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L'OSPITELa necessità di costruire una politica di opposizione a quella del governo

09.04.19 - 08:30
Movimento per il socialismo (MPS)
Tipress (archivio)
Da sinistra: Simona Arigoni Zucher, Claudia Leu, Angelica Lepori, Leonardo Schmid e Matteo Pronzini
Da sinistra: Simona Arigoni Zucher, Claudia Leu, Angelica Lepori, Leonardo Schmid e Matteo Pronzini
La necessità di costruire una politica di opposizione a quella del governo
Movimento per il socialismo (MPS)

1.Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto con soddisfazione dei risultati delle elezioni cantonali che vedono la lista MPS-POP-Indipendenti triplicare i seggi nel Parlamento cantonale. Una soddisfazione ancora maggiore per il fatto che ad affiancare Matteo Pronzini saranno due donne, attive su più fronti, come Angelica Lepori e Simona Arrigoni. Anche dal punto di vista delle schede di partito (che a nostro modo di vedere sono l’unico criterio per determinare i rapporti di forza politica tra i partiti) constatiamo che dalle 1863 schede a favore delle liste MPS-PC e, separata, POP del 2015 si è passati complessivamente a 3'596 schede, praticamene il doppio.

2. La nostra lista ha incentrato la proprio campagna sul tema della necessità di costruire una politica di opposizione a quella del governo, mettendo in luce, di volta in volta, i temi sui quali abbiamo difeso un punto di vista radicalmente diverso da quello del governo e dei partiti che ne hanno sostenuto l’azione. Sempre rimanendo a livello del conteggio delle schede per il Gran Consiglio, constatiamo come La Lega dei Ticinesi (il partito di Zali, quello che ci risponde per le rime secondo il direttore del Corriere del Ticino) perda 6'558 schede (pari al 23,8%), il PLRT ne perda 3'307 (pari all’11,06%), il PPD 2'116 (pari al 10,33%) e il PS 1'001 (pari al 6,16%). Si tratta di un dato di fatto incontrovertibile.

3. La nostra lista ottiene risultati significativi sia nel complesso che in importanti centri. Partendo dal presupposto che il nostro precedente risultato (quello della lista con il PC nel 2015) possa essere equamente diviso, e cioè circa 736 voti MPS e 736 al PC (ed aggiungendovi i 391 voti ottenuti dalla lista POP pure nel 2015) il nostro punto di partenza era di 1'127 schede; ebbene, con le 2'440 schede ottenute dalla nostra lista abbiamo avuto un incremento di 1'313 schede (pari al 116,5%). In termini di voti espressi la nostra lista si avvicina o supera il 3% in molti importanti centri del Cantone: Bellinzona, Locarno, Ascona, Balerna, Chiasso, Massagno, Capriasca, Biasca, Arbedo-Castione, etc. Si tratta di situazioni nelle quali, per la prima volta dopo anni, una lista della sinistra radicale non si ferma attorno al semplice 1%.

4. La campagna sviluppata dalla nostra lista è stata soprattutto una campagna di prossimità. Abbiamo voluto organizzare una serie di assemblee regionali (una ventina in tutto) con l’obiettivo di entrare in contatto e di discutere con persone che in questi anni ci hanno attivamente sostenuto nelle nostre campagne sui vari temi: dalla mobilitazione contro la pianificazione ospedaliera e i tentativi di privatizzazione in ambito ospedaliero a quella contro il dumping salariale e sociale; dalla difesa dei posti di lavoro all’Officina alla denuncia di situazioni inaccettabili in ambito sociale (case per anziani, servizi di aiuto domiciliare, etc.); dalla denuncia dei privilegi illegali in materia di rimborsi a quelli in materia pensionistica; dal rifiuto delle politiche fiscali barattate con misure cosiddette sociali di cui, ad oltre un anno di distanza, non si vede assolutamente nulla.

5. Il risultato non cambia, come crede qualcuno ingenuamente – o stupidamente, che cambi fondamentalmente i rapporti di forza tra le classi sociali. Sappiamo quanto siano quasi assoluti i limiti di un’azione parlamentare; siamo tuttavia coscienti che questa tribuna può essere utile per far conoscere il nostro punto di vista, per fare eco alle mobilitazioni sociali, per denunciare con una certa forza le politiche messe in atto dal governo e dalle maggioranze che lo sostengono.

La nostra non è stata e non sarà un’opposizione “costruttiva” o “responsabile”; sarà un’opposizione radicalmente anticapitalista che guarderà soprattutto, come detto, alle mobilitazioni sociali.

Nei prossimi mesi ci attendono parecchie battaglie: da quella contro le conseguenze climatiche di un capitalismo fondato sui combustibili fossili, a quella in difesa dei posti di lavoro all’Officina (che sta prendendo avvio con le assemblee regionali e si concluderà con la votazione del 19 maggio); data nella quale si voterà anche sulla RFFA a livello federale. Tutte battaglie che sono per noi una priorità assoluta. E, soprattutto, la mobilitazione già in atto (e nella quale sono particolarmente attive due delle nuove elette sulla nostra lista) in vista dello sciopero delle donne del prossimo 14 giugno. Una scadenza fondamentale nella lotta contro l’oppressione di genere sulla quale si fonda il funzionamento del capitalismo.

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