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L'OSPITEIl voto come affermazione di sé

29.03.19 - 21:10
Benedetto Ricciardi
Il voto come affermazione di sé
Benedetto Ricciardi

Vorrei iniziare con una premessa: quanto scritto qui non vuole assolutamente essere una critica nei confronti di chi ha perso la fiducia nelle istituzioni. Il tema portante di questo mio intervento è il voto come affermazione di sé. Purtroppo, sempre più' spesso mi imbatto nel menefreghismo della gente per la cosa pubblica e mi chiedo se, a questo punto, non occorra creare le premesse per ridare legittimità al voto. Da questa presa di coscienza è nata l'ispirazione per la stesura di un secondo intervento, il quale vuole in qualche modo ricollegarsi al messaggio presente in “IDENTITA' E VALORI: UNA QUESTIONE DI METODO”, scritto in collaborazione con il deputato PPD Luca Campana, persona che stimo.

Ora: che la gente abbia perso la fiducia nella politica è un problema che potrebbe avere conseguenza a più livelli. Occorre quindi porvi rimedio adottando misure al passo con i tempi. Cionondimeno, perché questo accada è necessario essere il cambiamento che si vorrebbe vedere attorno a sé e guardare al voto come un'opportunità. Oltre al resto, penso che anziché indignarsi e basta si debba agire, ma questo vuol dire anche sedersi a un tavolo e votare. I mezzi per farlo ci sono, bisogna solo usarli. Cio' detto: inutile lamentarsi che le cose non vanno mai come si vorrebbe se nel momento in cui si ha la possibilità di esprimersi in materia ce ne si lava le mani. Dopotutto, che senso avrebbe esprimersi mentre invece si dovrebbe tacere, se quando potevamo esprimerci non lo abbiamo fatto per una questione di principio? A questo punto sarebbe più' coerente accettare in silenzio le decisioni del Governo. Questo, senza nulla togliere al sacrosanto diritto di ogni buon cittadino che si rispetti di lamentarsi qualora vi fosse un problema. Infatti, proprio per esercitare questo diritto è più' che mai necessario andare a votare.

Oltre a ciò, sono e resto dell'idea che un serio elettore debba essere in chiaro su chi o cosa votare, senza condizionamenti. Perché tramite il voto, l'elettore mette in gioco le proprie aspettative, i propri valori ma sopratutto, la propria libertà. Per questa ragione è importante che il cittadino, tra cui annovero anche me stesso, partecipi alla vita politica in modo consapevole. Per me, il voto rappresenta ben più di una crocetta sulle schede d'intestazione, rappresenta un tassello fondamentale della nostra democrazia.

Ad ogni modo, secondo me il problema non risiede tanto nell'istruzione o nell'incapacità di informarsi da parte degli elettori ma bensì, nel notoriamente scarso interesse della maggior parte delle persone per la cosa pubblica, interesse che, chissà come mai, riemerge in presenza di problemi.

Malgrado ciò, penso che invece di fare crociate contro chi, per una ragione o per l'altra non vuole più votare, sia opportuno esporgli le ragioni per cui invece, ne vale ancora la pena. D'altro canto, se non ci occupiamo della politica, la politica si occuperà di noi, non so se mi spiego. Infatti, votare é anche un dovere verso se stessi, oltre che un diritto.

In conclusione: Per come la vedo io, il fattore identitario gioca un ruolo piuttosto importante in questa faccenda. Votare non è un gesto come altri, è un atto di libertà, è affermazione di sé ossia, affermazione del proprio ruolo nella società e della propria identità.

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