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L'OSPITEL'accusa: «La Rsi premia la sua piccola cerchia»

02.10.19 - 10:02
Sebastiano Pestoni, attore
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L'accusa: «La Rsi premia la sua piccola cerchia»
Sebastiano Pestoni, attore

Dopo un lungo ed estenuante processo di selezione, i vincitori dell’ultimo concorso sfornato dalla RSI “progetti di serie tv di fiction” sono stati selezionati. Come possiamo leggere nel bando, la RSI intendeva “identificare delle autrici e degli autori che desiderino impegnarsi a lungo termine” e “favorire la crescita di autori locali” limitando quindi e giustamente il concorso ad “autori svizzeri o domiciliati in Svizzera” che non hanno un rapporto lavorativo con la RSI “superiore al 50% dell’attività lavorativa”. Una grandiosa iniziativa sotto ogni punto di vista. 

Qualche elemento salta però subito all’occhio; identificare e crescita. 

Identificare significa scoprire. Di conseguenza, la RSI sembrerebbe voler scoprire autori locali (che per definizione non può già conoscere) e promuoverne la crescita che, rimanendo comunque un criterio soggettivo, sembrerebbe significare che questi autori non sono affermati. Sono emergenti.

Inoltre, l’unico motivo per inserire un limite (50%) alla collaborazione lavorativa tra RSI e partecipanti è evitare favoritismi il che rende onore alla nostra televisione. Tuttavia, un divieto del genere è completamente “fuori mira” in quanto colpisce i normali impiegati della televisione come il segretariato, gli addetti alla pulizia, alla sicurezza, eccetera e non registi/produttori/sceneggiatori che già collaborano con la RSI ma evadono, per la natura della loro professione, il limite del 50%. Tra i vincitori del concorso e vecchie conoscenze della RSI troviamo infatti nomi quali Erik Bernasconi e Fabio Pellegrinelli con il primo che ha ricevuto 30’000 franchi come finanziamento per Becaària, 120’000 franchi per Moka Noir e 470’000 franchi per Fuori Mira ed il secondo che ha ricevuto finanziamenti pari a 220’000 franchi per La strategia dell’acqua e 1’100’000 franchi per L’ombra del figlio, solo per citarne alcuni. 

Collettivamente, i vincitori del concorso hanno lavorato 20+ anni come giornalisti freelance, registi e redattori per la RSI ed il responsabile “produzione fiction” della televisione ha già co-prodotto un progetto di uno dei vincitori. Visti gli innumerevoli anni di lavoro prestati, i sostanziosi budget, il tipo di produzioni (alcuni dei quali anche nominati ai Quartz, gli “Oscar Svizzeri”) e la regolare collaborazione della maggior parte dei vincitori del concorso con la RSI, sembrerebbe che l’unica crescita alla quale la televisione svizzera sia interessata è quella della sua piccola cerchia di conoscenze, rendendo il mercato ticinese sempre meno dinamico, variegato e coraggioso. Questo concorso è stata un’occasione persa per introdurre nuove voci nel mercato cinematografico ticinese, consegnando un altro lucroso progetto in mani piuttosto familiari. 

Porgiamo i nostri complimenti agli autori del bando del concorso, veri artisti nell’usare definizioni vaghe e restrizioni di fatto inutili. Considerando che il bando è chiuso e non esiste alcuna possibilità di appello, non ci rimane che consigliare alla RSI di pulire i propri vetri, perché di trasparenza se ne vede ormai poca. Congratulazioni. 

 

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