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L'OSPITEL’autogestione a Lugano, una realtà da preservare

09.09.19 - 08:00
Stefano Araújo, Responsabile Sezione Luganese del Partito Comunista
L’autogestione a Lugano, una realtà da preservare
Stefano Araújo, Responsabile Sezione Luganese del Partito Comunista

Gli autogestiti del Molino hanno indetto una manifestazione in difesa dell’autogestione per il prossimo 14 settembre a Lugano. Ciò ci permette di discutere ulteriormente e di approfondire la questione dell’autogestione. Ebbene, a mio personale avviso, una realtà culturale di questo genere andrebbe mantenuta, in quanto valore aggiunto per la nostra realtà urbana. Poter condividere degli spazi di creatività artistica e sociale, poter organizzare eventi culturali senza filtri commerciali, poter sviluppare attività sociali alternative, sono aspetti importanti che l’autogestione può offrire alla collettività. Una realtà urbana, che si vuol definire moderna, dovrebbe riuscire a comprendere l’autogestione e le sue peculiarità.

Anche dal Gruppo PS-PC in Consiglio comunale è stato sottolineato questo aspetto e rimarcato più volte che ci vuole un dialogo costruttivo e aperto tra tutti gli attori coinvolti: si tratta di cercare di venirsi incontro, senza sbandierare posizioni inconcludenti o proporre soluzioni tout court come quelle proposte dalla maggioranza dei Municipali e dei Consiglieri Comunali. Sono perciò convinto che, anche nell’ambito di una necessaria valorizzazione dell’ex Macello, una forma di autogestione nel comparto possa e debba essere salvaguardata.

Vi è, infine, un altro aspetto da considerare: vi sono tante altre realtà culturali alternative, al di fuori dell’autogestione, che meritano il riconoscimento da parte dell’autorità. Penso, ad esempio, al caso del collettivo Morel che si batte da tempo per una cultura no-profit, ma che si ritrova senza spazi e senza una reale volontà politica che vada incontro alle necessità e aspirazioni del gruppo di giovani. Lugano, ribadisco, se si vuole al passo coi tempi, deve riconoscere e assecondare questo genere di associazioni culturali e giovanili non commerciali, come accade già in altre città elvetiche. E’ una questione di politiche giovanili e culturali domandate e apprezzate sempre più da una parte della popolazione. 

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