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L'OSPITELettera aperta dal Pantano

03.02.20 - 10:14
Michele Foletti, Municipale di Lugano
Tipress
Lettera aperta dal Pantano
Michele Foletti, Municipale di Lugano

Caro Rocco,

Mi dicono che quella che segue sia una tua affermazione pubblicata su OL, ma non trovando quei tre fogli da nessuna parte non ne sono sicuro:

Scelte che dovranno permettere a questa amata Città di uscire dal pantano in cui l’ha cacciata il trio leghista, il quale sta vivendo ancora sulla progettualità delle precedenti compagini municipali di impronta liberale radicale ma che si è dimostrato del tutto incapace ad affrontare le sfide economiche e sociali moderne; governare Lugano non vuole dire solo far quadrare i conti e tagliare qualche nastro inaugurale, ma significa preparare il futuro affinché possiamo consegnare alle generazioni future una Città viva, dinamica ed aperta che ponga i suoi Cittadini e le loro necessità al centro dell’azione politica.

Conoscendoti da anni, avendo lavorato con te ai tempi di Valeria Galli per il risanamento dei conti della città (riuscito e vanto dell’azione politica del PLR), non posso credere che banalità del genere siano farina del tuo intelletto.

Sinceramente non credo che la città sia in un pantano strutturale, anzi, la città è davanti ad una serie di opportunità da cogliere in un contesto di forti cambiamenti.

Il pantano è politico, con l’alleanza di centro in consiglio comunale che ha strategicamente fatto di tutto negli ultimi 4 anni per inibire l’azione del municipio. PLR e PPD si sono accordati per affondare questa città in modo da poter poi puntare il dito contro la maggioranza relativa leghista.

Poi i vostri problemi interni hanno fatto il resto. Prova ne è che l’ottimo collega di Municipio Michele Bertini ha gettato la spugna e se ne è andato.

Può essere vero che questo trio leghista sta vivendo sulla progettualità dei precedenti municipi, anche perché non per forza ciò che è stato progettato da altri è da demolire unicamente per contrapposizione politica o ideologica, ma il problema è un altro.

Il problema è che le passate compagini municipali a maggioranza liberale radicale non hanno saputo cogliere il cambiamento economico e sociale che era in atto, hanno ritenuto che fossero immuni dai cambiamenti epocali che si stagliavano all’orizzonte (vedi elezioni 2008) e non hanno preparato la città a questa rivoluzione. A loro importava unicamente la gestione del potere, non il bene della città.

E la dimostrazione è l’appello dell’ex sindaco Giudici ai PLR Luganesi fatto nel 2013 « abbiamo imbandito la tavola, non lasciamo che altri si siedano a banchettare »

Così vi siete affrettati a sparecchiare e portarvi via tutto, lasciando città e cittadini seduti al desco, ma a bocca asciutta.

Ti assicuro che nel 2013 non è stato facile ripartire da sotto zero, ma lo abbiamo fatto con serietà e rispetto per coloro che erano venuti prima di noi. Avremmo potuto dare un calcio alla progettualità dei precedenti municipi, ma per senso di responsabilità verso questa città abbiamo deciso di portare avanti ciò che le « le compagini municipali di impronta liberale radicale » ci avevano lasciato in eredità.

Ma come ben sai, raddrizzare progetti partiti male e gestiti malissimo non è facile.

Eppure abbiamo chiuso il pasticciaccio del LAC senza troppa infamia (c’è ancora qualche denuncia penale da mettere a posto e due o tre cosette sui difetti di costruzione e le garanzie da regolare), abbiamo raddrizzato il concorso per investitori per il polo congressuale del campo marzio, anche se manca un piano regolatore entro il quale potersi muovere e abbiamo portato il progetto del Polo Sportivo e degli Eventi sui banchi delle commissioni del consiglio comunale, nonostante tutta l’operazione sia partita male (come ho detto in tempi non sospetti).

Proprio su questo progetto voglio vedere come si comporterà il PLRT, perché è vero che è un progetto nato e scelto dalle precedenti « compagini municipali di impronta liberale radicale » che forse - permettimelo - sono state un po’ superficiali nell’affrontare la grandiosità di questo sogno, ma l’atteggiamento che il PLR sta avendo in consiglio comunale non promette nulla di buono. Non vorrei che proprio i nuovi « talenti » del PLRT affossino un progetto figlio dei gloriosi anni del potere liberale a Lugano che noi, incapaci leghisti, abbiamo cercato di tenere in vita.

E per finire, lasciami solo fare una riflessione su quanto vorreste lasciare alle generazioni future: nel 2013 quando sono entrato in municipio alle future generazioni avevate lasciato un miliardo di debiti, di cui 400 milioni fatti solo nei 4 anni precedenti.

Avevate rubato il futuro ad almeno 3 generazioni di Luganesi unicamente per l’incapacità di comprendere il presente (figuriamoci immaginare il futuro).

Se il 5 di aprile non dovessi più essere eletto mi arrabbierò molto e dovrò farmene una ragione, ma avrei almeno la coscienza pulita nei confronti delle future generazioni: non lascerò il disastro che le « compagini municipali di impronta liberale radicale » hanno lasciato alle loro spalle.

E soprattutto sarò fiero di aver messo un po’ a posto le cose senza denigrare il lavoro fatto da chi è venuto prima di me, senza cancellare i loro progetti e accettando tutti gli ostacoli che l’asse di centro in consiglio comunale ha disseminato sul nostro cammino per farci fallire.

Forse è semplicemente questo il vero spirito liberale; ritrovatelo per il bene di Lugano.

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