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L'OSPITEGambarogno: E se il porto fosse un autosilo?

09.03.19 - 15:00
Sandro Foiada, Gambarogno
TiPress - foto d'archivio
Gambarogno: E se il porto fosse un autosilo?
Sandro Foiada, Gambarogno

Il progetto del nuovo porto del Comune di Gambarogno crea animosità all’interno della popolazione. E’ giusto che i pro e i contra vengano soppesati con attenzione. Si tratta di un investimento importante.

La votazione del prossimo 7 aprile verte sul supplemento di 4.5 milioni causato da diversi imprevisti. Di principio infatti la decisione di costruire un nuovo porto era già stata presa a suo tempo ed era stata accettata. Sarebbe ora un peccato dover ridimensionare un progetto ottimale per il nostro comune a causa di una bocciatura del credito supplementare.

Al di là di questa questione – in parte anche tecnico-finanziaria – ho notato che c’è ancora un grande scetticismo sul progetto in generale. Il Comune di Gambarogno ha il privilegio di confinare sul Lago Maggiore. Il nostro turismo vive della stagione estiva. I turisti, in gran parte confederati, scelgono la nostra regione per la sua posizione unica. Questi ospiti vengono anche per il lago e desiderano goderselo. Molti di loro hanno una barca ed è corretto che possano trovare un posto per ormeggiare.

Purtroppo le barche sono molte di più che non gli ormeggi. Sarebbe come essere in una città senza sufficienti posteggi. In questo caso il comune costruirebbe un autosilo per dare l’opportunità ai cittadini e ai turisti di posteggiare. Un effetto positivo dell’autosilo è che porta introiti sicuri al suo finanziatore.

Voci di corridoio dicono che Ascona guadagna 1 milione all’anno grazie all’autosilo. Noi non abbiamo un autosilo ma l’opportunità di costruire un porto. I tecnici hanno calcolato che il porto porterà nelle casse comunali già al sesto anno CHF 380'000. Lo stesso sarà ammortizzato a partire dal tredicesimo anno di attività. Come cittadino-contribuente, senza panfilo, devo chiedermi perché rinunciare a queste entrate.

Come comune, oltre al turismo, non abbiamo settori commerciali alternativi importanti.

Non lasciamoci sfuggire l’occasione per fare un passo importante, ma ben ragionato. Il nostro comune deve giocare fino in fondo la sua vocazione turistica. Non accontentiamoci del ruolo di Cenerentola in confronto ai comuni più benestanti dell’altra sponda del nostro bel Lago Maggiore.

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