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L'OSPITEAeroporto di Lugano-Agno, sì ma proiettato al futuro

20.11.19 - 11:00
Giovanni Pedrozzi, Ingegner geotecnico
Giovanni Pedrozzi
Aeroporto di Lugano-Agno, sì ma proiettato al futuro
Giovanni Pedrozzi, Ingegner geotecnico

Per evitare il fallimento, una attività privata deve basarsi su un business plan a lungo termine. Guardiamo l’esempio della FIAT, un grande marchio che produceva delle belle automobili. Per mancanza di progettualità e investimenti, i modelli non sono stati più rinnovati ed è iniziato il declino. Soluzione: sussidi statali (vedi bonus per la rottamazione), che ha portato la società a vivacchiare invece di rinnovarsi. Una società che produce automobili ha una sola e unica strategia: produrre delle buone automobili, semplice! Invece no, in FIAT sono iniziati i giochi finanziari con lo scopo di fare utili a corto termine. Per evitare il fallimento, i dirigenti della FIAT (diventata FCA) hanno dovuto fare un’ulteriore fusione con un produttore automobilistico francese, che invece nel frattempo ha fatto grossi investimenti sviluppato l’auto del futuro.

Quanto descritto vale anche per gli aeroporti. L’aeroporto di Magadino, con i suoi 200 posti di lavoro, funziona bene grazie alla collaborazione tra pubblico e privato e una attività diversificata. E dire che qualche decennio fa stava per chiudere. Nell’ultimo ventennio sono stati investiti 150 Mio, che sono pochi rispetto all’indotto. A Lodrino, via i militari e il rischio di chiudere, il Comune di Riviera ha pensato a un progetto rivolto al futuro: investire nei droni e creare un centro di competenza. Scelta coraggiosa e i risultati si vedranno tra uno o due decenni.

Torniamo quindi a Lugano-Agno. Cosa fare? Coprire i debiti senza cambiare il business plan? Assolutamente no, sono già stati spesi 40 Mio e siamo ai piedi della scala. Si deve invece pensare a un progetto sostenibile a lungo termine e ci vorranno importanti investimenti, di possibilità ce ne sono molte. I voli di linea con grandi aerei mi sembrano fuori luogo, invece con dei Pilatus a 8 posti o dei Beech a 19 posti potrebbe funzionare, ma temo insufficiente per rilanciare l’aeroporto assieme alla aviazione generale, bisogna diversificare l’offerta e il passato insegna.

Una ulteriore attività potrebbero essere i voli di droni-taxi che trasportano 2-4 passeggeri. Nel mondo sono già in funzione in diverse città (in Germania un drone a 2 persone è già autorizzato a volare, a Dubai è in servizio un drone-taxi cinese per 1 persona, progetti a Antigua (con un drone italiano), Singapore, Nuova Zelanda, Las Vegas, Dallas, Los Angeles, Dubai e altri che non conosco). Già l’anno prossimo inizierà la prima produzione in serie di un drone con passeggeri.

Pertanto SI a un salvataggio dell’aeroporto di Lugano-Agno, SI alla collaborare con i privati, SI a ulteriori attività diversificate, SI alla collaborazione con gli altri aeroporti ticinesi (centro di competenza ticinese), ma soprattutto SI a una dirigenze capace di sognare e con il coraggio di promuovere dei progetti futuristici.

“Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. A Einstein

 

 

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