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L'OSPITENuove Officine: uno spazio urbano per la Capitale

30.04.19 - 19:58
Roberta Pantani, Consigliera nazionale Lega dei Ticinesi
Ti Press (archivio)
Nuove Officine: uno spazio urbano per la Capitale
Roberta Pantani, Consigliera nazionale Lega dei Ticinesi

Bellinzona continuerà ad avere un futuro anche dopo il trasferimento delle Officine FFS a Castione. Toccherà al popolo, il 19 maggio, mettere la parola fine all’iniziativa "Giù le mani dalle Officine". Lo spazio oggi occupato dalle FFS non rimarrà desolatamente vuoto. La Capitale non si troverà a fare i conti con un’area degradata. Nel centro di Bellinzona il Cantone e la Città creeranno lo Swiss Inno Parc, che permetterà l’insediamento di aziende con posti di lavoro a valore aggiunto che non trovano altre possibilità di insediarsi in Ticino, istituti di ricerca con il progetto di insediamento della facoltà di Biomedicina con la collaborazione del Politecnico di Zurigo e nuove scuole. Ma non è tutto: ci saranno anche negozi di prossimità, unità abitative e punti di incontro.

La riqualifica urbana di quest’area nel centro di Bellinzona non sarà diversa da quanto hanno vissuto, e mi limito solo a un paio di esempi non lontani da noi, il quartiere Bicocca di Milano a suo tempo occupato dalla Pirelli e lo stabilimento del Lingotto a Torino. Entrambi sono stati riconvertiti a favore di un’offerta culturale e sociale per i cittadini. Parte dei sedimi, non va dimenticato, sarà destinato anche alle residenze, obiettivo di una città per il miglioramento della qualità abitativa a favore dei propri cittadini. Appoggiando l’iniziativa ‘Giù le mani’, quanto appena descritto resterà un semplice progetto: Bellinzona non avrà la riqualifica di questo importante comparto e il Bellinzonese, così come l’intero Cantone, sarà privato del più importante stabilimento industriale per la manutenzione dei treni a livello europeo.

Vogliamo davvero tutto questo? A Castione, stando ai numeri da sempre forniti dalle FFS, dal 2026 lavoreranno tra i 200 e i 230 operai, dopo un processo di trasformazione che avverrà in modo trasparente e con il coinvolgimento dei partner sociali. Oltre al fatto che non ci saranno licenziamenti perché le partenze saranno per pensionamenti o mancate sostituzioni, è bene ricordare , perché questo ultimo punto passa spesso in sordina, che si tratta di numeri minimi. E aggiungiamo il fatto che nel computo dei posti di lavoro non vengono mai calcolati quelli che saranno creati all’interno di questo Inno Parc: grazie alle sinergie che si potranno creare con e tra le strutture che vi si insedieranno, il Ticino diventerà un Cantone attrattivo per questo settore.

L’iniziativa è ormai superata. Nel 2008 abbiamo seguito tutti con apprensione l’evolversi dello sciopero e io stessa, in qualità di presidente della Deputazione ticinese a Berna nel 2017, ho incontrato una delegazione del comitato quando l’ipotesi Castione ha iniziato a prendere piede. Merito degli scioperanti e dell’iniziativa - questo nessuno lo nega -è stato quello di non far cancellare il futuro delle Officine dall’agenda politica del Cantone e di portare le FFS a presentare un progetto irrinunciabile.

Oggi come oggi, però, le Officine che conosciamo non hanno più un futuro. Fermare il treno del progresso è qualcosa che non ci possiamo decisamente permettere.

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