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L'OSPITE5G e connessione al mondo

11.06.19 - 13:30
Roberta Pantani, Consigliera nazionale
5G e connessione al mondo
Roberta Pantani, Consigliera nazionale

Siamo connessi da mattina a sera. Ci lamentiamo se in questo o quel punto abbiamo solo una ‘tacca’ e soprattutto lanciamo il #down quando i social non funzionano. Senza voler generalizzare, questo è un sommario identikit della società smart di oggi. Ma se all’orizzonte c’è un potenziamento, e mi riferisco all’arrivo del 5G la cui implementazione è iniziata nei giorni scorsi a Locarno, ecco che le proteste e la demonizzazione di questo servizio diventano notizie da prima pagina complice anche il rispolvero di bufale (o fake news, come si chiamano oggi) già smascherate da tempo. Nelle ultime settimane non è passato un giorno senza la presentazione di un atto parlamentare chiedente di verificare i possibili rischi delle audiofrequenze per la popolazione, o richieste di una moratoria cantonale, peraltro già definita illecita dagli Uffici federale dell’ambiente (Ufam) e della comunicazione (Ufcom) dato che solo la Confederazione è responsabile per la protezione della popolazione dalle radiazioni nocive. A Berna, per esempio, di recente c’è stata una manifestazione che ha radunato - così almeno hanno riferito le agenzie di stampa - alcune migliaia di persone. Non capisco il perché di questo accanimento. È inutile fare quelli smart, sempre connessi, incavolarsi quando non si ha rete ma rimanere a tecnologie dell’età della pietra. Viviamo in una società in continua evoluzione e dove le tecnologie 3G e 4G hanno ormai raggiunto i propri limiti. Vogliamo isolare il nostro Cantone dal mercato globale? Sul 5G si navigherà da subito fino a 2 Gbit/s e in futuro addirittura fino a 10 Gbit/s. La prima antenna è arrivata a Locarno e altre due sono annunciate in tempi brevi. Finalmente: oltre Gottardo l’implementazione di queste antenne è in corso da tempo.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza, partendo proprio dalla domanda base: che cos’è il 5G? 5G è il nome della quinta generazione di telefonia mobile definita ‘New Radio’. Con una quantità di dati trasferiti sulla rete mobile che raddoppia ogni anno, con l’introduzione del 5G sarà possibile aumentare notevolmente la capacità a livello di trasmissione dei dati, visto che molti più apparecchi possono trasmettere molti più dati contemporaneamente. Per essere pronti a questo passaggio, il 17 aprile il Consiglio federale che, nell’ottica di portare avanti la digitalizzazione della società e dell’economia ritiene indispensabile avere reti mobili basate sullo standard 5G, ha deciso una modifica dell’Ordinanza sulla protezione delle radiazioni non ionizzanti (ORNI). Rispetto ad altri Paesi, in Svizzera le radiazioni delle antenne di radiotelefonia mobile sono severamente limitate da questa ordinanza. Entro l’estate il gruppo di lavoro ‘Radiofonia mobile e radiazioni’ presenterà al Dipartimento federale dell’ambiente, trasporti, energia e comunicazioni (Datec) un rapporto sull’analisi di esigenze i rischi legati allo sviluppo delle reti 5G. Questa interpretazione non sarà in ogni caso legata all’introduzione del 5G.

La seconda domanda sulla quale dobbiamo chinarci è se il 5G nuoce alla salute. Sul tema si sono già chinati sia l’Organizzazione mondiale della salute (Oms) che l’Ufam, arrivando alla conclusione che i valori limiti vigenti proteggono l’uomo e l’ambiente da possibili effetti negativi. Ma non è tutto: come accennato, in Svizzera i valori limite sono 10 volte più severi che in molti paesi europei confinanti e di quanto la stessa Oms prescrive, e inoltre adattano rigorosi metodi di misurazione e valutazione delle antenne di telefonia mobile che di fatto rendono i limiti ancora più restrittivi. Nell’ordinanza sono inoltre stati fissati valori limite più severi per i luoghi sensibili come scuole o ospedali. In una prima fase, con le concessioni ottenute nel 2019, il 5G funzionerà sulle stesse frequenze del 4G e del 3G. Si tratta quindi di segnali conosciuti e non nuovi.

La terza domanda che merita di essere sviluppata è sapere se ha davvero senso continuare a battersi per una moratoria. Se da una parte la richiesta di informazioni – a livello comunale, cantonale o federale – fa parte dei doveri di un politico (oltre a essere più che legittima da parte di qualsiasi cittadino), dall’altra un punto fermo sulle moratorie è già stato messo. Se proprio non possono farne a meno, gli oppositori possono sempre appellarsi alle procedure edilizie e alla protezione del paesaggio dato che, a condizione che siano rispettate le disposizioni Orni e le norme edilizie, l’installazione di antenne per l’implementazione del 5G deve comunque essere approvata dal Cantone e dal Comune.

La domanda di fondo resta sempre quella: vogliamo continuare a lamentarci quando il telefono non prende, quando non possiamo accedere alla nostra casella e-mail o rimanere al passo con i tempi? Oggi più che mai è opportuno guardare al futuro per non rimanere sconnessi.

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