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L'OSPITEDobbiamo preoccuparci per il nostro futuro?

01.08.19 - 08:11
Daniel Grumelli, Presidente Giovani UDC Ticino
Dobbiamo preoccuparci per il nostro futuro?
Daniel Grumelli, Presidente Giovani UDC Ticino

La Svizzera... quel piccolo Paese con 8.5 milioni di abitanti posto nel bel mezzo del continente europeo. Uno stato secolare, con alle proprie spalle una storia ricca di vittorie e sconfitte belliche, traguardi pioneristici, basti pensare alla ferrovia del Gottardo. Tanti, moltissimi i personaggi che hanno contribuito alla nostra storia: Tell, Dunant, Dufour, Erscher, Franscini, della Flüe, Guisan, ecc...

E se invece vi parlassi di Stauffacher, landamano di svitto, vittorioso in quel del Morgarthen il 15 novembre 1315 contro gli Asburgo. O di Arnold von Winkelried, anch’esso vittorioso sul Ducato d’Austria a Sempach il 9 luglio 1386.

Ai principi di agosto del 1291 i tre Länder di Uri, Svitto e Untervaldo; vallate autonome abitate da uomini liberi soggetti all’Impero, tennero il solenne patto federale sul praticello del Rütli. Giuramento che aveva come scopo la protezione giuridica ed economica delle comunità montane poste sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni. Nel corso dei secoli a venire altre comunità montane, città imperiali e terre soggette agli Asburgo si unirono al Patto, creando l’allora Vecchia Confederazione. Unità che venne infine consolidata dopo la Guerra Civile del Sonderbund nel 1847, creando infine l’attuale Confederazione Elvetica tramite un sistema di Stato federale.

Una Svizzera all’avanguardia su molti fronti: sviluppo economico, innovazione, tecnologie, trasporti. Ma questo basta per dire che siamo al sicuro? Che non dobbiamo preoccuparci per il nostro futuro?

Ebbene no!

Da anni ormai la Berna federale, capitanata da sinistroidi, uregiàtt e liberali, non fa altro che remare contro i suoi propri interessi; i nostri interessi. La Svizzera ha accettato l’entrata nello spazio Schengen, la libera circolazione delle persone, il diritto europeo, normative bruxelliane riguardanti la nostra sovranità, armi in primis. Lo svizzero medio, soprattutto il ticinese e il romando non ha più la certezza di arrivare a fine mese senza aver toccato i propri risparmi. Il cittadino residente costa ormai troppo per tutte quelle aziende guidate da liberali e stranieri che preferiscono fare cassetta piuttosto che garantire una rendita sostenibile per i propri dipendenti. Il frontaliere costa due/tre volte meno di un residente, il gioco è subito fatto. Ufficialmente la disoccupazione e stagnante se non in diminuzione, ma nessuno cita i numeri dell’assistenza, sempre più in aumento. Se non fosse che lo Stato si occupa sempre più del sostegno finanziario di migliaia di economie domestiche, avremmo anche noi le strade piene di senzatetto. È questo quello che vogliamo? Una nazione ricca, ma con una popolazione che sempre più fa fatica a campare economicamente? Io NO!

Voglio una Svizzera libera da quei traditori della Patria che preferiscono di gran lunga arricchire le proprie tasche a scapito dei cittadini. Voglio una Svizzera che finalmente abbia il coraggio di dire NO alle assurde decisioni umilianti di Bruxelles. Una Berna che guardi oltre l’UE. Basta sottomettersi, è ora di rialzarsi e mostrare i muscoli. Lo abbiamo fatto per secoli.

Alle prossime elezioni federali, dobbiamo dare un monito a tutti quei concittadini che hanno perso la fiducia nella cosa pubblica. Noi dell’UDC siamo quell’alternativa seria ai partiti borghesi
di centro che per decenni hanno promesso di tutto e di più portando allo sfascio il nostro Paese, il tutto assieme ad una sinistra sempre più unita. Noi siamo gli unici a livello federale e cantonale a volere una Svizzera forte e sicura. Un Paese stabile e forte. Un’immigrazione controllata e la garanzia di avere un lavoro e uno stipendio dignitosi, senza preferire i soldi al benessere della popolazione!

Alla Convenzione di Stans del 1481, con l’aiuto di Nicola della Flüe, fu riaffermato lo spirito confederale dopo anni di tensioni tra i vari membri dell’allora Confederazione. Convenzione che
allora premetteva di punire quelle persone che avrebbero messo in pericolo la pace interna e la giustizia. Oggi dovremmo riprendere quelle parole e applicarle a tutti quei politici venduti che hanno indebolito il nostro sistema di diritto, la nostra indipendenza, la nostra neutralità, la nostra sovranità, ma soprattutto di essere noi stessi: LIBERI E SVIZZERI!

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