - 19:00
Morena Ferrari Gamba, Consigliere Comunale PLR Candidata PLR Municipio di Lugano
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Lugano: una locomotiva ferma alla stazione
Morena Ferrari Gamba, Consigliere Comunale PLR Candidata PLR Municipio di Lugano

Lugano e i suoi innumerevoli progetti, tutti indispensabili per dare respiro alla città, è però in ritardo. Una Lugano che si è persa nei libri contabili. Capiamo la necessità di farlo, tuttavia non dimentichiamo i termini catastrofici con cui nel 2013 si annunciavano periodi di lacrime e sangue. A pagarne le spese sono stati i dipendenti comunali, i cittadini a cui sono stati tolti dei servizi (gli sportelli nei quartieri, i trasporti, addirittura i gabinetti pubblici: gli stessi che ora si vogliono in bella vista in piazza Manzoni). Gli annunci di una città in fallimento si sono rivelati esagerati e hanno severamente danneggiato l’immagine della nostra Lugano. Quale investitore privato sarebbe mai venuto sentendo dire che Lugano era in fallimento? Nessuno, appunto. Dall’immobilismo che si è creato, il nulla progettuale, ci si è poi risvegliati magicamente e si è ripreso in pratica ciò che la maggioranza precedente, il Partito Liberale Radicale e in particolare il suo Sindaco, aveva pensato e promosso con tanta energia. Ora si riparte; forse, lo speriamo in tanti.

Qualcosa comunque non torna. Il futuro necessita di un quadro più chiaro. Oggi ci si limita ad amministrare. Non si pianifica, non si riflette veramente su una città moderna, non si prepara il ‘domani’. In questo panorama fioriscono idee e progetti scollegati tra loro, quasi Lugano fosse la città dei balocchi e non la città che necessita di ritrovare un’identità forte e chiara per essere seducente e bella.

Purtroppo, Lugano ha perso gradualmente la sua forza propulsiva, ha perso la sua anima. Parlo della Lugano ascoltata, invidiata, quella a cui il Cantone si rivolgeva con rispetto, oggi non ha più voce in capitolo, è piegata su sé stessa. La locomotiva è ferma alla stazione e non può ripartire fintanto che i singoli vagoni rimangono staccati, per riagganciarli necessitiamo di una vera “cucitura” fra tutti i progetti e i protagonisti: la politica, l'economia e la finanza, le forze produttive, i commerci, le associazioni cittadine della cultura e sportive e tutti i cittadini. Senza coesione non c’è competizione.

Se vogliamo rilanciare la nostra immagine, la Lugano perla del Ceresio per intenderci, affinché diventi una città attrattiva in primis per noi stessi, dobbiamo ripartire dai Quartieri, divenuti sempre più periferie dimenticate, mentre sono anch’essi Centri di grandi opportunità non solo per i residenti. Le grandi città come Milano e Zurigo lo hanno capito da tempo, trasformando i non-luoghi in luoghi di vita. Noi siamo tra queste due dinamiche e nessuno vuole che i treni passino senza fermarsi.

Infine, una città che cresce deve tornare a occuparsi anche di chi sta ai margini. Non si tratta di fare del buonismo, si tratta di prevenire il disagio che sta crescendo e lo si può fare solo con la mobilitazione di tutti. L’incertezza può solo aumentare la paura del futuro. Dobbiamo ripartire da una Lugano che fa, che si impegna, iniziando dalle nostre tradizioni migliori, dalla nostra identità e cultura, dalla comunità operosa, dai filoni che producono ricchezza e dalla voglia di partecipazione di tutti i cittadini. Questa è la sfida da vincere impegnandoci a costruire una Lugano più attenta, coesa, accogliente. Dobbiamo farlo per tornare a essere protagonisti, impegnarci per i nostri giovani e per le generazioni future.

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