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L'OSPITEITALIANO: lingua nazionale dimenticata?

23.08.19 - 13:00
Roberta Pantani, Consigliera nazionale per la Lega dei Ticinesi
ITALIANO: lingua nazionale dimenticata?
Roberta Pantani, Consigliera nazionale per la Lega dei Ticinesi

Nel plurilinguismo che caratterizza la Svizzera, la situazione dell’italiano “è tesa” ma non può essere paragonata a quella del romancio, il cui uso è in diminuzione. È quanto emerge dal nuovo Messaggio sulla cultura 2021-2024. Sapere che, dal punto di vista federale, la nostra lingua non è in pericolo può essere rassicurante. Ma cosa possiamo fare per promuovere maggiormente la lingua italiana? L’Ufficio federale della cultura sostiene che la promozione delle lingue minoritarie non deve limitarsi al territorio linguistico tradizionale. La legge sulle lingue, che ha tra i suoi obiettivi la promozione dell’italiano e del romancio, stabilisce del resto che occorre muoversi su più livelli, perché la coesione delle quattro lingue nazionali e la diversità culturale che esse rappresentano, sono un pilastro dell’identità e del funzionamento della Svizzera.

Lingua e cultura italiana devono continuare a essere insegnate nelle scuole. La via sembra essere tracciata dopo che, nel 2016, a seguito di una proposta di revisione della Legge sulle lingue, i Cantoni hanno deciso di non sopprimere l’insegnamento di una seconda lingua nazionale nelle scuole primarie. Soprattutto oltralpe, l’insegnamento dell’italiano o di un’altra lingua nazionale, non è scontato: di fronte a una sempre maggiore diffusione dell’inglese, una delle lingue nazionali viene sacrificata. Questioni di griglie orarie, di disponibilità di insegnanti, di interesse da parte degli studenti, si dice. È l’offerta, invece, che deve essere garantita e rafforzata: in Ticino, lo sappiamo, francese e tedesco sono parte integrante della formazione dei nostri figli e l’apprendimento di una lingua nazionale non deve essere visto solo come arricchimento del curriculum scolastico, ma anche come parte di quella coesione nazionale alla base del nostro sistema politico. Negli anni scorsi il Consiglio federale ha promosso scambi linguistici e sostenuto diversi progetti di sensibilizzazione all’italiano e la creazione di nuovi materiali didattici aggiornati. Per incentivare i giovani a scegliere l’italiano, la Confederazione ha sostenuto progetti culturali e di sensibilizzazione nelle scuole e progetti pilota, limitati al liceo, che prevedono la creazione di formazioni bilingui con l’italiano. Per il 2021-2024 verrà valutata l’estensione al ciclo di orientamento.

Il sostegno alla nostra lingua deve essere garantito in tutti i settori. Nel 2012 la deputazione ticinese alle Camere federali ha promosso la creazione dell’Intergruppo parlamentare Italianità, che oggi co-presiedo, per dare visibilità alla Svizzera di cultura italiana. È vero, quest’anno l’italiano ha avuto vita facile con la presidenza ticinese al Nazionale e i lavori parlamentari condotti in italiano. Dobbiamo fare in modo che questa piacevole abitudine non venga dimenticata con il passaggio dei poteri alla nuova prima cittadina della Confederazione, che da dicembre condurrà i lavori in francese. In questo anno tutto ticinese, ci siamo resi conto che molti colleghi capiscono e si esprimono molto bene anche nella nostra lingua. Per facilitare loro il lavoro, ma anche per approcciare coloro che all’italiano non sono particolarmente avvezzi, l’Intergruppo Italianità ha ideato, in collaborazione con il Canton Ticino, il vademecum tascabile ‘L’italiano in Parlamento’: un dizionario tascabile nelle tre lingue nazionali (e accenni al romancio), distribuito a tutti i parlamentari. Siamo già alla seconda edizione: bene fanno queste iniziative che mirano a sostenere l’italianità in Parlamento e nell’Amministrazione. Obiettivi che modestamente intendiamo raggiungere anche nella prossima legislatura.

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