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L'OSPITELa bicicletta ancora troppo sottovalutata

13.09.19 - 17:44
Carlo Zoppi, Consigliere comunale PS Lugano
La bicicletta ancora troppo sottovalutata
Carlo Zoppi, Consigliere comunale PS Lugano

È una buona notizia quando un comune, un privato o un ente sviluppano misure concrete a favore della mobilità ciclabile. Al contrario, è difficile negare che Lugano offra ancora una rete di percorsi e di corsie ciclabili insoddisfacente. Evidenziato più volte negli ultimi anni, i coraggiosi utenti che scelgono di spostarsi sulle due ruote (elettriche o «a muscoli») devono fare i conti con ciclopiste senza continuità una con l’altra, corsie preferenziali che iniziano e una manciata di metri dopo spariscono, tratti di strada in cui c’è poco spazio e bisogna fare lo slalom fra auto, bus e furgoni.

Su questo tema è già stata lanciata un’iniziativa comunale a favore della bicicletta per la realizzazione di una rete ciclabile continua nel territorio cittadino. Approvata dal Consiglio comunale, la sua applicazione risulta ancora difficoltosa da parte del Municipio e dell’amministrazione che faticano a trovare gli spazi per paura di penalizzare il traffico motorizzato.

La convivenza fra pedoni e ciclisti non è facile nemmeno sulle piste ciclopedonali, soprattutto quelle che non garantiscono una separazione fisica fra chi cammina e chi pedala. La diffusione delle bici elettriche, ottima alternativa all’auto per gli spostamenti di breve/media distanza, rende ancora più complicata la ricerca di un equilibrio.

Triste constatare la recente apparizione sulle rive del Ceresio di cartelli di divieto per le bici all’interno della zona pedonale: Piazza Dante, Via Cattedrale, Via Peri per citarne alcuni. In questi luoghi si registrano quotidianamente un gran movimento di veicoli, dai camion dei fornitori ai taxi, oltre evidentemente ai residenti. È un po’ assurdo che queste zone siano accessibili a veicoli ben più grossi e pericolosi ma non alle biciclette.

Solitamente si vieta un passaggio o si sanzionano le infrazioni quando esistono soluzioni alternative valide. Attualmente non esistono vie ciclabili alternative alle arterie ora vietate. Il divieto come proposto dalla Polizia comunale va a penalizzare i ciclisti responsabili, che si vedono così privati di tratti percorribili in piena sicurezza.

Consideriamo anche che il Bike Sharing nelle giornate di punta realizza ben 1000 movimenti e pure questi utenti meriterebbero percorsi sicuri, liberi dai veicoli a motore.

La situazione deve migliorare anche a Lugano. Non è pensabile ridurre il traffico e il numero dei veicoli in città senza potenziare al contempo la mobilità dolce e ciclabile.

Affinché la città del Ceresio non rimanga ancora una volta un villaggio gallico immune ai cambiamenti positivi che altrove risultano scontati e che non privi ai suoi cittadini della possibilità di spostarsi in maniera intelligente, sana e senza generare ulteriore traffico.

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