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L'OSPITENuova Legge Pompieri, una legge che mina la milizia e il Volontariato

13.06.19 - 06:41
René Grossi, Capo Dicastero Sicurezza Pubblica di Gordola
Nuova Legge Pompieri, una legge che mina la milizia e il Volontariato
René Grossi, Capo Dicastero Sicurezza Pubblica di Gordola

Nell’Aprile del corrente anno il Consiglio di Stato ha licenziato il messaggio per la nuova legge Pompieri. È chiaro che bisogna regolare e promuovere alcune modifiche dell’attuale legge, tuttavia le nuove direttive non trovano terreno fertile nei corpi Pompieri delle due categorie inferiori.

La nuova legge aumenterà a dismisura i costi di alcuni Comuni convenzionati con i corpi di categoria B o C, che dovranno versare diverse centinaia di migliaia di franchi in più rispetto al costo attuale, soldi che riempiranno unicamente le casse delle città di Lugano, Bellinzona, Locarno, Mendrisio e Biasca. Per i corpi di categoria B e C è previsto un importo fisso a dipendenza della categoria che tuttavia non sempre basterà alla copertura dei costi. Per i corpi di categoria B e C non vi sarà alcun miglioramento del servizio dato al cittadino, continueranno a fare in qualità di volontari lo stesso lavoro fatto finora mentre le città lo svolgeranno tramite il professionismo pagato da noi tutti e se le risorse a loro disposizione non dovessero bastare, è già previsto nella legge che potranno venire a battere ulteriormente cassa, senza che tuttavia i singoli Comuni abbiamo più voce in capitolo.

Questa legge, che stabilisce in modo chiaro il metodo per garantire le entrate e demanda ad un inesistente regolamento d’applicazione le uscite, vuole dare più potere ai corpi pompieri delle città sia decisionale che nel finanziarsi con soldi pubblici il loro professionismo, lasciando le briciole ai corpi di categoria inferiore. 

Attualmente con il volontario di milizia vi è un maggior spirito di cameratismo e aiuto reciproco mantenendo inoltre bassi i costi a carico dei cittadini. I Corpi locali sono conoscitori dei loro territori, delle infrastrutture industriali e abitative dove dovranno intervenire per questo vanno pertanto sostenuti e non penalizzati. 

Il Consiglio di Stato, ad un’interrogazione sull’incendio del Bosco sopra Riazzino, ha risposto chiaramente su quanti uomini sono stati impiegati.  67 militi di cui 55 del Corpo di categoria B locale e solo 12 provenivano da un corpo pompieri di categoria A è cioè da Locarno. In questo caso, ma come in altri interventi di più giorni, il volontariato ed il cameratismo è fondamentale e i corpi di categoria inferiore riescono spesso a mettere in campo maggiori risorse. 

Nota da non trascurare è che il Corpo Pompieri Tenero–Contra, nonostante il massiccio impiego di militi durante l’intervento boschivo ha saputo garantire anche, con un numero adeguato di militi, il picchetto in caso d’intervento in ambito urbano.

Bisogna sicuramente riorganizzare gli interventi e alcuni dettagli per tutti i corpi ma ritengo che sarà importante mantenere dei corpi pompieri vicini al territorio con militi i quali con senso di volontario e conoscenza del territorio aiutino il prossimo, non roviniamo quello che in molti ammirano. Lasciamo un servizio ottimale a costi ridotti per il bene di noi tutti cittadini senza creare troppo “professionismo” a scapito del volontariato in generale.

Una più corretta ridistribuzione delle risorse permetterebbe sicuramente a tutti i corpi di categoria B e C di alleggerire i compiti organizzativi e amministrativi con un parziale professionismo, senza tuttavia minare il buon funzionamento del volontariato, nostro fiore all’occhiello!

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