Cerca e trova immobili

L'OSPITEArmi: Ticino ultimo baluardo della Svizzera?

20.05.19 - 08:08
Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi
Keystone (archivio)
Lorenzo Quadri
Lorenzo Quadri
Armi: Ticino ultimo baluardo della Svizzera?
Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi

Nella votazione sul Diktat disarmista dell'UE, i ticinesi non si sono fatti turlupinare dai ricatti e dalle fake news della partitocrazia PLR-PPD-PSS ed hanno respinto l'ennesimo tentativo dell'UE di dettarci legge.

Il triciclo esce quindi di nuovo sconfitto dalle urne. Il voto sulle armi è stato, in buona parte, anche un voto contro l'Unione europea ed i suoi manutengoli nostrani.
I ticinesi hanno capito qual era la posta in gioco. Non certo il numero di colpi che può contenere un caricatore o altre amenità del genere, bensì la nostra sovranità e la nostra indipendenza.

I ticinesi hanno capito che accettare l'ennesima imposizione di Bruxelles avrebbe significato accondiscendere alla rottamazione delle nostre leggi, delle nostre tradizioni, della nostra volontà popolare, e tutto solo per rincorrere una “classe politica” ormai ridotta a chinarsi a 90 gradi davanti ad ogni “cip” in arrivo da Bruxelles. In altri paesi, anche più piccoli del nostro, le cose funzionano diversamente; sicché c'è davvero da riflettere su come si sono ridotti i partiti presunti "storici". Ormai conoscono solo i verbi "svendere", "cedere", "capitolare", "genuflettersi" ed i vari sinonimi più o meno chic. Fossero state così anche le generazioni precedenti, il nostro Paese non esisterebbe più da un pezzo.

I ticinesi hanno altresì capito che la storiella di “Schengen in pericolo” era solo una fregnaccia per ricattare gli elettori.

I ticinesi sono stati i soli a difendere la sovranità e l'indipendenza della Svizzera. Evidentemente nel nostro Cantone la maggioranza della popolazione ha capito di che pasta è fatta l’Unione europea, e quali sono le sue intenzioni, tutt’altro che amichevoli. L’UE non vuole andare d’accordo con noi, vuole comandare in casa nostra.

Il voto contro il Diktat disarmista fa onore al nostro Cantone. Ma, purtroppo, fa anche riflettere. E molto. Specie in vista delle prossime votazioni su temi della massima importanza per i rapporti tra Svizzera ed UE. Ad esempio lo scandaloso accordo quadro istituzionale voluto dal solito triciclo PLR-PPD-PS che, se approvato, trasformerebbe il nostro paese in una colonia di Bruxelles.

O la maggioranza dei cittadini elvetici si rende conto che qui c’è una maggioranza politica che, in nome di accordi commerciali clamorosamente sopravvalutati a scopo di lavaggio del cervello, è disposta a sacrificare il futuro della Svizzera come Stato sovrano ed indipendente, oppure ci aspettano temi grami. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE