Lelia Guscio, deputata al Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi (Lista 14, candidata numero 83)
Il riscaldamento climatico dura ormai da parecchi decenni. Chiunque abbia più di mezzo secolo di vita si ricorda le pattinate all’aperto sui laghetti che oggi non gelano più, gli inverni immancabilmente e abbondantemente innevati dal San Gottardo fino a Chiasso: e si ricorda fin dove scendevano i ghiacciai quando si percorrevano i passi alpini, sovente in automobile perché i collegamenti in treno e in autopostale non erano così performanti come oggi. A preoccupare, a giusta ragione, è l’accelerazione che questo processo ha intrapreso adesso e le conseguenze esercitate sull’ambiente e sull’uomo: estati tropicali, inverni siccitosi (se va bene con qualche goccia d’acqua, mentre il limite della neve continua a salire), eventi naturali inattesi ma sempre meno eccezionali e via dicendo. Un’accelerazione ormai fuori controllo ed è proprio questo il punto: dobbiamo ancora trovare il modo di invertire la tendenza, perché quanto abbiamo fatto finora a tutela dell’ambiente non basta. Non possiamo però permetterci di lasciare in eredità un ambiente invivibile. Facile a dirsi, ma come fare? Ritengo necessario agire in tre distinte direzioni: