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L'OSPITEGrazie di cuore

03.04.19 - 06:00
Amalia Mirante, candidata al Consiglio di Stato per il PS
Grazie di cuore
Amalia Mirante, candidata al Consiglio di Stato per il PS

La campagna elettorale è quasi alla fine. Presto per fare bilanci, ma qualcosa mi sento già di dire e fare: ringraziarvi.

Questi mesi sono stati un’opportunità eccezionale di crescita per me: le visite a tutti i Comuni del Cantone con gli incontri non pianificati (niente comizi o aperitivi) per le strade e nelle meravigliose bettole di questo Paese sono stati istruttivi e importantissimi.

Le vostre telefonate, i messaggi, le vostre storie, mi hanno incoraggiata e sostenuta nei momenti più difficili, ma mi hanno soprattutto fatto conoscere persone e situazioni che spesso non trovano spazio sulla stampa, sui giornali o alla tv.

Un bicchiere di vino in Val Verzasca in un posteggio fuori da un chiosco; una nonna che mi ha chiamata in ufficio per parlarmi del nipote che non trova un posto di lavoro; i ragazzi che in Val di Blenio mi hanno salutata con l’espressione stupita di chi si chiede “cosa ci fa questa signora qui, così lontano dai centri importanti del cantone?”. Ho visto persone come queste.

E molte altre. Il neo-papà che mi ha contattata per sapere come fare un corso di riqualifica professionale. I tanti genitori di ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (leggere, scrivere e calcolare) che mi hanno raccontato le loro difficoltà. La proprietaria dell’osteria di Mergoscia che mi ha accolta con un grande sorriso e mi ha narrato la storia del suo locale che rischia di chiudere dopo essere stato aperto dal 1903.

Queste persone esistono nel mondo reale, al di fuori dei social o dei salotti televisivi, non le trovi sui muri pieni di manifesti elettorali o agli aperitivi eleganti offerti dai partiti.

Si parla sempre male delle campagne elettorali e delle promesse fatte dai politici per agguantare qualche voto. Non so quanti voti prenderò. So che le persone che mi hanno raccontato le loro storie meritano che questo Paese si occupi di loro, che i politici scendano con i piedi per terra e si mettano ad ascoltare. Specialmente le storie che fanno male, quelle che raccontano le verità invisibili di esclusione, povertà, difficoltà e ansia. Sono le storie dei nostri concittadini, sono le nostre storie. Dovremmo ringraziarli tutti perché ancora hanno abbastanza fiducia nei politici per fermarsi a parlare con una di loro – politica part-time e sui generis – che è andata a sentire cosa avessero da dire.

Grazie di cuore.

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