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L'OSPITEDi locomotive elettriche e aerei da combattimento

13.07.19 - 08:25
Bruno Storni, deputato Partito socialista
TiPress - foto d'archivio
Di locomotive elettriche e aerei da combattimento
Bruno Storni, deputato Partito socialista

Sorprende non poco la decisione del Consiglio Federale di proporre un credito quadro per 6 miliardi per l’acquisto di aerei da combattimento pesanti per assicurare la polizia dello spazio aereo svizzero quando 5 anni fa il popolo ha bocciato un credito di 3,1 miliardi per i Gripen e neanche i militari ritengono immaginabili combattimenti aerei nei cieli svizzeri.

Ma a prescindere dalle questioni militari anche la giustificazione economica che il venditore dell’aereo dovrà compensare il 60% con forniture svizzere di materiale bellico e componenti per la costruzione dei caccia non è sostenibile.

Le compensazioni, come abbiamo visto in passato, non sempre generano benefici all’economia nazionale.

Da una parte come emerso in un rapporto del 2007 una buona fetta dei lavori di compensazione vengono comunque effettuati all’estero, dall’altra una volta consegnato il materiale poco rimane all’economia nazionale in prodotti e competenze, vedi caso carrelli FA18.

Problematico è anche il maggior costo che le compensazioni generano, si parla del 10%. Nel caso in questione per 3,6 mia di compensazioni sono 360 mio per mantenere un settore industriale che già se la passa bene con commesse Federali a volte scandalose come quella dei 2200 furgoni Duro che Mowag ha ammodernato per 558mio cioè 250'000 Fr mio al pezzo.

Anche le attività Ruag non sono esenti da critiche come il caso dei 70 mio fatturati di troppo alla Confederazione per la manutenzione di aerei e elicotteri militari, o il mortaio hitech Cobra da 400 mio in ritardo di 3 anni.

Se da una parte la Confederazione foraggia a suon di miliardi l’industria bellica e mantiene in questo modo posti di lavoro qualificati, dall’altra fa esattamente l’opposto: vedi Officine FFS Bellinzona dove malgrado sponsorizzazioni CantoComunali per 120 mio si tagliano 200 posti di lavoro perché FSS Cargo non acquista più le locomotive ma le noleggia delocalizzando all’estero anche la manutenzione (stesso discorso per i carri merci).

Locomotive elettriche da sempre un fiore all’occhiello della tecnologia e dell’industria Svizzera, competenze sviluppate dall’inizio del secolo scorso per non dipendere dal carbone tedesco e che hanno portato all’elettrificazione della linea del Gottardo, agli impianti idroelettrici o alla Coccodrillo Ce 6/8, la prima locomotiva a recuperare energia di frenata. Locomotive dalle quali si è sviluppata l’industria dell’elettronica di potenza in Svizzera che ancora oggi primeggia nei mercati mondiali con prodotti innovativi di varie aziende d’avanguardia anche ticinesi: da Invertomatic a Newave oggi ABB. La Silicon Valley in Svizzera è l’elettronica di potenza, tecnologia fondamentale per le energie rinnovabili.

Confederazione che permette a FFS Cargo di non più acquistare locomotive e abbandonare competenze tecnologiche di lunga tradizione in un mercato quello del materiale rotabile in crescita ma chiaramente competitivo nel quale dopo la crisi della liberalizzazione abbiamo saputo riprendere piede con la Stadler che ha sviluppato prodotti di grande successo come l’elettrotreno leggero Flirt.

Materiale rotabile svizzero che esportiamo come non mai, tanto che la linea ferroviaria che percorre il cuore della Silicon Valley sarà dotata di elettrotreni ed elettrificata da Stadler per un importo di 500 mio.

L’industria bellica è altamente tecnologica ma di nicchia. Gli USA hanno una grande tradizione grazie agli ingenti finanziamenti del pentagono, sanno fabbricare meccanica aeronautica ed elettronica ultraraffinate per caccia di quinta generazione ma non sanno fare una rete 5G o saldare i vagoni di elettrotreni in alluminio.

Sovvenzionare l’industria bellica svizzera e delocalizzare le locomotive FFS è irragionevole non solo eticamente, armi contro ambiente, ma anche per l’economia nazionale. Se da una parte facciamo la manutenzione di elicotteri o aerei da combattimento in Svizzera senza avere un’industria che li produce non si capisce perché questo non avviene più per le nuove locomotive FFS Cargo sfruttando le competenze che abbiamo nel Paese. La Confederazione garantisca fideiussioni come per le ferrovie regionali anche a FFS Cargo con l’obbligo di acquistare locomotive e mantenere perlomeno lavoro di manutenzione e continuare a sviluppare provate competenze in Svizzera.

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